Borse firmate: cosa c’è dietro agli scandali? Viaggio nella filiera Made in Italy che non ti raccontano

Sono giorni che penso a quello che potrei scrivere in merito all’ennesimo scandalo venuto fuori grazie ad un’inchiesta giornalistica sulle borse firmate e su chi le produce.

Partiamo dai fatti:
Qualche settimana fa su LA7, durante il programma PiazzaPulita, viene messo in onda un servizio in cui si parla delle fabbriche di Prato ed in particolare di quell’azienda che è stata denunciata per maltrattamenti e per una serie di irregolarità.

Come prassi nelle inchieste giornalistiche, viene messa una telecamera nascosta indosso ad alcuni “complici” e si cerca conferma delle notizie che si andranno a portare in tv.

L’inchiesta parte appunto dalla denuncia di alcuni operai, obbligati a turni massacranti, senza le dovute tutele e per di più, sottoposti a punizioni fisiche qualora non avessero rispettato gli standard richiesti.


Prato, due cinesi prendevano a cinghiate gli operai africani: arrestati 
per sfruttamento del lavoro nero

Due cittadini cinesi arrestati per sfruttamento lavorativo ed evasione fiscale; denunciati per concorso nel reato due amministratori di un’azienda committente del fiorentino e sequestrati beni per ingenti importi: è il bilancio di un’operazione del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Prato nel settore del contrasto al sommerso di lavoro. Le indagini, coordinate dalla Procura di Prato, sono scaturite dalla denuncia presentata alle Fiamme Gialle, tramite la Camera del lavoro della Cgil, da tre uomini africani che lamentavano le condizioni di degrado e di sfruttamento in cui erano costretti quali operai di una pelletteria di Poggio a Caiano. (fonte: Secolo D’Italia )

In tanti mi hanno girato il sevizio e guardandolo con calma e diverse volte, ho trovato un’accozzaglia di informazioni anche forvianti e soprattutto, come sempre DENIGRATORIE dell’intero settore manifatturiero.

  • Possibile mai che la filiera italiana della manifattura deve essere sempre narrata per scandali e inchieste?
  • Possibile mai che le associazioni e le aziende private della moda, debbano essere crocifisse a prescindere e definite senza etiche, immobili e conniventi?

Sarà che faccio parte del settore, occupandomi di produzione di borse firmate e non solo, e da anni mi espongo per raccontare tutto quello che c’è dietro alle fabbriche che producono in Italia.
Lo faccio con grande fatica, perchè emergere in Italia è sempre abbastanza faticoso.

Mi chiamo Ornella Auzino, sono una Pellettiera digitale, che ama raccontare tutto quello che c’è al mondo delle borse originali, ovvero prodotte e vendute attraverso il mercato legale.
Lo faccio a Napoli, in uno dei poli produttivi del lusso più importanti che ci siano in Italia ma cui viene data visibilità solo per accostamenti alla contraffazione.

So bene, proprio per questo motivo, che i Pratesi ed i Toscani in genere si sentano toccati e offesi, perchè buttati dentro ad un calderone unico che non fa differenze.

Posso solo sorridere, pensando a quante volte un napoletano del settore si sente messo alla gogna se viene scoperta un’attività illecita, che nulla ha a che fare con lui.

Ma torniamo ai fatti e soprattutto vorrei che si aprisse una discussione su quello che è realmente un problema e su quello che per convenienza viene narrato.

Il problema: ESISTE IN ITALIA UN’ILLEGALITÀ PROFONDA NEL SETTORE MANIFATTURIERO

  • I cinesi sono parte del problema ma la domanda vera è: chi ha permesso che loro potessero operare in completa illegalità?
  • I cinesi non sono però l’unica parte del problema, sarei. e lo saresti anche tu che leggi, ipocrita a dire che le uniche aziende illegali in Italia, sono di proprietà cinese.

Diciamoci le cose come stanno, il settore della MODA è stato sempre poco tutelato e valorizzato, tant’è che se ne parla solo durante la settimana delle sfilate, le fiere o appunto gli scandali.

La gran parte dell’opinione pubblica è convinta che le borse firmate, quelle di lusso vengano prodotte all’estero, che le aziende del lusso sono tutte tiranne e che in Italia ci son solo le aziende dei brand.
Così è naturale che se io da anni racconto il buono e la bellezza del Made In Italy, faccio una fatica enorme a far capire tutti i sacrifici che ci sono e le opportunità del settore della manifattura italiana.

Se invece esce uno scandalo tutti ne parlano e lo danno come verità assoluta.

Ascoltando tutto il servizio sono sobbalzata un paio di volte.
La prima quando si è posta l’attenzione sul fatto che gli audit inviata dall’azienda Committente, fossero annunciati.

SCANDALO!

Gli audit e le visite vengono fatte da aziende private che non hanno potere di PUBBLICO UFFICIALE, per cui se mi vieni fuori all’azienda, senza che io sappia tu chi sia ed  il motivo della tua visita, per norme contrattuali e tutela dei dipendenti, posso non far entrare il “controllore”.

Per capirci, se fossero senza preavviso le visite anche ladri o malintenzionati, potrebbero fingersi “controllori”, introdursi in azienda e fare una rapina, per dire.

Ci sarà l’obiezione che è inutile fare certi tipi di controlli e che fatti in questo modo, non evidenzieranno niente di negativo, ma non è così.
Controlli di questo tipo servono per approfondire aspetti legali, guardare i contratti, visitare gli ambienti di lavoro, il rispetto delle norme igienico sanitarie e così via.
In media un audit o comunque una visita del genere può prendere da una mezza giornata ad una giornata intera, e tirano fuori sempre qualcosa che a seconda della gravità hai dei tempi per sistemare o ti viene cessata la collaborazione, con i dovuti termini stabiliti dalla legge.

Voglio essere sincera fino alla fine con te e dirti che in passato anche io ho obiettato che essere avvisati non serve, poi ho verificato le procedure e approfondito l’argomento, ed ho tratto le mie conclusioni.

Chi dovrebbe fare i controlli a sorpresa?

Indovina un po’: LO STATO!
Per stato intendo tutte le forze dell’ordine preposte al controllo delle aziende: Guardia di finanza, Ispettorato e  i vari enti territoriali.

Perchè non li fanno?

Domanda errata anche questa o comunque carente di informazioni.
Lo Stato fa i controlli ma le leggi a supporto, le lungaggini procedurali e non in un ultimo la carenza di personale qualificato, non permette un controllo capillare.

Tutto questo per dirti che non si può delegare alle aziende tutto l’onere dei controlli anche perchè hanno poteri limitati.

Appurato questo dettaglio che nel servizio veniva bene evidenziato all’avvocato della committente, posso dirti serenamente che nel nostro caso ci viene inviata una mail per confermare la disponibilità ad accogliere i controlli, ma non sono tutte rose e fiori.

La filiera italiana della manifattura paga anni di buio durante i quali i sub appalti finivano per essere fuori controllo e sopratutto in alcuni casi si faceva finta di non vedere.
I brand del lusso hanno poi dato una sterzata pesante e hanno integrato tutta una serie di parametri a cui sottostare per poter collaborare con loro.

Ovvio che se ci sono delle mele marce non è così semplice toglierle dal cesto perchè ci sono contratti, clausole e non c’è nessun controllo dello Stato andato a non buon fine, che segnala alla committente irregolarità gravi.

Un po’ come succede sempre in Italia, siamo un cane che si morde la coda e troppo burocratico per risolvere le questioni aperte da anni.

Narrato il problema c’è bisogno di evidenziare anche che spesso chi fa inchieste del genere è mosso dalle migliori intenzioni ma ha bisogno di clamore e necessariamente le notizie negative, lo creano sempre di più.

Le borse firmate e le fabbriche che le producono in maniera legale, sono un valore aggiunto per il nostro paese.
Bisogna però impegnarsi un po’ tutti a cambiare le cose.

Le associazioni provano a farlo da anni e fanno bene a ribellarsi davanti alla narrativa solo negativa.
Io nel mio piccolo con i video su YouTube e gli articoli su questo blog, provo a dare il mio contributo.
Fondazioni come quella dell‘Alta Scuola di Pelletteria con Franco Baccani hanno promosso una bellissima iniziativa:

Questa bellissima iniziativa dovrebbe essere presa da esempio per lo Stato ed incentivare le denunce.
L’omertà del settore e di chi ha interessi a vario titolo su di esso, non può più essere tollerato.

Io spero di leggere sempre più notizie buone e che valorizzano il Made in Italy, ed insieme ad esse, leggere di condanne reali e non solo di sanzioni pecuniarie.

Lo Stato deve avere una funzione punitiva ed educativa, altrimenti perde il suo valore fondante.

Spero che questo articolo ti sia da stimolo per approfondire.
Sono ovviamente aperta a tutte le considerazioni e gli approfondimenti.

Grazie del tempo che mi hai dedicato e forza MANIFATTURA ITALIANA.

Ornella Auzino

2 pensieri riguardo “Borse firmate: cosa c’è dietro agli scandali? Viaggio nella filiera Made in Italy che non ti raccontano

  • 04/06/2021 in 11:39
    Permalink

    Ciao,
    premessa: non ho visto il servizio, cercherò di recuperarlo, anche se me lo immagino già, vista la trasmissione, che già più volte non ha brillato per la qualità dei suoi servizi giornalistici.

    Vorrei però far presente una cosa: ci si indigna contro le grandi aziende, sfruttamento, prezzi finali troppo alti etc, perchè non ho letto un solo articolo sulle borse e borsette made in Italy in vera pelle, a 50 euro di prezzo medio, che hanno invaso instagram e i negozi italiani?

    Modello tolfa ma non solo, ne ho viste alcune, son fatte bene, la pelle è pelle, le cuciture dritte, ma proprio per questo COME possono venderle a quel prezzo? Tagliando al minimo i costi di produzione, chiaro.

    E dove sono gli indignati? A comprare questi prodotti perchè “a questo prezzo, anche bianca o fuxia, quando mi stanco la butto” a proposito di inquinamento

    Il problema è che, non potendo produrre legalmente a quel prezzo, le piccole fabbriche non riescono a vendere i propri prodotti legali, solo che non se ne parla, e magari acquistano questi prodotti rivendendoli come propri perchè conviene di più.

    Sulle fabbriche invisibili, a Prato ma non solo: TUTTI sanno cosa accade lì, potrebbero fare una retata di polizia eppure nulla, al massimo un servizio simile, su denuncia anonima, Piazza pulita o Iene, che poi non porta a nulla.

    Sugli “avvisi” prima delle ispezioni, chi parla a vanvera non ha idea di come funzionino i controlli, forse perchè cotanti “esperti” sono spesso presi a caso tra i prezzemolini della tv senza lavoro.

    Scusa lo sfogo

    Risposta
    • 11/06/2021 in 10:02
      Permalink

      Sfogo che condivido in pieno ed è un punto cruciale infatti.
      Come fa a stare sul mercato una borsa in pelle a 50€ Made in Italy?
      Li nessuno si indigna perchè lo sfruttamento è legalizzato per il low cost in effetti.
      Paradossi di un paese che ha pesi e misure diverse a seconda di cosa conviene.

      Risposta

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