Crisi e Cambiamento: La Sfida del Made in Italy nella Produzione Borse

Il Paradosso della Produzione: La Crisi delle Borse e il Futuro del Made in Italy

Negli ultimi tempi, i magazzini delle borse sono pieni e questa situazione genera molta confusione. Non si riesce bene a capire perché siano pieni e cosa questo significhi per la filiera produttiva. In questo articolo cercherò di chiarire alcuni aspetti chiave della produzione e delle vendite di borse Made in Italy, evidenziando le problematiche e le dissonanze informative che spesso sorgono.

Produzione vs Vendite

Una delle prime cose da capire è che la produzione di borse non va di pari passo con le vendite. La produzione avviene con circa sei mesi di anticipo rispetto alle vendite effettive. Questo crea una dissonanza informativa: i brand possono dichiarare aumenti di vendita del 20%, 30% o 10%, mentre la crisi nella produzione è già iniziata da tempo. Questo è dovuto al fatto che le crisi produttive si manifestano molto prima rispetto ai risultati delle vendite sul mercato.

Molti confondono le dichiarazioni di crescita dei brand con una salute effettiva del mercato, ignorando che i problemi nella filiera produttiva si sono manifestati molto prima. Quando ho fatto vari video sui magazzini pieni e sui problemi che questa situazione comporta, c’era una dissonanza cognitiva fra il brand e l’accanimento che c’è contro di esso, spesso fomentato da false credenze. Tuttavia, comprendere come funziona il settore della produzione borse è fondamentale per evitare disastri.

Economia di Produzione

In passato, la produzione avveniva senza limiti: si riempivano i magazzini e ciò che non veniva venduto veniva svenduto o distrutto. Oggi, l’approccio è cambiato radicalmente: si produce solo ciò che il mercato richiede, riducendo notevolmente i volumi produttivi. Questo ha portato all’aumento dei prezzi, in quanto la minore produzione ha aumentato il valore dei prodotti. La questione dei minimi produttivi è diventata sempre più rilevante: producendo meno, si aumenta il valore e di conseguenza i prezzi.

La produzione borse si è trasformata da un modello tradizionale ad uno basato sulla produzione lean. Questo significa che non si mette in pista niente fin quando il mercato non richiede espressamente un certo prodotto. Gli ordini vengono effettuati solo per quantità precise, con tutte le complessità che questo comporta in fase di produzione.

Problemi della Filiera

La filiera produttiva ha iniziato a subire questi cambiamenti già 6-8 mesi prima rispetto a quanto si vede ora sui mercati. I segnali d’allarme che vediamo ora sui giornali riflettono una crisi che la filiera stava già affrontando. Questo ha portato a ristrutturazioni aziendali e a misure di emergenza per cercare di tamponare la situazione. Le aziende corrono ai ripari cercando di mettere pezze qua e là, ma spesso senza una visione chiara del futuro.

È fondamentale comprendere queste dinamiche per non navigare nel buio e non farsi ingannare da chi ha solo conoscenze parziali o esterne al settore. La crisi attuale non è solo una crisi economica, ma una vera e propria rivoluzione nel settore. Cambierà completamente l’approccio dei brand alla filiera e al mercato, portando a estremi di produzione e consegna. Oggi, nelle filiere si lavora con tempi di visibilità di tre settimane o un mese, rispetto ai due mesi e mezzo o tre mesi di programmazione del passato.

Impatto sul Made in Italy

Il rischio più grande è la perdita del know-how tipico del made in Italy. La riduzione della produzione e la chiusura di aziende portano alla perdita di tecnici qualificati, indebolendo la filiera produttiva italiana. Se lo Stato non interviene per tutelare queste competenze, il rischio è di regalare il know-how ad altri paesi, come già successo con altri asset del nostro paese.

I cambiamenti fatti nel corso degli anni, passando da una produzione tradizionale a una lean, sono stati completamente assimilati dalla filiera. Tuttavia, quando arriva la crisi e si abbassano i volumi produttivi, i terzisti riportano cali pesanti negli ultimi 6-8 mesi, con diminuzioni del 30%, 20%, 10%. Questo indica chiaramente come la produzione borse stia vedendo prima di tutto il resto.

Prospettive Future

Ci aspetta un periodo storico ancora più difficile. Settembre non sarà la panacea sperata; si parla della primavera del prossimo anno per vedere miglioramenti. Questo comporterà perdita di posti di lavoro e chiusure aziendali, con un impatto negativo sulla manifattura italiana. È fondamentale comprendere e affrontare questi cambiamenti per tutelare il settore del made in Italy.

La sostanza è che i mercati sono in protezione. Ovviamente facciamo parte di un settore che non è indispensabile, quindi si pensa ad altre priorità. Anche le persone altospendenti non fanno i numeri di un tempo e le strutture si stanno ridimensionando. Tuttavia, non è possibile ridimensionare solo uffici di marketing e amministrazione. Le produzioni, soprattutto ora che molte aziende hanno fabbriche di proprietà, pesano di più. Quindi, inevitabilmente, la filiera e il personale addetto alla produzione sono quelli che pagheranno il prezzo più alto.

È fondamentale comprendere questi cambiamenti e affrontarli per tutelare il settore del made in Italy. Parlarne è importante per mantenere alta l’attenzione su questi temi e per evitare che le competenze italiane vadano perdute. Il made in Italy si basa sulla manifattura: se togli i migliori tecnici e la forza della filiera, si rischia di indebolire seriamente il nostro sistema produttivo.

Spero che questo articolo ti sia stato utile. Continua a seguirmi e se hai curiosità, scrivimi!

Con amore,
Ornella

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