Marcwave, un nuovo modo di intendere la borsa. La recensione

Quando Marcwave aprì il suo primo monomarca, era chiamato “il negozio delle borse strane”. Le forme e le strutture inconsuete erano di rottura rispetto ai modelli a cui il pubblico era abituato.

Ma proprio da quel negozio è partita la vera crescita del brand; quella strada di Pistoia divenne la vetrina di una nuova filosofia, quella di Marcwave e del suo diapason.

Il diapason è lo strumento musicale che Marco e Letizia hanno scelto come logo del marchio; fratello e sorella hanno immaginato le loro creazioni come una sintesi armonica di linee, colori e idee che si sono scontrati negli anni, dando vita ad un marchio eclettico e “mai conformista”.

marcwave

Sei curiosa di scoprire i dettagli della borsa che ho scelto?

Spero proprio di sì, perché portarti nei miei viaggi è una delle cose che mi entusiasma di più!

Il brand che scopriremo oggi ha le radici nella pelletteria toscana, con tutta la tradizione che quest’ultima si porta dietro.

Ma il linguaggio atipico riesce a costruire una nuova identità, affianco a quella storica.

Ho conosciuto il brand grazie alle mie ricerche su instagram e non ti nascondo che mi ha conquistata fin da subito!

Non solo per le proposte stilistiche, ma per il modo in cui interagisce con il mondo.

Il tono intimo dei proprietari, gli scatti personali e la ricerca di dialogo si uniscono ai numerosi video “informativi” di Marco, utilissimi a capire il marchio e il suo lavoro.

Tecniche di lavorazione, pulizia della borsa e molti altri argomenti sono il fulcro dei video del giovane designer, che mette tutto a disposizione del pubblico. Soprattutto, la faccia.

Personalmente, ho un debole per chi sceglie di farsi vedere e dare un volto al proprio marchio. Perché è pronto a lavorare sodo per difenderlo.

Inoltre, i lunghi post del marchio, sia su facebook che su instagram esulano dalla mera descrizione del prodotto, per arrivare a parlare della vita, dei valori e delle evoluzioni di tutti noi.

Mi piace molto questo tipo di approccio social!

E mi piacciono i due giovani ragazzi, che anni fa hanno scelto di mettersi in discussione, in un mondo nuovo.

Letizia, come mi ha scritto, lavorava nell’ambito back office in un’azienda tessile, mentre Marco collaborava con un importante studio di design di interni a Firenze.

Quando hanno scelto di creare Marcwave lui aveva 30 anni, mentre lei 36.

Così, nel pieno dei venti giovanili, si sono fatti trasportare da un sogno possibile.

Nel 2013 nasce così il brand di accessori.

Ma i primi anni non furono brillanti come si sperava.

Si sa, i progetti emergenti devono lavorare duramente per farsi spazio in un sistema denso e diversificato come il nostro mercato della moda; ma sacrificio, ostinazione e talento riusciranno sempre a spiccare, quando arriva il momento.

Così dopo diverse fiere di settore, agenti impegnati sul territorio e apparizioni in riviste di moda molto autorevoli, come Vogue e Cosmopolitan, arriva finalmente il tempo di farsi notare.

Ed è con l’apertura del negozio in via Atto Vannucci, 20, nel centro storico di Pistoia.

Lo store, un luogo molto affascinante, riuscì ad arrivare finalmente agli occhi più importanti, quelli del pubblico.

L’arredo minimalista del negozio prendeva la rotondità necessaria grazie ai colori accattivanti del pavimento e dei prodotti esposti nello store.

Ma, ancora una volta Marco e Letizia, non erano del tutto contenti: la risposta del pubblico era massiccia e grata, ma loro volevano ancora di più.

Così, a Novembre scorso, hanno chiuso il monomarca a Pistoia, per dedicarsi interamente al mondo on-line, quello che ti porta dappertutto. Oltre i confini delle città e dei trend urbani.

Ora la sfida è il web. E direi che ci stanno riuscendo.

Marcwave: cosa ho trovato di originale…

I modelli del marchio toscano presentano linee geometriche molto accurate, con colori a contrasto e strutture decise; forse è la volontà di riassumere la nuova donna, conflittuale e piena di forza. La nuova energia che irrompe.

L’ispirazione, come leggo dalle informazioni del brand, arriva per lo più dall’art dèco, dal design post-moderno e dall’architettura.

Ritorna ancora, la volontà di creare una sintesi; corposa, che non lascia indietro nessun dettaglio.

Del resto, la formazione di Marco nel design e nell’architettura trapela perfettamente dalle geometrie delle sue borse.

La borsa, in questo caso, è portavoce di personalità e consistenza. Un aspetto che mi piace molto.

La pelle usata è quella che proviene dall’industria alimentare e che verrebbe buttata via, se non fosse adoperata nella produzione della moda.

Un po’ di tempo fa abbiamo visto come questo processo di riciclo rendi la genuine leather (pelle) uno dei materiali più sostenibili del mercato. Almeno, finché ci nutriremo di carne.

La concia al vegetale, assieme all’attenta selezione dei materiali e alla cura per il design fanno intendere che le borse Marcwave siano accessori di qualità.

È cosi? La mia borsa è di qualità?

Tra pochissimo lo scopriremo insieme!

Io non mi occupo di pubblicità.

Per cui, non stai leggendo un articolo “comprato”, ma la mia reale opinione ad una borsa che ho acquistato con i miei soldi.

È bene che tu sappia questo, per capire il significato della mia attività sul web.

I nostri marchi, giovani e non, hanno bisogno fortemente di essere sostenuti, oggi più di prima.

E comprare i loro prodotti è il mio modo concreto per dare una mano.

Ma non è solo questo.

C’è qualcosa di più profondo dietro le mie recensioni.

Parlarti delle borse realizzate dai marchi onesti, significa mostrarti quanta bellezza, cura e qualità ci siano alla base della produzione legale.

Al contrario di ciò che accade per il mercato del falso, il nemico indiscusso delle nostre aziende.

Non cedere mai alla tentazione di comprare una borsa falsa!

Perché darai i tuoi soldi ai clan criminali della contraffazione, i primi colpevoli della miseria che ci sovrasta nei momenti di crisi come questo.

Ma torniamo al marchio Marwave, una storia decisamente più felice.

Marcwave: ecco la mia borsa

marcwave

Come ti ho anticipato, ho conosciuto il brand su instagram, grazie agli hashtag di riferimento.

Sì, lo so… sto diventando una super esperta dei social, ma non è colpa mia!

Il periodo che stiamo vivendo elimina quasi del tutto la vita sociale. Per cui, ognuno si dedica alle sue intime passioni.

Inoltre, dovrò essere una grande studiosa dei social, visto che ho una figlia quasi adolescente…

Sono certa che mi capisci!

Conosciuto il brand, dopo aver scambiato quattro chiacchiere in chat con Letizia, sono andata direttamente sul sito del marchio per comprare la mia borsa.

Ho scelto il modello Bomb, zaino – secchiello – shopper, in pelle nera di vitello con finta pelliccia rosa, accessori in oro e fodera in cotone e poliestere.

È una borsa davvero figa, devo ammetterlo!

Il costo pieno era di 300 euro, ma l’ho pagata 155 perché era tra gli ultimi modelli. Infatti adesso sul sito risulta terminata; ma ci sono tantissime borse originalissime da scoprire!

Una bella sorpresa per me: Marco e Letizia mi hanno spedito un regalino vicino al mio acquisto, il Kit Cura.

È un prodotto in vendita anche sull’e-commerce di Marwave e serve per pulire le borse di pelle; all’interno trovo la crema specifica, la spugnetta e lo spray dedicato.

marcwave

Abbiamo già visto in passato come pulire le borse di pelle e in simil-pelle. Ricordi?

Questo piccolo omaggio profuma di “dedizione e cura per i dettagli”, due aspetti che fanno sempre la differenza.

Vediamo i dettagli della mia borsa:

  • La mia borsa Marcwave è arrivata in una scatola logata molto carina.
  • A prima vista, mi piace molto; soprattutto per come è stata pensata la finta pelliccia, nel suo semi-cerchio perfetto. Inoltre, non amo la pelliccia vera, quindi per me questa è un’ottima soluzione.
  • Anche la scritta dorata del brand risuona delle vibrazioni del diapason e delle linee che si interrompono nei suoni.

marcwave

  • La mia borsa è polifunzionale: zaino, shopper, borsa a spalla. Infatti la tracolla interna è regolabile, in base all’utilizzo che ne vorrò fare.
  • All’interno trovo, inoltre, la fodera in jacquard, fatta in cotone per il 13% e in poliestere per l’87%; un’etichetta presente nella borsa mi da tutte le informazioni sui materiali: molto bene!

marcwave

  • All’interno, ancora, trovo una tasca rigida porta-cellulare: utilissima! Il fatto che sia rigida, ripara il mio smartphone da tutto il resto della mia borsa (sempre piena!)
  • La tintura è ben fatta, dal momento che manici e tracolla non grattano affatto; si presenta compatta e asciutta, come deve essere.
  • Le cuciture sono ben lavorate, quasi perfette.
  • Anche i dettagli appaiono molto curati.

Marcwave: la mia borsa è promossa?

Da come avrai capito, sono stata conquistata da questo brand!

Dal progetto, dal coraggio degli ideatori, dalla filosofia che c’è dietro e da come gestiscono la vendita.

La mia borsa mi piace molto: design, stile e struttura del prodotto si incastrano alla perfezione; anzi, armoniosamente, come suggerisce il diapason.

Anche la lavorazione è impeccabile; in effetti, Letizia mi ha svelato che suo fratello Marco è un tantino “maniacale” quando si tratta di dettagli.

E questo si nota benissimo!

Inoltre, la scelta di lavorare con materiali selezionati è una mossa molto saggia. Perché la qualità non muore mai!

La mia borsa è promossa al 100%.

Tu cosa ne pensi?

Lasciami un commento qui sotto!

Voti (0/5)

Cuciture 5
Tintura 4 1/2
Rifiniture 5
Rapporto qualità/prezzo 4 1/2
Utilità 4 1/2

Guarda la mia recensione alla borsa Marcwave!

Scrivi qui sotto per suggerirmi un’altra borsa da raccontare!

Grazie per il tempo che mi hai dedicato.

marcwave

Leggi anche:

Borsa Autore 1902: la manifattura napoletana che resiste. La recensione

Borsa Hibourama: due giovani donne e un sogno Made in Italy

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *