CONTRAFFAZIONE: PIU’ SEQUESTRI A NAPOLI O A MILANO?

Il maggior numero di sequestri per quanto riguarda la Contraffazione nel nostro paese è stato effettuato a Milano, nel periodo 2012-2016. Cosa significa? Facciamo qualche premessa.

E’ sempre rivelatorio leggere qualche documento ufficiale che riporta “dati” reali, questi sconosciuti. Dati e numeri che, nonostante le loro tristi dimore (le tabelle), riescono ad essere portavoce di informazioni importanti; ovviamente da questa categoria sono esclusi i Sondaggi, divenuti ormai strumenti politici in mano a politicanti 3.0.

Torniamo ai “dati”; quelli di cui oggi intendo parlare si riferiscono ad una materia che mi sta particolarmente a cuore: La Contraffazione. Chi mi conosce, sa bene quante volte ho affrontato l’argomento e con quale attenzione; qualcuno potrebbe pensare che io mi dedichi con questa “passione” perchè rivedo nei prodotti contraffatti i miei Primi Nemici, essendo io produttrice di Borse per un noto Brand e, ovviamente, copiato.

Ma questa risulterebbe una visione quasi surreale, poichè starei affrontando una guerra aleatoria: cioè starei combattendo contro i Fantasmi, più che contro i miei Competitors. E questo, non credo gioverebbe molto alla mia salute, nè al mio Tempo.

La questione, al contrario, è un po’ più complessa.

LA RABBIA

Quando sono entrata nel pieno del lavoro familiare, quello della produzione e ho conosciuto, intimamente, il mondo della Pelletteria e dell’imprenditoria napoletana in questo settore, ho capito che abbiamo in mano un Tesoro Prezioso e lo stiamo uccidendo. Lo stiamo svendendo per pochi soldi a chi violenta costantemente la nostra economia, i nostri diritti e la nostra reputazione nel mondo.

Ho visto abili artigiani alla marcè di beceri criminali; ho visto intere famiglie napoletane ricattate da fabbriche fantasma e contratti a nero; ho visto amiche e amici acquistare prodotti fake, ignorando completamente la loro provenienza e i danni che comportavano alla collettività. Poi, ho visto la presa di coscienza di qualcuno e le inchieste che hanno indagato sulla schiavitù che si cela dietro la Contraffazione, quella degli ambulanti principalmente (italiani e stranieri).

Non sono un Profeta sceso in terra, nè una nuova Paladina della giustizia. Ma sono un’imprenditrice che sogna Napoli nel posto in cui dovrebbe stare: sul podio dell’eccellenza e non nelle discussioni mediatiche sull’illegalità e la Contraffazione.

Un interessante documento del Ministero dello Sviluppo Economico, basato su alcuni dati Censis, riporta i numeri sulla Contraffazione e sul Contrasto ad essa, nelle principali città italiane, ossia quelle in cui questo mercato è più prolifero: Milano, Roma, Palermo, Napoli, Bari, Prato, Venezia, Firenze, Cosenza, Genova.

“I Territori Contro la Contraffazione” espone un’analisi comparata per città e si riferisce all’intervallo di tempo 2008 – 2016, sebbene ci sono riferimenti anche più recenti che riguardano gli ultimi due anni.

Non vi illusterò, per ovvie ragioni, l’intero report, che potrete trovare cliccando Qui, ma riporterò alcune informazioni che, a mio avviso, sono rilevanti (per quanto riguarda il mio punto di vista).

La Contraffazione è cambiata assieme ai tempi: viviamo in un’epoca in cui i consumi sono aumentati, così come gli acquisti e la diversificazione dei prodotti. Un’epoca in cui la mercificazione illegale ha esteso la sua attività a tutti i tipi di oggetti, dall’abbigliamento agli utensili da cucina, fino alle bottiglie di Champagne prestigiose. Tuttavia, viviamo anche in un sistema più controllato, in cui la tracciabilità è un requisito fondamentale, così come la provenienza per il passaggio alle dogane. Questi cambiamenti hanno costretto i criminali del settore ad apportare molte modifiche ai modi di produzione e smistamento dei prodotti.

 

 

LA NUOVA FACCIA DELLA CONTRAFFAZIONE

Questo significa Più Trasferimenti, ma meno “pezzi”: le quantità dei prodotti che viaggiano da un paese all’altro sono diminuite, ma sono aumenti i “viaggi”, per così dire. Inoltre, vengono maggiormente utilizzati i paesi-sponda, ossia quelli meno controllati perchè più soggetti ai traffici. Ancora, molti sono i trasporti che vedono porti europei quasi impensabili, come Rotterdam, Barcellona e Copenaghen.

E, non ultimo, i prodotti che viaggiano da un paese all’altro, sono prodotti “neutri” e non finiti, così da non risultare sospetti: verranno poi assemblati ed etichettati nel paese di destinazione. Queste sono Tutte dinamiche, create ad hoc, per bypassare il Controllo, sia doganale che aeroportuale. Tuttavia, il controllo delle Forze dell’Ordine, una volta iniziata la mercificazione, è più difficile da gestire.

Nell’arco di questi anni, è particolare notare come il numero di sequestri è aumentato, ma è diminuito il numero di Pezzi sequestrati.

Basta pensare che nel 2009 sono stati sequestrati 68.143 pezzi, mentre nel 2016 solo 26.097.

…E NAPOLI?

Nel 2016 a Roma e a Milano sono stati eseguiti rispettivamente il 16,6% e il 13,9% dei sequestri; segue, a distanza, Napoli con il 6,4%. Tuttavia a Napoli i Pezzi Sequestrati sono maggiori di numero.
Questo significa che a Milano, per esempio, il controlli sono maggiori, così come i sequestri.
I sequestri sono diminuiti notevolmente (in relazione al numero di pezzi); infatti si è avuto un calo del 18% tra il 2008 e il 2016 (soprattutto a Roma e a Napoli), ma in contrasto sono aumentati a Milano con il +319,2%.
Se da un lato, questo significa che il problema contraffazione sta diminuendo, dall’altro significa che in alcune città il controllo è più assiduo e vigile.
Controlli e metodi differenzi per lo Stesso Tipo di Problema!
Sì, perchè se Napoli, Prato e Firenze sono al centro della produzione (in Italia), altre città come Milano e Bari hanno il primato della Compra- Vendita e la mercificazione.
Con questo, non intendo affermare che siamo vittime di un complottismo storico, lungi da me affermare il Falso (visto che lo combatto).
Con questi dati vorrei solo sottolineare l’universalità della Contraffazione, intesa come problematica globale e condivisa e non solo legata ad alcuni territori, bandiere secolare del Tarocco.
Affibbiare ad alcuni territori le etichette negative, non è salutare per nessuno: bisogna sdoganare il concetto esteso di Contraffazione per combatterlo a dovere, uniti.
Inoltre, i maggiori produttori dei prodotti contraffatti sono la Cina (e Hong Kong), la Grecia, la Turchia e il Marocco. Ossia, i paesi ai margini geografici e di collegamento.
Il documento che vi ho linkato tocca numerosi argomenti essenziali per la comprensione di questo fenomeno: dal ruolo dell’e-commerce in questo settore, alla percentuale di italiani e non, che nel nostro paese si occupano di contraffazione (è interessante sapere che a Prato, ormai, di italiani sono rimasti ben pochi) e dei metodi di lotta alla contraffazione, sempre più incisivi e sempre più attenti.
Queste sono le notizie positive!!
COSA PENSI DI QUEST’ARGOMENTO? HAI MAI COMPRATO PRODOTTI CONTRAFFATTI? COMMENTA QUI SOTTO IL TUO PUNTO DI VISTA O LA TUA ESPERIENZA

 

 

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