Come il tuo shopping influenza l’economia italiana e grida al mondo da che parte stai veramente!

Se sei una donna che ci tiene ad apparire al meglio.

Se anche tu ti chiedi come poter valorizzare la tua femminilità al 200%

Se anche tu pensi che ogni dettaglio deve esprimere tutto quello che sei.

Ecco, allora queste righe saranno per te importantissime.

 

Io so che ti vergogni un po’ di tutta questa attenzione all’estetica, all’aspetto, che quasi questa cosa ti fa sentire stupida superficiale.

Non è che hai un tarlo nel cervello o che non capisci niente. Il vero punto della questione è che fin da quando eri piccolina hai sentito discorsi e discorsi riguardo al tuo aspetto, a quanto è concesso preoccuparsene, a quanto conta e non conta.

 

E come risultato, ti hanno inchiodato nel cervello che:

  • le bionde sono stupide
  • che fare shopping è superficiale
  • che il tempo che usi per curare il tuo corpo è tempo sprecato

Per non parlare della Televisione, dei Telegiornali, di Internet, di Facebook e di tutti gli altri Social…si perchè TUTTI, ma proprio tutti, persino Pasqualino il tuo vicino di casa, puntano il dito contro le donne che curano la loro immagine, la loro bellezza etichettandole come sciocche superficiali.

Esatto Orny, è quello che mi è sempre successo!

Lo so bene, ti capisco, è stato così anche per me.

Tutti urlano che se non hai “cultura” e ti occupi di cose come le borse, allora sei certamente una donna superficiale, con pensieri superficiali una che vale poco, una che non farà niente di importante.

Per me tutto è cambiato quando sono entrata a lavorare nell’azienda di famiglia. In un istante ho FINALMENTE capito che non erano i MIEI pensieri e le MIE idee ad essere superficiali.

Quando ho varcato la soglia ero DAVVERO titubante. Insomma, occuparsi tutto il giorno di cose come le borse mi faceva sentire una di quelle ragazzine che avevo sempre sentito discutere di scarpe durante l’intervallo.

La verità è che quasi mi vergognavo (“mentre ora mi vergogno di essere stata così stupida da ascoltare tutte quelle opinioni e farmi friggere il cervello“).

Una vocina nella mia testa non smetteva di farmi notare che quello che stavo andando a fare era un lavoro che si occupava delle frivolezze femminili mentre io ero sempre stata una ragazza così attenta a non sembrare superficiale. Ma dal momento che ho messo dentro il piede in laboratorio tutto è cambiato. Non appena ho visto i miei genitori mentre lavoravano, ecco da quel momento tutti questi pensieri sono spariti.

Spariti…per sempre!

Li vedevo mettere in ogni borsa una passione unica, una cura, un amore infinito (“a volte ero anche gelosa di quell’amore diciamocelo“). Ero davvero sorpresa di quella passione incredibile che li portava avanti.

E’ stato così che ho iniziato a pensare che la cultura non è solo quella che c’è sui libri. Infatti, mamma e papà, avevano e hanno una conoscenza infinita nel loro campo.

Ora non voglio parlarti di tutte le sere in cui mio padre non è tornato a casa perché c’era un problema con la produzione di una linea di borse e doveva assolutamente rifare tutto:

Perchè la perfezione non esiste Ornella, ma questo non ti autorizza ad essere mediocre”.

Non voglio neanche stare a dirti quante diottrie mia mamma ha perso sui dettagli di ogni singolo pezzo che usciva dall’azienda. Quella dei miei genitori è una VERA E PROPRIA CULTURA, che comprende conoscenze e competenze che insieme creano un prodotto unico nel suo essere.

Quindi mi sono chiesta:

“Dopo tutta la fatica e l’amore che mamma e papà (e come loro molti altri artigiani) ci mettono… E’ davvero superficiale preoccuparsi di una borsa?

La risposta come immagini è arrivata in un lampo:

“CERTO CHE NO!”

Ma devo ammettere che questo pensiero non è arrivato come una rivelazione improvvisa. C’è stato un episodio, che mi ha fatto davvero riflettere.

Semplicemente, una sera a cena, mio padre aveva gli occhi più stanchi del solito. Il viso più triste. L’espressione più pensierosa. Dopo avergli chiesto, infinite volte, quale fosse il problema e non aver ricevuto nessuna risposta se non un depresso: “niente” (“ogni tanto lo fanno anche gli uomini, ammettiamolo“), finalmente ha ceduto:

Orny, oggi in centro, cera una bancarella di borse a poco. Una era U-G-U-A-L-E a quel modello che abbiamo fatto per quel grande marchio il mese scorso. Oh Orny U-G-U-A-L-E ti dico

Vabbè papà che novità, non mi pare sto scoop’

Sì ma non mi era mai successo, capisci UGUALE alle mie borse! Roba da matti

La consapevolezza è esplosa come dinamite nel mio cervello in quell’istante e non mi ha mai più lasciata.

Mio padre non è uno scemo! Lui sa benissimo che cose come quella succedono tutti i santi giorni, che, probabilmente, l’Italia è piena di borse che assomigliano alla sua, fatte con prodotti scadentissimi.

Però vederla lì per terra in piazza, del tutto simile a quella fatta da lui ma venduta a 2 soldi gli aveva fatto stringere il cuore.

Lo so che penserai:

Insomma il cuore si stringe per altre cose che per una borsa”.

Ma quella non è una borsa.

Quello è il frutto della sua fatica di anni e anni. In ogni cucitura e rifinitura c’è una scelta di vita:

essere un imprenditore onesto che fa solo lavori di altissimo pregio.

Ripeto (“perché so che ti suona strano“) : quella non è SOLO una borsa. Da lì ho, completamente, smesso di pensare al mio lavoro come prima. MA NON SOLO. Ho deciso che volevo distruggere a suon di parole le convinzioni comuni.

Volevo che le donne, tu, io, tutte quante, smettessimo di sentirci superficiali a stare attente allo shopping.

O stupide a preoccuparci delle borse (“dico borse perché è il mio settore, ma vale per qualsiasi cosa“).

Volevo soprattutto che entrasse a tutte nella mente un’idea FONDAMENTALE:

Quando compri una borsa, stai sposando una causa, una filosofia di lavoro, il tipo d’Italia dove vuoi vivere.

E non è finita qui!

 

 

Non lo stai, infatti, solo facendo, ma lo stai anche URLANDO A TUTTO IL MONDO. E sai cosa stai urlando veramente se compri tarocco? Gli stai urlando che tu scegli di comprare una borsa taroccata, perché quella originale non te la puoi permettere e hai bisogno di quel marchio per sentirti in gamba. Gli stai urlando che non ti interessa se la pelle con cui viene fatta fa schifo.

Che chi se ne frega se per farla qualcuno è stato sottopagato o ha lavorato in nero in condizioni terribili. Ma SOPRATTUTTO stai dicendo a tutti che non importa dare soldi alla camorra, pur di far credere in giro che la tua borsa è di marca. Lo stai dicendo a chiunque incontri per strada, alle tue amiche, ai tuoi clienti (“sì esatto, capisci quanto è grave?“), lo stai dicendo persino a tua suocera la domenica a pranzo.

Hai davvero bisogno delle grandi marche per essere alla moda? Penso che hai capito quanto dici di te con quello che indossi. Ti basta scegliere l’accessorio giusto, l’abbinamento inaspettato e in un attimo avrai uno stile unico, TUO al 100%, ma soprattutto legale e rispettoso del lavoro degli altri.

Quindi basta ascoltare chi ti fa sentire stupida perché ti preoccupi del tuo stile. Prenditi il tuo tempo, osserva con attenzione, non sentirti superficiale mentre scegli. Non stai SOLO scegliendo che borsetta indossare, stai decidendo che tipo di cittadina vuoi essere e cosa vuoi “urlare” a tutti quelli che ti vedono.

Se vuoi approfondire questo mondo che io amo alla follia, se vuoi scoprire i segreti che ti tengono nascosti, se vuoi imparare come riconoscere un finto Made in Italy, cosa c’è dietro le aziende che producono pelletteria e come fare una scelta più consapevole tutti i giorni:

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