IL MADE IN ITALY SI FA A NAPOLI: perché non se ne parla?
Il vero polo della produzione artigianale di borse, pellami e tutti
gli articoli correlati è a Napoli,
ma questo è un tema di cui non si parla molto.
Perché non se ne parla?
Per diversi motivi, tra cui la guerra intestina
che, in questo momento, investe il settore in questione.
Ma andiamo con calma:
Perché Napoli è tra le città più “potenti” nella produzione?
- Perché qui c’è il Know How, ossia la Conoscenza della materia,
dovuta alla nostra storicità nel settore. - Perché a Napoli permane tuttora, nella maggioranza dei casi,
una manodopera italiana; a differenza di altri centri di
produzione come per esempio Firenze, nella quale la forza
lavoro è incarnata principalmente dai cinesi - Perché le persone hanno ancora voglia di investire e di
lavorare a Napoli, nonostante non sia un territorio facile in cui
radicare la propria produzione.
A Napoli è in atto una vera e propria rivoluzione nel settore:
è la nostra città a dettare i tempi del Made in Italy in tutto il paese.
Prima si pensava che questo avvenisse per i prezzi bassi,
ma ora sappiamo che non è così: gli stessi prezzi si possono
trovare a Napoli, come in Veneto.
La verità è che nel nostro territorio sappiamo “come” produrre.
Purtroppo questa verità, come dicevamo prima, non è conosciuta…
addirittura è, spesso, celata.
Ed è nascosta dalle stesse aziende di produzione.
Questo, a mio parere, accade perché è in atto la guerra intestina a
cui accennavo qualche riga fa.
E in guerra, si sa, ognuno provvede a fortificare le proprie difese e
a conservare le provviste.
A chi interessa, in questo caso, mettere in luce la bella realtà di
Napoli? a nessuno.
PERCHE’ LA GUERRA INTESTINA?
Le grandi aziende stanno cercando di accaparrarsi fette sempre
più ampie di territorio, in cui estendere la propria produzione.
Questo comporta una ricerca più frenetica di manodopera
specializzata, di conoscenza del mestiere.
Ma quest’ultima è, numericamente, scarsa.
Manca la formazione delle nuove generazioni, per cui se i pesci
sono pochi, i pescatori diventano astuti e…nemici.
Esiste un gap enorme quindi tra il bisogno di artigiani specializzati e
la reale formazione esistente.
Per cui la Rivoluzione si sta giocando in tre campi diversi:
- La ricerca di manodopera specializzata e la creazione di nuovi
strumenti di conoscenza - Il cambiamento della mentalità imprenditoriale circa il
rapporto coi dipendenti e l’investimento monetario che necessita
il Know How - La volontà di investire in questo territorio, nonostante tutte le
difficoltàCerto, i timori sono ancora forti e questo provoca la
generazione di Monopoli, visto che i nuovi investitori sono
titubanti. Ma anche questo sta cambiando
Per cui quando siete nel bel mezzo di una discussione, non abbiate
paura di menzionare anche la Produzione e l’artigianato tra i
nostri primati.
Buttiamo a terra i muri e i mandolini che ci vogliono recintare in
capsule e pregiudizi.
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brava! ci vorrebbero però nomi e dati per far valere questo articolo.
MF
Grazie 🙂
Sono anni che mi batto per la certificazione della filiera, in modo che si indichino chiaramente nomi e cognomi, o comunque i dati di dove si produce.
Bisogna però che non sia la sola a volerlo. Confido che in molti vogliano la stessa cosa che voglio io. Parlare della pelletteria napoletana di eccellenza <3