Made in Napoli e Made in Usa: due borse a confronto. Quale storia scegli?
Due borse a confronto: la prima nata dall’artigianato napoletano e da un brand a “carattere familiare”; la seconda, nata negli USA nel 1941, divenuta famosa in tutto il mondo.
Si tratta, rispettivamente, della borsa Antonio De Patrizi e della borsa Coach Bag. Potrebbe sembrare azzardata una comparazione simile, quasi fuori-luogo se ci riferiamo alla logica di mercato.
Tuttavia, ho fatto questa scelta per un motivo che prescinde le abitudini di Consumo: il valore della Vita di una Borsa. Quanto conta sapere dove è stata prodotta, da quali mani e con quali garanzie…?
Da un lato, abbiamo un’azienda portata avanti da due fratelli pellettieri, nel cuore di Napoli, con piccole produzioni…dall’altro abbiamo un Brand storico e consolidato, nato in una soffitta di Manhattan, ma esploso in tutto il mondo, con la sede produttiva attuale in Asia. Due borse a confronto, due storie differenti che hanno, tuttavia, dato vita a prodotti simili. Oppure no?
ANTONIO DE PATRIZI
Antonio e Patrizio sono due fratelli napoletani che hanno dato vita al loro Brand nel cuore pulsante di Napoli: a Piazza Mercato. Hanno sempre lavorato nel settore della Pelletteria, ma, in passato lo facevano per conto di Terzi, pertanto per altri Brand. Fin quando la realtà non li ha messi di fronte ad una scelta complicata: chiudere le porte o creare un proprio brand. La scelta è stata quella coraggiosa…così nasce il marchio delle loro borse, il quale è creato proprio dall’unione dei loro nomi.
Come saprà chi è abituato a seguirmi, quando si tratta di Napoli e di aziende che vivono qui, sono sempre un po’ di parte; non riesco a nascondere il mio entusiasmo quando sento l’odore della Napoli che reagisce, che si reinventa e porta avanti il suo sogno. Tuttavia, il mio compito è valutare la Borsa in questione, la quale è non è composta solo da idee e da speranze, ma anche da dettagli, qualità e tecnica.
La borsa Antonio De Patrizi che ho comprato costa 380 euro; il modello è Corazza Mattoria e la forma richiama, fortemente, quella della monumentalità di Napoli. Una forma che è anche servita al designer a dare una doppia funzione al prodotto: aggiungendo delle tracolle, infatti, la borsa diventa Zaino.
Il target di riferimento è la donna tra i 30 e i 40, che lavora e ha, comunque, una vita attiva, sia a livello professionale che sociale.
Sono passati 10 giorni prima che io la ricevessi (direttamente dalle mani di Antonio), ma questo dipende dalla natura del Brand, il quale si riserva la caratteristica di lavorare a produzioni limitate, visto che non è così esteso.
Il pellame è scelto con cura e i dettagli sono molto curati, soprattutto le cuciture. Queste ultime sono fatte a mano e questo si nota immediatamente, grazie a delle piccole irregolarità, dovute al lavoro artigianale. Tra i dettagli, ho trovato particolarmente piacevoli alla vista, i passanti porta-penne cuciti all’interno della borsa, la quale presenta una fodera tutta in cotone.
Purtroppo, il mio sguardo si è posato, però, su una parte della pelle che presentava una soffiatura: per i non-addetti, la soffiatura è un difetto della pelle consistente che consiste nel “sollevarsi” dal fiore.
Probabilmente, si tratta di un caso isolato e sfuggito al controllo qualità, ma è, in ogni modo di un difetto che viene percepito, quasi subito, da una persone del settore.
Clicca qui per Guardare il Video-Recensione completo della Borsa Antonio De Patrizi.
COACH BAG
In una soffitta di Manhattan, nel 1941, nasceva un Brand che, in pochi anni, sarebbe diventato famoso in tutto il mondo. Gli Stati Uniti, si sa, non sono particolarmente famosi per la Pelletteria e l’artigianato di Borse, ma il caso COACH BAG è l’eccezione di questo secolo. Sì, perché non è solo un marchio made in Usa, ma è il primo marchio al mondo che ha adoperato la Pelle dei guantoni da baseball per produrre le sue borse. Borse che, ancora oggi, sono vendute, globalmente, ad un target ben definito, il quale è il medesimo dell’azienda Antonio De Patrizi: le donne tra i 30 e i 40 anni, interessate ad avere una borsa multi-funzionale, da adoperare anche durante le ore lavorative: per cui un prodotto essenziale e privo di ostentazioni estetiche.
A differenza del primo caso, non ho ordinato la Borsa on-line, ma ho preferito vivere l’esperienza del punto vendita: probabilmente, avevo la necessità di sentirmi più vicina a questo marchio così mondializzato. O, forse, per saperne di più…al di là delle informazioni recuperate in rete.
Infatti, entrata nel negozio, ho raccontato che avevo bisogno di un regalo per una carissima amica, così da poter chiedere quanti più dettagli circa la provenienza e le curiosità.
Nel 1985 il Brand è stato venduto a Sara Lee, poiché divenuto molto esteso: col tempo, la produzione si è spostata in Cina…e poi in Vietnam, come certifica l’etichetta che ho trovato all’interno della Borsa, la quale riporta anche il numero di serie e la storia identificativa del prodotto. Tutte notizie importantissime, che palesano la volontà del Brand di essere chiaro e trasparente verso i propri Clienti.
A differenza di Antonio De Patrizi, infatti, qui troviamo le certificazioni: alla prima Borsa mancava, totalmente, il Made in Italy: quest’informazione può risultare poco utile a me, che conosco provenienza e fabbricazione, ma non al resto del mondo.
Nonostante la mia COACH BAG è stata, inoltre, prodotta in Asia, non ho trovato tutta quella plastica snervante all’interno del packaging e non ho trovato, soprattutto, un odore sgradevole.
Uno dei punti di forza di questo Brand è la Garanzia che offre sui prodotti: la garanzia a vita!
Nel corso del tempo, infatti, il marchio statunitense si prende cura della tua Borsa, per manutenzione o riparazioni. Questa sfumatura della relazione con il cliente è un Valore Aggiunto che non si può trascurare.
La COACH BAG offre diversi “tagli” di borse: dalle pochette basic di 40 euro, fino le special edition 1941 di 1700 euro. Io ho scelto un modello TRACOLLA TURNLOCK EDIE e ho pagato circa 400 euro.
La Pelle lucida martellata è color Cammello, con una bellissima lampo e gli accessori in oro, ma non molto ludico. Le maniglie, al tatto, non danno fastidio e i dettagli sono molto curati, così come le cuciture. Questo implica che vi è stato un ottimo Controllo Qualità. La fodera interna è tutta in tessuto.
Tuttavia, ci sono dei punti in cui la tintura sbava e in cui la borsa cede un po’: pertanto, le rifiniture non sono da eccellenza.
Clicca qui per guardare il Video-Recensione completo della borsa COACH BAG.
VOTI
ANTONIO DE PATRIZI | COACH BAG | |
CUCITURE | 4 1/2 | 5 |
TINTURA | 3 | 5 |
RIFINITURE | 4 | 3 |
UTILITA‘ | 4 1/2 | 3 |
QUALITA’ – PREZZO | 4 | 4 |
Abbiamo visto come l’artigianato possiede, ancora, il suo potere romantico e un know-how che la produzione seriale non riesce ad avere. Tuttavia, abbiamo anche visto come l’organizzazione di un Brand ben strutturato, può attribuire un valore aggiunto al prodotto, attraverso tutte le informazioni trasmesse al cliente e il supporto, a vita in questo caso, che offre ai propri fedeli.