DONNE ITALIANE: LE PIU’ DISOCCUPATE, MA LE PIU’ INTRAPRENDENTI. STUPITEVI!

Anche voi ricordate le feste di compleanno delle elementari?

Io ne ho un ricordo lucido. Ho davanti agli occhi quelle stanze con 9 o 10 ragazzine, riunite a mangiare patatine e a parlare di Barbie, oppure dei nuovi giochi allettanti degli ultimi spot pubblicitari.

E i maschi, dov’erano? Non c’erano. Il più delle volte, alle feste gli inviti erano “di genere”; detto così, mi fa parecchio sorridere….tuttavia, questo accadeva.

Si tendeva, generalmente, a fare una forte distinzione tra maschi e femmine, anche per determinare i “vicini di banco”. Certo, esistevano eccezioni. Io, ad esempio, ad una delle mie feste invitai tutta la classe in pizzeria…e una mia amica è stata seduta per due anni, consecutivi, accanto ad un bambino. Ma, al di là di episodi isolati, io ricordo una netta separazione tra grembiuli bianchi e blu.

Oggi non è così.

Mia figlia mi racconta degli amici maschi, viene invitata alle loro feste e via dicendo…

Si sa, il mondo dei bambini è un po’ lo specchio di ciò che accade tra gli adulti. i loro comportamenti riflettono i cambiamenti sociali, seppur impercettibili alcune volte. Ora, vi è più serenità circa i rapporti inter-personali e le amicizie.

E le figure Uomo – Donna, se non addirittura interscambiabili, hanno raggiunto quasi una sorta di equilibrio, nella comparazione. (Ovviamente, si tratta di affermazioni contestuali, io sono del Sud 😉

La nostra società risponde più rapidamente ai cambiamenti, rispetto al passato. Suppongo perché la velocità dello sviluppo tecnologico è esponenziale, e tale velocità influisce sul modo di comunicare e, se vogliamo, sulle relazioni.

Ma non intendo improvvisarmi antropologa, né sociologa; la cattedra della tuttologia la lasciamo ai profili social…confusi.

Io sono un’imprenditrice napoletana e, pertanto, posso parlarvi di Questo.

E, nello specifico, vorrei parlarvi di una stranezza negli ultimi dati che ho trovato, circa le donne italiane.

Qualche tempo fa, in occasione della festa della donna, il sito della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa, pubblicò un articolo che considerava l’Italia il paese con più donne imprenditrici d’Europa (clicca qui per visionare l’articolo).

Nello stesso periodo, Affaritaliani ha pubblicato i dati circa l’occupazione femmile in italia e le condizioni lavorative delle donne: il risultato è che siamo penultimi in Europa, in merito alla situazione femminile (clicca qui per visionare i dati).

Com’è possibile questa discrepanza? Le donne, più svantaggiate d’Europa sono quelle che, maggiormente, decidono di Fare Azienda?

Beh, io una risposta ce l’avrei. Probabilmente, un tantino provocatoria: e se i motivi del nostro Merito sono, proprio, da ricercare del nostro Deficit?

Mi spiego meglio.

Senza peli sulla lingua, possiamo ammettere che il nostro paese non è proprio la culla delle pari opportunità…e, al di là della legislatura in merito (che, nella pragmatica, lascia il tempo che trova), mi riferisco alla Vita reale.

Gravidanza, maternità e l’intero percorso delle donne che decidono di avere figli, rappresentano, ancora, temi che il mondo del lavoro non riesce totalmente a gestire a pieno.

Le discriminazioni esistono ancora e vivono nell’ombra dei ricatti silenziosi o del mobbing psicologico.

Probabilmente, in un sistema così difficile, le donne hanno Scelto di Creare, piuttosto che eseguire. Di essere il Capo di se stesse, anziché il subordinato precario di qualcun’ altro. Pertanto, di essere Imprenditrici.

Questo è solo un pensiero personale, che, fondamentalmente, non potrà mai essere sostenuto da dati statistici…ma è la riflessione che mi si è materializzata avanti agli occhi, da imprenditrice, dopo aver letto i numeri.

 

Lo scorso luglio, il Digitale ha pubblicato un articolo sulla mia storia di imprenditrice e sulla mia battaglia telematica, circa le risorse della pelletteria napoletana e la loro potenzialità (clicca qui per visionare l’articolo).

Io non faccio parte delle donne, immaginate prima, che hanno Scelto di Imprendere per sfuggire alle dinamiche del lavoro dipendente. Io sono nata in una famiglia di pellettieri e ho deciso di portare avanti l’artigianato dei miei genitori, sebbene con l’introduzione di nuove logiche e nuovi metodi.

Tuttavia, sono un’imprenditrice e vivo a Napoli. E’ un connubio che funziona?

Sì, perché si tratta di una città che ha, fortemente, bisogno di nuove formule, nuove persone e nuove idee che la spostino dalla lavagna dei luoghi comuni.

In Italia, un’impresa su 5 è femminile, mentre a Napoli la cifra aumenta a 1 su 4.

Sempre più donne fanno azienda, mettendo in campo determinazione, audacia, ma soprattutto Coraggio. Secondo i recenti dati, in passato, la tendenza femminile  era, per lo più, quella di creare attività attorno al tema dell’educazione e della cultura, mentre ora le donne affrontano anche settori come la scienza e la finanza. Cosa che, magari, nei paesi nordici è avvenuta prima.

Ma non siamo la Finlandia…e non siamo nemmeno a Milano. Il nostro retaggio culturale agisce, ancora, in modo profondo sui nostri comportamenti quotidiani.

Sarebbe futile mentire su questo, non si può. Anche senza uscire di casa, abbiamo avanti agli occhi un micro-cosmo del nostro sistema, in cui la cura della casa e dei figli è, principalmente, affidato alla donna. Tuttavia, senza imposizioni o coercizioni. E’ piuttosto un andamento naturale, quasi biologico verrebbe da dire.

Pertanto, il fatto che, attualmente, le donne imprenditrici crescano sempre di più e agiscano in settori, finora, colonizzati dagli uomini, non può essere Trascurabile: è, piuttosto, sintomatico di una reale rivoluzione dei costumi. Anche se lenta.

 

In un open-space di 25 ingegneri, forse 3 sono sono di sesso femmile; e quelle 3 non saranno chiamate in causa, sempre e comunque, dal Capo. Solo qualche volta.

“Eh, ma non è così….”

“Non generalizzare!”

“Non siamo al medioevo!”

Già sento le vocine che, dalla curva del progresso, mi accusano di approssimazione. Certo, non posseggo in mano gli studi circa i comportamenti tra ingegneri gestionali, ma vivo e lavoro qui da molti anni e di storie ne ho sentite (e ne sento ) tante.

Dall’esterno, inoltre, non arrivano molti aiuti. Le istituzioni non sono ancora capaci di supportare le donne che lavorano, con un walfare adeguato, per quanto riguarda la maternità e la cura dei bambini, ad esempio.

Nel documento citato sopra, sono chiari i dati circa la nascita dei figli: in corrispondenza all’aumento dei pargoli in famiglia, vi è un aumento delle madri che diventano Inattive al livello lavorativo, ossia che entrano nel part-time o, addirittura, lasciano il lavoro. Questo, principalmente, è dovuto ad un’inadeguata politica sociale a sostegno delle donne.

Da un lato, siamo il paese con il tasso di occupazione femminile più basso (primi solo alla Grecia), dall’altro possediamo il maggior numero di imprenditrici!

Pertanto, ne deduco che gli ambienti ostili hanno la peculiare capacità di far emergere uno spirito organizzativo considerevole. Siamo delle combattenti, prima di essere imprenditrici.

Siamo troppo energiche per essere dimenticate. Siamo Rivoluzionarie pronte a plasmare il destino che ci è stato messo davanti.

Nell’articolo del Il Digitale mi hanno definito una donna di successo, che ha deciso di restare a Napoli, prendere in mano l’azienda di famiglia ed espanderla, facendola crescere nello spirito dell’Innovazione. Io sono, ampiamente, onorata delle parole che mi hanno dedicato…ma lo sono, ancor di più, perché so che di storie come la mia ce ne sono tante!

Conosco donne napoletane che hanno sfidato Uomini e pregiudizi per mettere in piedi la loro impresa.

Conosco donne che, tutti i giorni, come gli uomini, passano 16 ore in azienda, ma non vanno a dormire prive si sensi di colpa (come gli uomini), per aver lasciato i figli, ancora una volta, alla nonna.

Conosco donne, non imprenditrici, che lavorano tutta la giornata e, con lo stipendio, pagano l’Asilo Nido, qualche bolletta del gas e poco di più.

Conosco donne innamorate della propria città e della propria cultura, nonostante la combattano ogni giorno….poiché sono figlie di quelle radici, anziane ma magicamente vigorose. Pronte a Dare la Vita, giorno dopo giorno.

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