LA KARDASHIAN E L’UTERO IN AFFITTO: SEI D’ACCORDO?

Contessa dei selfie e personaggio televisivo,
imprenditrice ed attrice,

Kim Kardashian è una delle donne più “seguite” degli ultimi anni. Solo che a breve si metterà in piedi un gruppo di studiosi coreani, tra i più meritevoli, per capire, con precisione, come ha fatto
a diventare prima famosa, poi tutto il resto.

Insomma, Kim Kardashian e suo marito Kanye West aspettano
il terzo figlio.
Pare che a lei piacciano le famiglie numerose,
ma pare che, a causa di un problema che investe la placenta,
la Kardashian non possa portare avanti la gravidanza.

Per questo motivo i due coniugi avrebbero scelto una madre in surrogato.
Cioè una donna che porterà in grembo il loro terzo pargoletto.

Non è mio compito, né mia volontà decretare se sia una scelta giusta, o se invece l’adozione, per esempio, poteva essere una valida alternativa, visto il numero di orfani (soprattutto nei paesi in via di sviluppo) e le possibilità della coppia di accedere alle pratiche adottive.

Le scelte dei genitori non si giudicano, poiché sono scelte d’amore. Il più puro.

COSA NE PENSO DELL’UTERO IN AFFITTO?

beh, indubbiamente un gran passo in avanti per la scienza e per la società: si tratta, infatti, di una possibilità ulteriore per chi, per natura, non può avere figli; e parlo sia di coppie eterosessuali che di coppie omo.

Anche se, a dirla proprio tutta, le coppie omosessuali praticano questa opzione da decenni ormai, senza aver bisogno dell’approvazione politica o sociale.
Sì, proprio così.

Quanti sono gli omosessuali che per anni, mutilati da una cultura ecclesiastica e cieca, hanno simulato una natura differente, convenendo a nozze con una donna e facendo figli?

E quanti di questi poi, hanno divorziato e magari hanno intrapreso una storia omosessuale, avendo già dei figli dal precedente matrimonio?

Insomma, la politica della società “progredita”, come sempre, arriva in ritardo.
Diversamente, infatti, accade per le coppie eterosessuali, le quali, negli ultimi tempi, scelgono sempre di più una madre in surrogato. Ed è una lecita scelta.

Tuttavia, esiste un rovescio della medaglia, che nuoce gravemente alla salute del nostro sistema, già abbastanza deboluccio:

La MERCIFICAZIONE del proprio corpo.

Mi risulta difficile immaginare una donna autonoma, indipendente ed emancipata che sceglie di mettere a disposizione il proprio utero (a meno che, ovviamente, non lo faccia per motivi affettivi o legami particolari).

Per cui, credo che la deriva di questo fenomeno sia proprio la scelta di “fittare” il proprio apparato riproduttivo per ragioni monetarie, laddove si tratta di una donna proveniente da una classe meno abbiente.

Si avvierebbe così (forse già avviato) un mercato di facile accesso per chi ha bisogno di sostentamento.
Ancora una volta, il corpo femminile diventerebbe un prodotto da fiera.

Inoltre, vi è un altro punto:
Il bisogno di denaro, si sa, spinge ai lavori più ostili;
e a mio parere
questo tipo di “attività” potrebbe anche risultare “violenta” per una donna.
La violenza psicologica di portare in grembo una creatura e poi separarsene non è affatto un tassello da sottovalutare.

Tuttavia, è la mia opinione. E credo sia interessante conoscerne altre…
il punto di vista, figlio anche della morale, ha la caratteristica palese di essere soggettivo,

ma ha anche la bellezza di essere discutibile.

E tu da che parte stai?

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