Perchè i Produttori napoletani devono cambiare Rotta

Quando mi interfaccio con le persone circa il mio lavoro e dico loro di essere una produttrice di Borse, nell’ambito della Pelletteria, mi capita di incontrare, spesso, la solita ironia: “…E produci le Borse Vere o quelle False?!”.

Magari non è sempre ironia. Forse qualcuno, chissà, si sarebbe aspettato una risposta spiazzante e confessionale; del resto, alcuni produttori non fanno alcuna auto-critica sull’argomento e non hanno problemi, in confidenza, a rivelarti la loro “scelta”. Probabilmente,  per loro (come per molti) non si tratta di criminalità e oscurità, bensì di una strada alternativa a quella proposta dal Sistema monetario vigente, crudele con i più disagiati. Ma sappiamo che non è così: ho parlato spesso della Contraffazione e del suo ingranaggio malsano che colpisce, soprattutto, i lavoratori, il territorio e il cliente finale. Ad avere la peggio non saranno certo le Istituzioni o i Grandi Brand copiati, ma solo il popolo. Come sempre. Come tutte le grandi scorciatoie, apparentemente, benefiche.

Per anni Napoli è stata associata al Mercato nero della Contraffazione, al sabotaggio della legalità, alla compra-vendita di prodotti simil-originali. In un altro articolo, ho cercato di spiegare perchè la contraffazione ha preso piede così facilmente nella nostra terra, riconducendo il discorso alla nostra preziosa manualità, alla Storia dell’Artigianato che ci contraddistingue e che non abbiamo saputo valorizzare a dovere. Ci siamo distratti. Ma non si è distratta la Camorra, sempre sul pezzo e sempre alla ricerca di risorse da sfruttare. Sfruttamento e schiavitù popolare, del resto, sono proprio i cardini sui cui gira il Sistema Criminale. Vorrei tanto che questo fosse chiaro e palese a tutti e che si finisca di vivere in una logica ambigua, sempre pronta a mistificare.

Dicevamo. E’ quasi automatico, nella coscienza delle persone, il collegamento tra la Produzione napoletana e la Contraffazione; questo è molto pesante per i produttori partenopei, costretti sempre a sottolineare le differenze e a combattere contro un nemico visibile, ma col dono dell’irreperibilità.

COSA DEVONO FARE I PRODUTTORI?

Uscire dalla loro aziende, prima di tutto.

Per far conoscere il tuo prodotto, la tua qualità e sopratutto la tua onestà, c’è bisogno che Metti la Faccia: c’è la necessità impellente di costruire relazioni sociali fertili, che mettano in comunicazione Produttori, Brand e clienti finali. La fiducia si edifica sulla conoscenza reciproca e funziona così per ogni tipo di rapporto umano; forse, a volte, ci dimentichiamo che anche il commercio e la vendita hanno alla base i rapporti umani, declassandoli a scambi monetari. Non è così.

Ed è proprio la nostra Storia ad insegnarcelo: le radici del nostro Artigianato ci raccontano come è dalle persone che nasce l’economia fiorente. Certo, le cose cambiano e non andiamo più nelle botteghe a farci riparare le scarpe, poiché è più conveniente acquistarne nuove ed ammortizzare i nostri tempi ristretti. Ma le cose che si Evolvono non bruciano mai le loro radici: il bisogno del confronto è ancora rintanato in noi. Ed emerge tra gli scaffali dei grandi centri commerciali, quando cerchiamo il personale per chiedere qualche informazione in più sul prodotto e, in fondo, una parola rassicurante sull’acquisto che stiamo facendo.

E forse, in alcune città non è del tutto perso il legame col negozio di quartiere: a me piace ancora andare dal salumiere e chiedere se il prosciutto è a buon punto e se la ricotta è fresca di giornata. Sembrerebbe irreale, ma stiamo ritornando a questo tipo di commercio: negli Stati Uniti, hanno chiuso numerosi Centri Commerciali negli ultimi anni. C’è un ritorno alle Relazioni, nonostante appaiono anacronistiche agli occhi di un Sistema Globale che, finora, andava verso la standardizzazione.

Per la Produzione e per la stessa Pelletteria valgono le stesse regole.

Nei giorni passati è uscita una mia intervista sulla Rivista di Settore Leather & Luxury, in cui dichiaro il mio sogno più vicino: Vorrei che l’Eccellenza della Pelletteria napoletana fosse conosciuta in tutto il mondo.

Non si tratta, a mio avviso, di una utopia, bensì di un cambiamento che richiede impegno e sacrificio. Io, come imprenditrice napoletana, credo che gli stessi imprenditori debbano cambiare rotta ai loro atteggiamenti. Farsi conoscere non significa parlare sempre e comunque di sè stessi: la comunicazione valida, a mio avviso, è quella che riguarda la Comunità. Va bene parlare delle proprie produzioni e del proprio lavoro, ma…

Quando inizieremo a parlare di Come Fare Azienda in un territorio difficile come il nostro? Quando inizieremo a Creare una Rete Seria tra Produttori, Brand e Clienti?

Parlare al mondo della nostra eccellenza significherebbe prendersi cura della crescita totale del territorio, affinché l’argomento principale non sia sempre la Contraffazione e gli escamotage a-sociali!

Parlare al mondo della nostra Pelletteria, esportandone la filosofia, significherebbe coltivare la nostra terra …. abbandonando l’idea di far crescere solo il Nostro Piccolo Orto. Se attorno hai la desolazione, la tua piccola terra appassirà, proprio come le tue idee.

COSA NE PENSI DI QUEST’ARTICOLO? SEI D’ACCORDO SUI CAMBIAMENTI DA METTERE IN ATTO? COMMENTA QUI SOTTO E DISCUTIAMONE INSIEME!

2 pensieri riguardo “Perchè i Produttori napoletani devono cambiare Rotta

  • 02/10/2018 in 21:04
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    L’articolo è interessante ed è bello vedere che a Napoli c’è una nuova imprenditoria che vuole cambiare, ma soprattutto fare il salto di qualità. Mia madre per oltre 30 anni aveva una sartoria con diverse collaboratrici e mi diceva sempre che aldilà del modello la differenza la faceva la qualità delle stoffe che permettevano di valorizzare tutto il lavoro. Penso si debba puntare tutto sulla qualità .Far toccare il prodotto ai potenziali clienti che ne devono sentire la mormidezza e l’odore nel caso delle borse. Sentirle parte di se. Un tutt’uno con esse. Capire cliente per cliente l’esigenza e creare qualcosa che rispecchi il loro carattere. Complimenti continui a crederci perché credere è il sale della vita.

    Risposta
    • 02/10/2018 in 21:30
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      Grazie mille Pio e complimenti per la sua storia.
      Questi feedback fanno bene al cuore ed al settore. A presto ?

      Risposta

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