
COME MAI IL SECOND HAND È PIENO DI BORSE NUOVE?
Se ti è capitato di curiosare tra i siti o i negozi di second hand, probabilmente avrai notato anche tu una cosa strana: tantissime borse sembrano nuove di zecca. Ma come è possibile?
Questa domanda mi viene posta spesso, soprattutto da chi mi segue sui social o partecipa ai miei corsi. Ed è un tema che mi sta molto a cuore, perché da tempo ho una posizione chiara sul mercato del second-hand: non mi piace. Non più, almeno.
Un tempo rappresentava un modo per dare una seconda vita a un prodotto, oggi è diventato un business più prolifico della vendita diretta. E il problema non è solo commerciale: è etico, culturale, e in parte anche produttivo.
COMPRI USATO, MA STAI DAVVERO FACENDO SCELTE SOSTENIBILI?
Per molte persone comprare second-hand è un modo per “alleggerire la coscienza”. Si pensa: “Non sto comprando un prodotto nuovo, quindi sto facendo la mia parte per l’ambiente.”
In teoria, ha senso. Ma nella pratica?
Spesso quelle borse che trovi nel second hand sono praticamente nuove. E allora il ragionamento cambia: non si tratta più di dare nuova vita a un oggetto usato, ma di alimentare comunque il mercato del nuovo, in modo indiretto.
Perché chi te la sta vendendo quella borsa, l’ha acquistata da poco, magari approfittando di sconti, benefit aziendali o altri canali. E oggi te la rivende, guadagnandoci. Tu pensi di fare un acquisto sostenibile, ma in realtà stai solo partecipando a un meccanismo che non ha nulla di etico o consapevole.
LE VIE NASCOSTE DEL MERCATO DEL SECOND HAND
Vediamo insieme alcune delle motivazioni più comuni dietro a queste borse nuove nel mercato dell’usato:
- Benefit aziendali: In molte aziende di moda, i dipendenti ricevono borse a prezzi molto vantaggiosi, come benefit o premi. Alcuni di loro ne approfittano per rivendere i prodotti sul mercato secondario. C’è chi lo fa per necessità, chi per guadagnarci qualcosa in più. Il risultato? Borse nuove che finiscono nei canali del second-hand.
- Overrunning e vendite “sotto banco”: In gergo, si chiamano overrunning quei prodotti in eccesso che i terzisti (le aziende che producono per i grandi brand) non possono legalmente vendere. Ma capita lo stesso: borse Dior, Fendi, Gucci, Louis Vuitton, Chanel, Balenciaga, Dolce & Gabbana, Versace… spuntano magicamente in vendita, pur non potendo esserlo.
- Difettate o non conformi: Alcune borse escono dalla fabbrica con piccoli difetti, e non possono essere messe in vendita ufficialmente. Anche queste, talvolta, finiscono nel second hand, spesso senza che il cliente lo sappia.
- Ricettazione o furto: Esiste anche un lato oscuro, difficile da tracciare. Alcuni prodotti arrivano sul mercato secondario perché frutto di furti o ricettazione. Non è la norma, ma succede. Ed è bene esserne consapevoli.
IL VERO VALORE DI UNA BORSA
Dietro ogni borsa c’è una storia. Quando scegli di acquistare un prodotto, chiediti sempre da dove arriva, chi l’ha realizzato, e in quali condizioni.
Il Made in Italy non è solo un’etichetta: è cultura, lavoro, passione. Ma anche legalità, filiere trasparenti e rispetto.
E allora la domanda da farsi è: voglio risparmiare su una borsa nuova (ma travestita da usata), oppure voglio investire in un prodotto autentico, costruito nel rispetto delle persone e del territorio?
Per me la risposta è chiara. E spero che, un po’ alla volta, lo diventi anche per te.
Se vuoi approfondire questi temi, continua a seguirmi su blog.ornellaauzino.it e sui miei canali social. Parliamo insieme di moda, produzione, sostenibilità e scelte consapevoli. Perché comprare bene significa vivere meglio.
Con amore,
Ornella