Borsa Paul Smith: storia del brand e recensione alla borsa
La Borsa Paul Smith è l’acquisto che si aggiunge alla mia collezione di borse!
Oggi ho scelto di recensire uno dei designer più acclamati nel mondo del fashion system indipendente.
Paul Smith, classe ’46 e con i suoi 50 anni di carriera, è una delle figure più singolari e vivaci dello scenario internazionale.
Eclettico, fuori dagli schemi e innamorato della sua libertà stilistica, ha scelto di essere designer e imprenditore del suo marchio, non cedendo alla lusinghe delle grandi holding di moda, le quali hanno ormai messo le mani su moltissime firme famose.
Com’è la mia borsa Paul Smith?
Riesce ad incarnare la qualità e i valori del marchio?
Tra pochissimo scopriremo tutti i dettagli del mio nuovo accessorio, grazie ai voti e al test di utilizzo.
Ma ti do un piccolo anticipo: mi aspettavo un po’ di più da un brand così ben strutturato!
Prima di entrare nel pieno del viaggio, è importante che tu sappia la natura delle mie recensioni alla borse: non prendo soldi da nessuno per parlare di un marchio specifico, né accetto regali dai brand. E ti assicuro che me ne hanno offerti tanti!
Le mie recensioni non sono sponsorizzate in alcun modo, ma totalmente libere.
Qui troverai il mio punto di vista sincero sulla borsa: resa estetica, dettagli tecnici, funzionalità e rapporto qualità prezzo.
Perché non sono soltanto una grande appassionata di borse, ma mi occupo di produzione.
Sono un’imprenditrice napoletana e produco borse di pelle conto terzi, lavorando per diversi marchi di moda.
Conosco tutti i retroscena della pelletteria, della manifattura e dei materiali.
Per cui avrai un’opinione limpida e dalla doppia anima: da un lato, c’è l’addetta ai lavori, dall’altro una persona che compra per amore degli accessori, proprio come te!
Se non ti pagano, Ornella, perché recensisci borse da anni?
Forse ti stai chiedendo questo da un po’ di tempo. Domanda lecita.
Ho scelto di acquistare e recensire borse di marchi più o meno famosi, più o meno artigianali, per mostrarti il valore delle borse originali, ossia quelle prodotte e vendute tramite il mercato legale, grazie ai sacrifici e ai sogni di lavoratori e pensatori onesti.
Ogni recensione è un’arma in più per la mia lotta, quella contro la contraffazione, la vera piaga della manifattura italiana e della moda internazionale.
Si tratta di un commercio criminale privo di vincoli legali e supervisione qualitativa. Si tratta delle nostre aziende che soccombono alla scelta scellerata degli acquisti fake.
Per cui, sono qui per dirti che se non abbiamo la forza economica di acquistare i grandi loghi della moda, ci sono tantissime alternative valide, fatte di ricerca, studio, stile e design spettacolari.
Del resto, come ha detto lo stesso Paul Smith:
“Penso che i loghi siamo un segno di debolezza personale perché hai bisogno di indossare il nome di un marchio per mostrare chi sei, quali sono i tuoi valori. Praticamente come una stampella“.
Questo non significa che non sia meraviglioso indossare una borsa di lusso! Del resto io stessa produco per le griffe famose…
Ma farlo esclusivamente per la “vistosità” del nome è penalizzante nei confronti del gusto e l’identità personali.
È giunto il momento di scoprire chi è Paul Smith e come ha creato il suo impero libero.
Borsa Paul Smith: da un piccolo negozio di Nottingham…al mondo.
Presente in più di 70 paesi e in circa 1000 grandi magazzini, il maestro della moda eclettica porta Paul Smith nel mondo, senza fermarsi mai.
E se si pensa ai primi passi, a quel negozio di 9 metri quadri aperto a Nottingham, si comprende bene la forza del suo messaggio, arrivato a festeggiare il 50° anniversario nel 2020.
Fino ai diciotto anni il giovane Paul sognava di diventare un ciclista professionista, ma un duro incidente lo costrinse sei mesi in ospedale, portandogli via il sogno sportivo.
Tuttavia, quella degenza prolungata gli aprì un’altra porta, quella che gli permise di sbirciare nel mondo dell’arte, della moda e della musica dell’epoca.
Fu proprio in ospedale, infatti, che fece nuove amicizie, conoscendo persone che gli parlarono della bellezza e delle nuove arti, di Warhol, di Mondrian e dei Rolling Stones.
Appassionato a nuove idee e nuovi colori, Paul si avvicinò al mondo del design.
Non impiegò molto a trovare la sua strada, sebbene il ciclismo rimarrà sempre un elemento ricorrente, sia per la passione personale, sia per l’attività professionale: le magliette del Giro d’Italia 2013 saranno firmate Paul Smith.
Il designer inglese non ha mai smesso, infatti, di collezionare non soltanto maglie da ciclista, ma amicizie con i grandi campioni del settore come Bradley Wiggins, Mark Cavendish, David Millar e molti altri.
Ma torniamo alle “radici”.
Il primo negozio Paul Smith nasce a Nottingham nel 1970. Era un piccolo locale di 3×3 mt² e creava per lo più abbigliamento sartoriale maschile.
Il taglio classico dello stile inglese era, tuttavia, impreziosito da dettagli particolari, se vogliamo fuori dal comune.
E sarà questa la firma esclusiva di Smith, il maestro che non ama i loghi quanto quei peculiari tratti che parlano di singolarità.
Smith si definisce “Classic with a twist” (un classico con imprevisto): una fodera fantasiosa, un bottone colorato, un taschino sopra le righe.
Tra gli elementi più famosi associati a Paul Smith troviamo la fantasia a righini, vividamente colorata e proposta su giacche a pantaloni di completi maschili. Oppure il bottone con arcobaleno; o ancora, la camicia con ciondoli.
In effetti, per circa venti anni, lo stilista e imprenditore britannico si è occupato esclusivamente di moda maschile. Ma quando venne a sapere che il 15% degli acquirenti era composto da donne, iniziò a creare per il pubblico femminile. Era il 1993.
La crescita del brand iniziò nel 1976, con la prima sfilata a Parigi, organizzata in un appartamento preso in prestito da un amico, a cui lavorarono soprattutto amici e conoscenti. Fu un successo.
Da quel momento in poi, due volte all’anno Paul Smith si recava a Parigi.
Nel frattempo, a Covent Garden aprì il suo secondo negozio, più grande e tutt’ora in attività.
Queste furono le prime tappe di una strada destinata a fiorire, fino a raggiungere molti angoli di mondo e circa 17.000 grossisti.
Paul Smith è un uomo energico e vivace che non smette di viaggiare per il suo lavoro, sebbene la scelta per il quartier generale sia stata la maestosa Parigi, in un magnifico palazzo in pietra del XVII secolo, composto da sei piani, due seminterrati e un garage che accoglie 23 autovetture, in una strada del Marais.
Pochi sanno, inoltre, che tra le sue proprietà c’è una fattoria vicino Lucca, a cui è possibile accedere solo da una piccola strada sterrata.
Paul Smith ha resistito di fronte ai miliardi delle grandi società e ai paradigmi del fast-fashion, gestendo in prima persona il proprio marchio, dalla creatività alle reti di vendita.
Detiene, infatti, il 70% della società, mentre il restante 30% è di proprietà della Itochu, una società finanziaria giapponese.
In Giappone, in effetti, Paul è un vero e proprio mito, tanto da essere fermato in strada per gli autografi. Sono, infatti, più di 200 gli shop aperti nel Paese nipponico.
Amante dei particolari e collezionista di collezioni, ha creato un “Department of Silly” sotto al suo ufficio a Covent Garden, ossia un dipartimento delle sciocchezze in cui conserva libri, giocattoli, oggetti a forma di coniglio e regali che riceve da tutto il mondo.
Sei curiosa di scoprire tutti i dettagli della mia borsa firmata Paul Smith?
Non vedo l’ora di mostrarteli!
Borsa Paul Smith: dettagli, voti e test di utilizzo
Finalmente ti presento la mia nuova borsa: ho scelto il modello Woman’s brown Moke Snake – Leather Cross Body Bag, in vera pelle con stampa serpente, tracolla fissa e accessori in oro.
L’ho comprata direttamente sul sito ufficiale: il prezzo iniziale era di 700,00 euro ma aspettando i saldi ho potuto acquistarla 350,00 euro.
La mia borsa Paul Smith ha uno stile piuttosto classico, incoraggiato dai soffietti laterali che caratterizzano il modello che ho scelto.
Vediamo tutti i dettagli:
- Packaging e presentazione: mi aspettavo qualcosa in più dalla confezione della borsa e il materiale informativo correlato, poiché si tratta di un accessorio che costa 700,00 euro sebbene io l’abbia comprata in saldi. Probabilmente Paul Smith è un brand che offre di più nell’esperienza in negozio rispetto all’acquisto on line.
- La pelle e la stampa della borsa mi piacciono molto, soprattutto nelle sfumature di colore che risultano molto particolari.
- Gli accessori sono dorati e riportano il logo del brand, come il tira-lampo, il quale è decisamente singolare ed elegante.
- La parte laterale della borsa presenta i soffietti, che non sono esclusivamente peculiarità di un design classico, ma oltremodo eleganti.
- La tracolla della borsa è fissa, cioè non si può rimuovere, ma regolabile in base alle misure e alle preferenze della persona.
- Le cuciture sono ben fatte e curate.
- Anche la tintura appare ben eseguita, sebbene al tatto abbia un “effetto gommato”, perché un po’ spessa: questa caratteristica, a volte, può causare danni alla borsa, dal momento che con il passar del tempo la tintura potrebbe staccarsi. Spero non in questo caso!
- Ho notato che in alcuni punti la tintura è assente: si tratta di piccolissimi spazi sulla tracolla, probabilmente visibili sono a un addetto ai lavori o ad un occhio molto attento. Questo tipo di difetti, tuttavia, non sono trascurabili in un prodotto dal prezzo importante.
- All’interno, la borsa è lasciata completamente vuota, con un piccolo taschino in pelle sul lato posteriore.
- All’interno trovo un bigliettino di ringraziamento che da, inoltre, alcune informazioni sulla pelle. Meglio di niente!
Dove è stata prodotta la mia borsa?
La borsa Paul Smith è stata fatta completamente in Spagna, un Paese che negli ultimi tempi sta gareggiando moltissimo per posizionarsi in Europa nella sfera della produzione di pelletteria e abbigliamento.
Questo è possibile anche grazie all’intervento delle istituzioni che hanno garantito alle aziende spagnole una “zona franca” per la manifattura, in cui i costi sono arginati.
Questo tipo di manovre sono molto interessanti e, soprattutto, molto funzionali alla rinascita imprenditoriale di una comunità.
L’Italia avrebbe seriamente bisogno di iniziative che favoriscano la produzione, dal momento che il Made in Italy è qualcosa da proteggere e sostenere con tutta la forza che abbiamo.
Si tratta della nostra storia, oltre che della nostra economia.
Ma ritorniamo alla mia nuova borsa.
Qual è la mia First Impression?
Voto (0/5)
First Impression | 3 |
Purtroppo la prima impressione non è stata “wow!”.
Sicuramente la presentazione della borsa non ha favorito questo voto, come la mancanza di attenzioni verso il cliente, cosa invece molto presente nei piccoli brand emergenti.
Ma, prima dei voti finali e prima di sapere se la mia borsa è promossa, vediamo com’è andato il test di utilizzo.
Test di Utilizzo
Ho avuto non poche difficoltà ad abbinare la mia borsa Paul Smith ai miei soliti outfit, poiché si tratta di un modello estremamente classico ed è ancor più evidente quando ho fatto le “prove” sui miei vestiti.
Ma è un accessorio molto elegante e delicato, con una stampa (su pelle) che diventa protagonista della scena.
Se vogliamo, la pelle è la parte più valorosa della borsa.
È molto leggera e questo è decisamente un punto a favore; l’ho indossata, soprattutto, sotto i cappotti e si è rivelata decisamente comoda, sebbene la capienza non sia il suo punto forte.
A causa dei soffietti laterali e della lampo che non si apre completamente, lo spazio interno risulta inferiore rispetto a ciò che appare.
Cosa ci ho messo dentro?
Porta-carte (il mio portafogli non ci entrava!)
Smartphone
Chiavi di casa
Lucida-labbra
specchietto
fazzoletti
La mia borsa è promossa?
Sì, perché si tratta di un accessorio dal design esclusivo, fatto con materiali di qualità e con una particolare attenzione per alcuni dettagli, come il nome del brand presente su tutti gli accessori; purtroppo altri dettagli non sono stati curati, ma in sostanza il prodotto e la manifattura sono soddisfacenti.
Voti (0/5)
Cuciture | 4 |
Tintura | 4 |
Rifiniture | 4 |
Rapporto qualità/prezzo | 4 1/2 |
Utilità | 3 |
Guarda subito il video della mia recensione alla borsa Paul Smith!
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Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
Fonti:
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