BORSE ARTIGIANALI: I RETROSCENA CHE DEVI CONOSCERE

Ho l’impressione che, nell’immaginario collettivo, l’artigiano sia quell’uomo di mezza età, seduto nella sua bottega a levigare il legno, oppure a cucire a mano una bisaccia per la merenda di metà mattina. Tale bottega, a tratti buia e a tratti umida, è quasi sempre collocata nei centri storici, oppure in quelle stradine di periferia dimenticate dal progresso.

Ma queste scene romantiche e un po’ vintage non corrispondono alla nostra Realtà Artigianale, da diversi decenni. Almeno per quanto riguarda il settore tessile e pellettiero, il settore di cui parlerò in questo post.

Cercherò di delineare il profilo del nuovo artigianato e ti racconterò COS’È UNA BORSA ARTIGIANALE, e perché esiste molto caos attorno all’argomento.

Oggi, c’è molta confusione intorno al termine “artigianale“. Non molti mesi fa, una famosa azienda italiana di divani è stata sollecitata affinché rimuovesse dallo slogan la parola “artigiani”. A portare avanti l’azione contro il brand sono state la Lega (partito politico) e la Craai (associazione delle imprese artigiane in Italia).

Ma, in sostanza, non esiste una legiferazione rigida a riguardo. Anche perché l’artigianato ha subito, negli anni dell’industrializzazione, alcune trasformazioni importanti.

CHI È L’ARTIGIANO?

La parola artigiano proviene, etimologicamente, dalla lingua latina (artes) e significa colui che esercita un’arte, come ad esempio quella meccanica o quella pellettiera.

Siamo abituati a pensare all’artigiano come un lavoratore che usa la manualità. E, in effetti, è così. Ma molte cose sono cambiate con l’avvento della rivoluzione tecnologica. E l’artigiano, oggi, è una figura indispensabile alla produzione, sebbene diversa da prima.

L’artigiano è una persona altamente specializzata, padrona del know how settoriale, e in continua evoluzione. È un professionista dinamico, a tutto tondo, che esercita la propria arte attraverso gli strumenti e le tecniche messe a disposizione dal sistema produttivo in cui lavora.

Questa potrebbe essere una definizione abbastanza attuale di artigiano.

Ma, focalizziamoci un attimo su un passaggio preciso: “(…) attraverso gli strumenti e le tecniche messe a disposizione dal sistema produttivo in cui lavora”.

COSA SIGNIFICA?

L’artigiano moderno lavora a stretto contatto con le macchine, le quali diventano un supporto necessario per la realizzazione di opere precise, resistenti e rispondenti a determinati canoni di qualità.

Il connubio Uomo-Macchina è una condizione imprescindibile dell’industria moderna, sebbene ci sia bisogno di fare dei chiarimenti su questo.

Stiamo parlando di una Persona che si rapporta ad un macchinario di settore, facendolo funzionare e gestendone il lavoro. Un esempio chiaro potrebbe essere l’artigiano delle borse e la macchina da cucire. Perché è così che oggi vengono cucite le borse: e saranno borse artigianali.

La presenza della macchina, in questo caso, non sostituisce Chi Crea (l’artigiano), ma lo supporta.

Come la macchina da cucire, esistono macchine differenti che sostengono il lavoro artigianale (sia nella pelletteria, che in tutti gli altri settori), rendendolo meno faticoso e più preciso; macchine che ci consentono di assecondare la domanda di mercato, senza togliere nulla “ai posti di lavoro”.

Il maestro artigiano nella pelletteria è una figura chiave, senza il quale la produzione non potrebbe avvenire. Ed è in  quest’ottica che prende valore l’artigianato del nostro Made in Italy.

QUANDO UN PRODOTTO NON È ARTIGIANALE?

Assodato che la coppia Uomo-Macchina appartiene al lavoro artigianale, o meglio alla sua moderna evoluzione, vediamo, adesso…

quando un prodotto non si può definire artigianale:

Innanzitutto, quando NON C’È UN ARTIGIANO.

  •  La Robotizzazione del lavoro implica la presenza di intelligenze artificiali che si occupano della produzione, nelle sue diverse fasi. In questo caso, la presenza umana è di supporto alla macchina, e non viceversa.
  • Normalmente, il supporto umano consiste nella catena di montaggio, in vista di una produzione seriale e ripetuta.

Per cui, il prodotto industrializzato e seriale prevede un tipo di lavorazione nettamente differente da quello artigianale: nel primo caso, infatti, è l’uomo a supportare la macchina, laddove richiesto, mentre nel secondo sarà la macchina ad integrare il lavoro dell’uomo.

Nel caso del prodotto seriale, il tecnico addetto alla catena di montaggio non dovrà possedere specifiche competenze di settore, o know how profondi circa la creazione.

Mentre, nel caso dell’artigiano, quest’ultimo dovrà essere un esperto, e soprattutto appassionato del proprio lavoro. Perché non dovrà solo svolgerlo, ma Crearlo.

Ovviamente anche nelle imprese artigianali esistono figure secondarie, meno specializzate, che hanno mansioni differenti e minori responsabilità. Ma questo fa parte di qualsiasi organigramma basato sulla distribuzione del lavoro.

LA BORSA ARTIGIANALE

Lavoro da molti anni nell’industria pellettiera, o meglio… c’ho messo piede quando ero ancora una bambina.

Oggi sono una donna e con una sconfinata passione per le borse.

La mia azienda conta circa 25 lavoratori. Sono tutti estremamente importanti, ma una in particolare può incarnare l’essenza dell’artigianato: mia madre.

Siede lì, al suo banco da lavoro, ormai da più di trent’anni , e passa le ore a lavorare sui dettagli, che a suo avviso sono l’anima della borsa.

Uno dei motti di mia madre è: “A fare bene una cosa, o a farla male, ci vuole lo stesso tempo.”

Questa frase l’ho capita dopo molto tempo.

E ho capito, così, anche il senso del lavoro artigianale.

In base a ciò che abbiamo letto prima, ora possiamo affermare che una BORSA ARTIGIANALE:

  •  È disegnata da un professionista (designer, artista, etc)
  • Viene studiata da un team esperto (struttura, materiali, etc)
  • È creata dagli artigiani che sanno adoperare gli strumenti di lavoro (quindi le macchine), i quali supportano l’intera produzione.

Senza dubbio, esistono alcune fasi che vogliono esclusivamente l’intervento manuale, ma pur sempre inserito in un processo più complesso.

In Italia, nell’ambito della produzione di borse, non esiste la robotizzazione tout court. Cioè il lavoro non può essere svolto esclusivamente da macchinari ad hoc poichè questi macchinari non esistono. Come avviene invece nell’industria automobilistica.

Per cui, dai brand del lusso fino a quelli minori, si parla ancora di borse artigianali.

Una distinzione invece può essere fatta tra LAVORO ARTIGIANALE e LAVORO MANUALE, ossia senza alcun intervento di macchine (incluse quelle per cucire): si tratta, ad esempio, di borse cucite a mano, punto per punto e decorate manualmente. Esistono artigiani che si dedicano a tali creazioni. E ne ho incontrato molti, con mio grande piacere.

Tuttavia, un marchio ben inserito nel mercato non può dedicarsi a questo tipo di arte.

È importante, dunque, che tu sappia che l‘inclusione di macchine non esclude il lavoro artigianale, bensì lo completa.

BORSE ARTIGIANALI: IL PROBLEMA È LA QUALITÁ…

L’etichetta “artigianale”, come quella del “made in italy” è inflazionata. Vengono usate impropriamente per pubblicizzare e commercializzare i prodotti, scarsamente controllati.

Principalmente, questo avviene per la mancanza (o l’incoerenza) di leggi relative, oppure per la cattiva applicazione di quelle attuali.

Il nostro artigianato ha degli standard precisi, che non possono e non devono essere profanati da fabbriche inefficienti che basano la produzione sui numeri e non sulla qualità.

Il maestro artigiano è colui che la macchina da cucire la conosce come il proprio corpo: essa è estensione delle sue mani e delle sue idee.

Le tecniche legate alla tintura, alle cuciture e alle rifiniture sono vere e proprie discipline da studiare e acquisire nel tempo

* Mettere a punto cicli produttivi, senza ricorrere ad artigiani esperti e alla manodopera specializzata, significa produrre borse di bassa qualità, poiché figlie di un’azzardata approssimazione.

* Mettere la tua produzione nelle mani di persone improvvisate e inesperte, per ammortizzare i costi di fabbrica, significa rinunciare all’artigianato.

In precedenza, ho fatto riferimento al Made in Italy perché, a mio parere, le due cose sono strettamente collegate: una produzione Made in Italy (quello vero), implica già la presenza di un lavoro artigianale, secondo le regole della nostra tradizione pellettiera.

Ma, oggi, siamo di fronte ad innumerevoli inganni, soprattutto circa il Made in Italy, che è diventata poco più di un’etichetta. Oggi, se leggo Made in Italy so che dietro quella borsa, le vie sono infinite….

  •  Potrebbe essere stata fatta in Pakistan, ma assemblata in Italia.
  •  Oppure, potrebbe provenire da una fabbrica italiana, non curante della qualità dei materiali o dello smaltimento dei rifiuti.
  •  O ancora, potrebbe venire da un terzista sottopagato, che non tutela i lavoratori e adopera materiali di scarto spacciandoli per altro.

Insomma, la legge non riesce ancora a tutelarci in questo senso. Tanto meno i controlli vigenti. Almeno nel settore della produzione tessile.

Una borsa artigianale Made in Italy potrebbe non corrispondere a ciò che pensi. Ed è per questo che CHI COMPRA deve pretendere nuove strade.

COSA FARE?

Innanzitutto, è bene informarsi e curiosare prima di fare un acquisto importante.

Grazie alla mio canale youtube, tramite il quale pubblico recensioni di borse, ho imparato ad esplorare dentro ad ogni azienda, cercando di conoscere la storia e carpirne i valori

>> MI FIDO DI CHI CI METTE LA FACCIA. Oltre all’etichetta.

Ciò che porrebbe (quasi) fine ad ogni problema è LA CERTIFICAZIONE DELLA FILIERA.

Se ogni brand avesse il dovere di informare sulla provenienza dei singoli prodotti, compresi i materiali e gli accessori usati…

Se ogni brand dovesse informare circa la produzione e le tecniche di lavoro, compresa l’identità dei propri artigiani…

Allora dubito che i consumatori verrebbero truffati, o meglio, spudoratamente mentiti.

Avere una filiera certificata significa conoscere la vita della borsa che sto acquistando e che ho scelto, tra tante.

Allora forse non avremo più bisogno di leggere “artigianale” o “Made in Italy”, poichè se conosci la sostanza, la forma (e l’etichetta) non ti serve.

SE HAI DOMANDE, DUBBI O SEMPLICI CURIOSITÁ SUL MONDO DELLE BORSE >> SCRIVI QUI SOTTO!

SE VUOI CONOSCERE TUTTO SUL MADE IN ITALY >> LEGGI LA MIA STORIA!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *