Kilesa di Biamca Imbembo. Nuova recensione e nuovi spunti per i brand
Hai presente quando rincontri un amico dopo qualche anno e pensi Wow, è migliorato con gli anni?
È il caso del brand di cui voglio parlarti oggi!
Per prima cosa, se non mi conosci, mi presento: sono Ornella Auzino, sono napoletana e sono un’imprenditrice della pelletteria made in Italy, mi occupo di produzione conto terzi di borse in pelle originali.
Sui miei canali social faccio informazione su questo mondo e parlo dei retroscena della produzione, oltre che combattere fermamente contro la contraffazione, una pratica illegale e dannosissima.
Ma torniamo al brand di cui ti voglio parlare in questo articolo. È un marchio con cui avevo avuto un’esperienza precedente non riuscitissima, ma che mi aveva colpita molto per la storia e la filosofia che ci sono dietro.
Dovevo a Bianca Imbembo, la sua ideatrice, un’altra possibilità.
Avevo acquistato la mia prima borsa Kilesa nel luglio del 2019.
Bianca fu molto carina con me, tre anni fa, nonostante dalla mia recensione venne fuori che il prodotto che avevo acquistato non era eccellente.
Con grande pazienza, mi spiegò le pecche dell’artigiano che aveva fabbricato la borsa che avevo scelto, ma anche le cose che avevo interpretato male e tutto il suo concetto di brand.
Ora Bianca Imbembo è arrivata a rappresentare l’Unione Industriali di Napoli per determinate aree, soprattutto del settore moda. È una donna molto in gamba, e chi sono io per non provare a cambiare idea su Kilesa?
In questi anni, ha chiaramente fatto tesoro di tutti i consigli non solo miei, probabilmente, ma anche di tante altre persone che l’hanno aiutata ad avere il prodotto che ha oggi, dimostrando grande maturità e saggezza.
Kilesa è stato fondato nel 2014, dopo qualche anno di pausa della sua fondatrice dal mondo del lavoro per dedicarsi alla famiglia. Prima della nascita del secondo figlio, Bianca lavorava nel settore food, un campo ben diverso dalla moda, che era la sua passione.
Poi, con i figli cresciuti, ha deciso di lanciarsi in questa nuova, magnifica esperienza imprenditoriale. Una scelta che ha richiesto coraggio, un coraggio che è riflesso anche nel nome del brand.
Kilesa, infatti, è una parola orientale che indica gli ostacoli mentali che una persona si trova a dover affrontare per raggiungere un obiettivo prefissato. Il fiore di loto del logo vuole rappresentare proprio la resilienza delle donne a cui si rivolge il brand: possono sembrare fragili dall’esterno, ma le loro radici sono ben salde.
Ma andiamo a vedere le differenze che ci sono tra il 2019 e oggi.
Il primo cambiamento che salta all’occhio è quello del logo presente sulla flanellina in cui arriva lo zaino: la versione attuale è molto più pulita ed essenziale, con riportata anche la scritta made in Italy, un dettaglio che (come sai) per me è molto importante. Il vecchio logo, comunque, ritorna in tutti i cartellini presenti.
Anche il sito di Kilesa è molto migliorato, e già dalle foto presenti possiamo notare come il prodotto abbia fatto un notevole salto di qualità.
Quando l’ho incontrata, qualche anno fa, Bianca mi ha detto di aver cambiato artigiano. Beh, amica, te lo devo dire: non c’è paragone, ha fatto davvero benissimo.
Stavolta ho deciso di cambiare completamente modello rispetto a quello che avevo scelto nel 2019, che era una borsa a tracolla Marina handbag con la patta geometrica.
Il prodotto che ho acquistato si chiama Frank, una borsa-zaino totalmente in pelle che ho pagato 250€.
La chiusura dello zaino Kilesa si ispira a quello della famosa Birkin di Hermès, ma solo dal punto di vista estetico. La chiusura ha in aggiunta un lucchetto rimovibile che arriva provvisto della sua chiave.
Ci sono due spallacci in pelle aggiustabili con delle fibbie, ma non removibili. Nella parte superiore c’è un manico per portare lo zaino a mano, tinto molto bene e che non gratta affatto.
La mia Kilesa è provvista di un fondo rigido con quattro piedini di metallo per non rovinare la parte inferiore quando si appoggia la borsa.
Sul davanti c’è una targhettina in metallo con il brand Kilesa inciso, in color argento come tutto il resto degli accessori, un dettaglio molto fine.
L’esterno è composto da due tipi di pellame diversi: uno più liscio per la patta e il fondo e un altro a grana più grossa per il corpo dello zaino.
All’interno, troviamo una fodera intonata con due taschini classici aperti nella parte anteriore e uno un po’ più grande in quella posteriore, su cui è cucita una targhetta con scritto “Vera Pelle – made in Italy”.
C’è la possibilità di chiudere i laterali con degli automatici, per cambiare leggermente la forma dello zaino Kilesa e renderlo un po’ più sottile nella parte superiore.
Un dettaglio che mi piace molto è che la borsa non si lascia andare nemmeno se non viene chiusa, segno che la struttura che ha è molto solida e ben studiata.
L’effetto Wow per il mio acquisto Kilesa è 3,5/5. Sono proprio curiosa di provare lo zaino e dirti come è andata nel mio consueto test di utilizzo.
Se sei curiosa di vedere la mia Kilesa in video, compreso il suo spacchettamento, trovi la recensione completa dello zaino Frank sul mio canale YouTube.
Se invece hai una borsa da suggerirmi per le prossime recensioni, fammelo sapere!
Grazie del tempo che mi hai dedicato!
A prestissimo!
Ornella