BORSA ARMANI JEANS: UN MADE IN CHINA “ITALIANO”. MI PIACE?

Giorgio Armani non è solo uno stilista; e non è solo un brand.

Siamo di fronte ad un intero capitolo della moda universale, che ha ridisegnato stili e abitudini di intere generazioni, e che ha riscritto il modo di presentarsi al mondo, sia per gli uomini del secolo, sia per le nuove donne in carriera degli anni ’80.

Oggi vedremo insieme la Borsa Armani Jeans, senza dimenticare cosa significa Giorgio Armani per la galassia del fashion system.

La mia borsa Armani Jeans l’ho comprata in un outlet, riuscendo così ad acquistare un prodotto di qualità ad un prezzo abbordabile.

Ma sono pienamente soddisfatta della mia borsa?

Tra poco, lo saprai!

Andremo a vedere da vicino, quali sono i punti di forza e quali i difetti di una borsa concepita dal marchio simbolo della moda italiana.

Per gli inglesi è King George, per Forbes è il terzo uomo più ricco di Italia. Per gran parte del mondo è il Guru indiscusso della moda…

Giorgio Armani non è mai giunto alla fine del suo impero. Al contrario, fin dal 1975 (anno di nascita del brand) il successo del Re non si è mai arrestato. Il suo concept si è radicato come storia inevitabile, che è partita dalle star di Hollywood fino ad arrivare a tutti, grazie all’apertura di Emporio Armani, che segnerà una nuova anima del brand, quella accessibile. Ma mai profanata o senza identità.

E la mia borsa Armani appartiene proprio ad uno dei rami meno luxury del brand, Armani jeans. In fondo, ci hanno detto che il Re non sbaglia mai. E se lo fa, paga da solo.

In molti hanno accusato Armani di essere un uomo accentratore e dittatoriale, che segue sempre la sua scelta personale.

«Mi accusano, giustamente, di “ducismo”, cioè di voler comandare in modo assoluto, senza ascoltare chi mi sta vicino. È vero, mi impongo troppo, spesso esagero, ma lo faccio perché in fondo non mi sento sicuro e non voglio darlo a vedere. Se sbaglio, pago io» (fonte: Millionaire.it)

A prescindere dai punti di vista, Giorgio Armani deve al suo modo di essere il successo di tutta la sua vita.

Nasce a Piacenza nel 1934, in una famiglia di tre figli; non era una famiglia ricca, ma modesta.

Trasferiti a Milano, Giorgio si iscrive alla facoltà di Medicina dell’Università statale, ma dopo due anni lascia gli studi per la chiamata al Servizio Militare.

Quando ritorna in città, dopo i mesi di leva, sceglie di non continuare l’Università, ma di cercare un lavoro.

Così inizia il suo percorso di vetrinista alla Rinascente di Milano; questo sarà il primo passo verso un mondo che non conosce ancora, quello della moda.

La sua passione e la sua dedizione lo portano, dopo qualche anno, a lavorare per Cerruti, come suo assistente per la nuova linea da uomo Hitman.

Il suo cammino di disegnatore per la moda inizia qui, dove rimarrà fino al 1970.

Il talento di Giorgio era tutt’altro che nascosto, soprattutto agli occhi di Chi gli stava accanto.

Nel 1975, l’amico di vita Sergio Galeotti convinse Armani ad avviar un nuovo progetto, un brand che portasse il suo nome: così nasce il marchio Giorgio Armani. Una firma che riecheggerà sulle passerelle del mondo e negli eventi più glamour della storia della moda.

Purtroppo, dopo soli 10 anni Galeotti passerà a miglior vita e Giorgio Armani sarà costretto a prendere in mano da solo l’intera gestione del marchio.

Come racconta lo stesso Armani nell’intervista per The Millionaire, il capitale iniziale era di circa 10 milioni di lire. Molto basso.

Furono anni di grossi sacrifici e dure prove, di sfide e di rinunce. Ma il successo non tardò ad arrivare. Grazie, soprattutto, alla destrutturazione di un capo che diventerà super-presente nel guardaroba della donna moderna: la giacca.

Giorgio Armani rivisitò la giacca, sia maschile che femminile, eliminando la sua struttura rigida e corposa, e rendendola una seconda pelle, leggera e casual.

Nel 1978 Diane Keaton ritirò l’Oscar per “Io e Annie” indossando una giacca Armani.

E, nel 1980, i suoi abiti furono indossati da Richard Gere, star nascente di Hollywood,  in “American gigolò” il film che determinò la popolarità dello stilista in tutto il mondo.

Nel 1982 il Times dedicò la copertina a Giorgio Armani.

Lo stilista italiano era al centro del dibattito della moda, direzionando l’attenzione mediatica su Milano, che diventerà uno dei centri della moda più importanti al mondo.

Lo sviluppo del brand Made in Italy, da quel momento, sarà inarrestabile:

  • Nel 1981 furono create collezioni meno costose grazie al marchio Emporio Armani, con il celebre aquilotto come logo; e la linea denim Armani Jeans.
  • Nel 1991 fu disegnata la linea fast fashion Armani Exchange.
  • Nel 2000 fu la volta di Armani Collezioni e Armani Casa.
  • Nel 2004 fu concepita la EA7, la linea d’abbigliamento sportivo ispirato al giocatore del Milan, Shevchenko.

La firma Giorgio Armani, inoltre, è anche presente su alcuni Hotel di lusso posizionati in città strategiche: Milano e Dubai. Gli arredi sono sofisticati ed eleganti, il design è pulito, i colori sono calmi e rilassanti. Proprio in chiaro stile Armani.

Altra tappa importante del brand Giorgio Armani è il Museo Solomon R. Guggenheim di New York, il quale, nel 2000 ha dedicato allo stilista una mostra per celebrare i 25 anni di attività della sua firma, esponendo 500 vestiti che rappresentassero l’anima del designer, dal blu Armani fino al rosso tibetano e ai modelli più amati dalle star.

I riconoscimenti internazionali, insomma, sono stati moltissimi. E la gloria è un elemento che non svanirà mai per il Re Italiano della moda globale.

Ma tutto questo ha avuto un prezzo, come ricorda lo stilista, parlando dei primi anni di lavoro: «Sono stati anni di sacrifici e fatica. Non avevo più tempo per me. Spesso mi ritrovavo a piangere disperato alle 11 di sera, in fabbrica, dove ero rimasto solo tra migliaia di metri di stoffa. Andavo su e giù da Milano a Biella con la mia macchinetta di quinta mano nella nebbia e nella neve».

Anni a cui sono seguiti altri ugualmente faticosi, perchè il metodo Armani è costruito sulla massima programmazione e sulle scadenze rigide. Si sa, il talento da solo non basta. Chi sceglie il successo, sceglie una vita fatta di enorme impegno e profonda dedizione.

È giunto il momento di andare a vedere da vicino la mia borsa Armani Jeans… ti piacerà?

ECCO LA MIA BORSA ARMANI JEANS

borsa armani jeans

Come ti ho anticipato, ho comprato la mia borsa in un outlet, pagandola 119 euro.

La mia experience nel negozio fisico è stata soddisfacente: gli addetti alla vendita sono stati molto gentili e cortesi, fornendomi le informazioni che ho richiesto. Soprattutto, abbastanza discreti, senza “convincermi” a fare ulteriori acquisti.

È una borsa a mano, nera, senza tracolla. Ho scelto questo modello perchè potrò usarla anche come borsa da lavoro, dal momento che posso riporre all’interno il portatile. Non è una borsa molto grande, ma adatta a questa funzione.

Vediamo i dettagli della mia borsa Armani Jeans:

  • Le cuciture, tono su tono, appaiono ben fatte e regolari; sia sulla facciata che sul fondo della borsa, non mostrano irregolarità visibili.
  • La tintura è poco presente, perchè la borsa è per lo più “rimboccata”. Ma anche la tintura si presenta bene poiché “non gratta” sotto mano. Inoltre il fatto che è un tono su tono e che il colore della borsa è scuro permette di “nascondere” bene i difetti, qualora ci fossero.
  • Le rifiniture sono buone: provo a staccare con le mani le borchie applicate sulla borsa e non vengono via. È un test che faccio di solito quando sono presenti accessori annessi alla borsa. Quest’aspetto è importante, soprattutto, per chi ha figli piccoli, che per incidente potrebbero inghiottire qualcosa di pericoloso.

borsa armani jeans

  • La struttura si presenta bene, anche se la parte inferiore (il fondo della borsa) presenta alcune irregolarità nelle linee, probabilmente dovute al modo in cui è stata conservata la borsa.
  • All’interno della borsa, c’è una fodera nera dello stesso colore della borsa, con un’etichetta che riporta l’acronimo del marchio e una tasca con zip. Purtroppo la zip, dai denti stretti, fa un po’ fatica a chiudersi.

borsa armani jeans

  • La borsa mi informa, tramite un’etichetta interna, che è un Made in China: come sai io sono fan del Made in Italy. Ma, prima di tutto, sono fan della Verità. Cosa voglio dire? Intendo dire che il consumatore ha il diritto di sapere Dove è stata prodotta la sua Borsa. E, in questo caso, riceve le corrette informazioni.

Inoltre, come ripeto spesso, il Luogo di Produzione non è determinante per la qualità finale di una borsa.

Armani Jeans, come altri brand autorevoli, ha scelto di produrre offshore ma lo ha fatto selezionando una manodopera specializzata e materie prime di qualità. Probabilmente, la decisione di fabbricare in Cina è collegata ad un ammortizzamento dei costi. Ma lo ha fatto alla “maniera italiana”.

Esistono molte aziende che producono in Asia e producono bene.

Al contrario, esistono molte fabbriche fantasma che producono in Italia ma mettono a rischio il nome del Made in Italy.

Ricorda sempre di andare a cercare tutte le informazioni sul marchio, prima di acquistare la tua borsa!

E lo puoi fare leggendo le RECENSIONI che finora ho fatto ai marchi di borse che abbiamo incontrato nel nostro percorso.

Recensioni oggettive che non hanno motivo di mentire. Perchè?

Perché nessuno mi paga per parlare bene o male di una borsa; e nessuno mi fa regali di alcun genere.

Lo faccio per aprire nuovi scorci sull’universo della Produzione, quella legale. Quella dei piccoli artigiani, delle nuove start up o dei brand più affermati. Ma, in ogni modo, Legali.

Quindi in contrapposizione con il mercato illegale della Contraffazione, la piaga contro cui lotto da molti anni.

E lo faccio da consumatrice, oltre che da Imprenditrice.

Io mi occupo di produzione di borse Made in Italy conto terzi, seguendo la scuola della pelletteria napoletana. E ho molto a cuore le sorti della produzione, messa costantemente in pericolo dal mercato criminale delle borse false. Un mercato che distrugge il lavoro umano, l’ambiente e la nostra economia.

LA MIA BORSA ARMANI JEANS È PROMOSSA?

La mia borsa Armani jeans è promossa, anche se tecnicamente alcune cose potevano essere fatte meglio, come ad esempio il piccolo difetto alla cerniera della tasca interna.

Ma si tratta di una borsa che comprerei di nuovo, scegliendo ancora il colore nero.

È una borsa, infatti, che in altri colori renderebbe di meno e risulterebbe più esposta all’usura.

Ma è un prodotto che comunque ti farà fare una bella figura, sia a lavoro che durante le serate più mondane.

È un prodotto ben studiato e senza difetti nelle cuciture o nella tintura. Una borsa che senza dubbio piacerà alle tue amiche!

GUARDA IL VIDEO DELLA RECENSIONE ALLA BORSA ARMANI JEANS!

SE HAI UN’ALTRA BORSA DA CONSIGLIARMI >> SCRIVI QUI SOTTO!

GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.

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