Il prezzo della borsa di lusso. Scappa dal grattacielo, prima di essere accusata di occupazione abusiva
“Signurì scusate ma non costa troppo quella borsa della firma?”
“Danno una miseria all’artigiano e poi se la fanno pagare 1000 €uri, quei mariuoli”
Ti è mai capitato di sentire persone dire certe cose?
A me spesso, anzi, quotidianamente mi scrivono sulla mia pagina Facebook Ornella Auzino, per chiedere se è giusto.
A questo punto, penso ci sia bisogno di fare un po’ di chiarezza:
- Basta con queste informazioni che ti fanno passare per verità assolute!
- Basta con questa cultura, sbagliata, della caccia alle streghe!
Il prezzo delle borse è quello giusto, come direbbe Iva Zanicchi.
Te lo dimostra che c’è stato un aumento delle vendite per diversi Brand, del settore pelletteria.
Perché, però, tutti si focalizzano sui prezzi alti?
Il prezzo è un argomento politico.
E’ un argomento di circuizione di massa.
Crea le disparità e congiunge i “folli”.
Cosa voglio dire?
“Che quando c’è bisogno di distogliere l’attenzione da qualcosa di importante, nella politica e nelle scelte di vita quotidiana, si comincia a parlare di “aumento dei prezzi” e argomenti correlati”.
Nella moda questo argomento è fortemente sentito.
- Si dà la colpa ai prezzi bassi praticati dai cinesi, per la chiusura di importanti fette dei poli produttivi italiani;
- Si usa il prezzo alto delle borse di lusso, per giustificare il mercato criminale, dell’industria del falso;
- Si usa il prezzo delle borse, pagato agli artigiani, per le produzioni, per giustificare l’assenza di capacità contrattuale dei terzisti.
Amica, cominci ad avere il sentore che quello che sai è studiato ad arte per fregarti? Quello che sai, è quello che vogliono che tu sappia, non quello che ti serve. Partiamo dalla base e alla fine di questo articolo, se ti sembrerà di togliere il prosciutto dagli occhi, sarò felicissima.
Se già le sapevi, idem! Ma andiamo avanti.
Nella moda, il prezzo è quanto una persona è disposta a pagare per avere quel determinato oggetto.
Non esiste il “prezzo di cittadinanza”, perché il lusso te lo devi poter permettere, non è per tutti! Ora, faccio un’ulteriore distinzione poiché sono parte integrante del discorso della produzione.
“Oh ma lo sfruttamento dei terzisti… “
Ripetiamo in coro:
IL TERZISTA E’ UN IMPRENDITORE. Se il cliente non gli piace, lo cambia.
- Viene pagato poco?
Ha la sua convenienza a non andare altrove. - Quale?
Non sapersi vendere e trovare altri clienti. - Cosa mi dà questa certezza?
Quelli bravi cambiano Brand quando vogliono e rifiutano anche lavori altisonanti. - Perché si parla di etica del prezzo?
Ne parlano i brand del lusso per vendere le borse a prezzi più alti. Danno la percezione che, a differenza di chi produce in Cina, ad esempio, loro investono di più e quindi la borsa vale di più! - Chi decide, che le borse devono costare come produzione, quella cifra?
L’ufficio acquisti o chi per esso, dove la voce manodopera, a cui appartengono i terzisti, è un costo, uguale alla bolletta Enel o ad altri costi. - Chi vince?
Il Brand che riesce a pagare relativamente meno, mantenendo alti standard di qualità. Il terzista/imprenditore che sa fare due conti.
Assodata la questione terzista/schiavo progressista, torniamo al perché le borse che compri, costano.
Per aiutarmi nella spiegazione, uso l’immagine di un grattacielo e ti invito a seguirmi fino alla fine, un po’ come Alice nel paese del meraviglie, fa con il Bianconiglio 😉
Immagina che i Brand siano tutti piani di un grattacielo della moda.
Si parte dall’atrio del grattacielo ad arrivare all’attico.
Ogni piano, rappresenta una fascia di prezzo
Ogni brand, anche quello che si produce le dieci borse nella sua bottega, decide a che piano, a che fascia di prezzo, vuole vendere le sue borse. Su ogni piano, ci sono abitazioni e vivono persone. Ogni brand decide il target delle proprie borse. Prendo 3 brand come esempio.
O-BAG – PIQUADRO – HERMES
Piani diversi e persone specifiche a cui parlare.
Entriamo nel grattacielo ed al piano terra, dove ci sono gli uffici a piano rialzato, troviamo O-Bag. Prezzo sotto i 100€ e che vende alle donne. Allora, riunisce tutte le donne del piano rialzato, che hanno particolare attenzione verso la tutela degli animali e propone delle borse alla moda in materiali “ecologici”. Le donne del pianerottolo rialzato sono contente e comprano.
Saliamo ora di almeno 5 piani. Arriviamo al pianerottolo di PIQUADRO.
Piquadro si sposta con le sue riunioni solo nell’ala del grattacielo, dove ci sono gli uffici. Chiama tutti gli uomini di età intorno ai 40 anni, che sono professionisti e propone le sue creazioni. Uomini rampanti, impazziscono e comprano a prezzi tra i 400 e 600 euro.
Il nostro viaggio si ferma quasi sull’attico. Saliamo con l’ascensore e man mano, che va su, l’aria diventa sempre più rarefatta. Sentiamo la pressione nelle orecchie ed avvertiamo il senso di vuoto nella pancia, un po’ come al decollo di un aereo.
Ecco, si aprono le porte e la vista è mozzafiato. Ti accoglie un maggiordomo con una coppa di Champagne. Il pavimento è di marmo. Dalle finestre si vede tutto il panorama più bello del mondo (per me sarebbe il Golfo di Napoli, ma ti lascio libera di immaginare).
Li HERMES riunisce tutte le Signore e presenta loro la Birkin.
Fanno a gara per prenotarne una.
Tutti i brand della moda che non ragionano in questo modo, li trovi nei rioni popolari o nei mercatini, a vendere a chiunque.
Il grattacielo del PREZZO è la semplificazione di quello che è comprare una borsa e potersela permettere.
La distorsione negli anni, ti ha portato a credere che non è giusto che HERMES e le sue signore stiano nell’attico e tu al secondo piano.
Le organizzazioni criminali, ti hanno convinto che hanno il lascia passare per l’attico, attraverso le borse false. E’ palesemente una bugia.
Ti hanno lascia al piano terra, regalandoti una fotografia dell’attico.
“Si Ornella, tutto bello, ma il prezzo? Cosa nasconde?”
Ecco cosa c’è dietro al prezzo? Tanta struttura e non può essere ridotto tutto al prezzo di produzione.
Il prezzo della borsa che acquisti è ricavato da una serie di fattori. Il prezzo, per qualunque brand, anche le “borze di zio Totonno” è fatto o almeno ci si augura, sia fatto, tenendo conto dei seguenti fattori:
- Costi di progettazione;
- Studio e personale;
- Ricerca e sviluppo;
- Produzione;
- Marketing, Pr, Pubblicità, Logistica, Web;
- Negozi;
- Royalities;
- Costi vari.
I Brand sono aziende e devono fare utili per: mantenere i dipendenti, fare investimenti, continuare a mantenere l’indotto e far guadagnare chi li ha creati.
Tutte le azioni devono portare al risultato di vendere le borse ed avere ricavi.
Togliendo i costi dai ricavi, otteniamo il profitto dell’azienda di moda. Più sei bravo a gestire i costi, più avrai soldi da investire e da usare per far crescere il brand.
Ritornando a monte:
“Perchè una borsa Prada la fa pagare 2000 euro e all’artigiano ne danno 40 € per produrla?”
E’ la domanda del diavolo, che vuole convincerti che le firme sono brutte e cattiva, ma te ne parlo in un altro articolo. E’ il demonio che vive in ognuno di noi e vuole costringerci a comprare il falso, invece, di sostare sul nostro piano e comprare i mille brand che ci possiamo permettere. Conservare quote dello stipendio e magari regalarsi una borsa originale che ci fa sognare.
“E’ chiaro cosa c’è dietro al prezzo?”
E’ davvero importante comprare una borsa che non ci si può permettere, rispetto ad una che ci rispecchia?
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Ornella Auzino