CACTUS BAG, BORSA MADE IN ITALY IN PELLE E TESSUTO: LA RECENSIONE
La borsa Cactus bag è l’ultima arrivata nella mia collezione. E non vedo l’ora di mostrartela!
Esistono storie che ti restano addosso, e che ti trasmettono la carica giusta per continuare a lottare, qualunque sia la battaglia che hai scelto.
La storia di Lucrezia, ideatrice di Cactus bag è piena di buone ragioni per non mollare: un messaggio per tutte le donne che hanno smarrito il desiderio, senza accorgersi che è più vicino di sempre.
Lucrezia Orsini progetta e realizza le sue borse all’interno della bottega-laboratorio che ha messo in piedi, dopo che un drastico cambiamento ha rivoluzionato la sua vita.
È giusto ricordare sempre che da una grande crisi può nascere una grande opportunità. E così è stato per il cammino della giovane toscana.
Un cammino che non era già lì, come le storie sul destino ci vogliono spesso far credere. Ma è qualcosa di nuovo e irripetibile che ha costruito con le sue mani, minuto per minuto.
Lucrezia lavorava in un’azienda di moda, come modellista. Questa era la professione a cui aspirava da sempre, fin da bambina; fin da quando, piccina, guardava la madre a lavoro e imparava l’arte del cucito. Come racconta LaNazione, il quotidiano di Siena, in un articolo dedicato, la mamma di Lucrezia si occupava di divani, adoperando diversi tipi di stoffe.
Sarà proprio la conoscenza dei tessuti ad arricchire il progetto di Lucrezia, quando metterà al mondo Cactus bag. Ma andiamo con ordine.
Nel 2016 Lucrezia Orsini viene licenziata, da un giorno all’altro.
Se da un lato, la notizia è sconvolgente, dall’altro appare stranamente rassicurante.
Lucrezia, dopo le giornate di lavoro, non tornava a casa felice. Nè appagata.
Per cui, quel licenziamento brusco aveva l’inconsueto sapore di libertà.
Tuttavia, non aveva lavoro, né alcun progetto su cui fare affidamento; fino al giorno in cui due amiche di Roma le suggerirono di presentarsi ad un mercato cittadino con alcuni capi realizzati con le sue mani: accolse il consiglio.
Quel giorno Lucrezia tornò a casa con 600 euro in tasca. Aveva venduto 3 borse, un marsupio e 4 cappotti.
Una scintilla le scosse i pensieri. L’idea stava per venire al mondo. Era giunto il momento di dedicarsi a ciò che amava, a discapito della “sicurezza” lavorativa che poteva trovare in azienda.
Così nasce Cactus Bag, con le sue borse artigianali.
Adesso, come lei stessa racconta, si sveglia con la voglia di creare; e va a dormire contenta, con i sorrisi in testa di chi ha comprato la sua borsa e le manda foto entusiaste.
“Se la perfezione non fa per te. Scegli il fatto a mano” si legge sul sito di Cactus bag; i prodotti del brand hanno la caratteristica di mettere assieme tessuti (soprattutto di tappezzeria) e parti in pelle.
Materiali che sono così contrastanti da rendere le borse super-particolari:
“(…) Mi piace incastrare fantasie impensabili, unire materiali dalla mano pesante insieme a pelle dal tatto setoso, se qualcosa sembra improponibile, è proprio lì che la mia immaginazione comincia a volare e molte volte il risultato è sorprendente e prende forme, colori e sfumature che nemmeno io mi aspettavo”.
Questi sono i giovani progetti del Made in Italy. Questo è il futuro che dobbiamo supportare.
LE MIE RECENSIONI NON SONO SPONSORIZZATE.
Nessuno mi paga per parlare di borse, né accetto accessori in regalo per mostrarli al mio pubblico.
Ed è molto importante che tu lo sappia.
Perché ciò che leggi in questo blog e segui sul mio canale youtube è frutto di un’attività spontanea e non pubblicitaria.
Cara Ornella, ma se non lo fai per guadagnare soldi, qual è allora il tuo obiettivo?
Il mio scopo (e il mio sogno) è sostenere la filiera legale del Made in Italy, attraverso le storie dei marchi che lo rappresentano: non possiamo svendere la nostra eccellenza manifatturiera e non possiamo perdere gli standard di qualità che appartengono alla nostra storia artigianale.
Il mio scopo, oltretutto, è inviare un messaggio chiaro e possibilmente amplificato: compra sempre borse originali e boicotta il Mercato del Falso.
La contraffazione è uno dei giri economici più pericolosi al mondo, poiché accresce in modo rapido (e indolore) le casse della criminalità organizzata.
Rinunciare ai prodotti fake è il primo passo verso un acquisto consapevole, che diventa sempre più “utile” man mano che ti avvicini ai prodotti, ti informi sulla provenienza e sui materiali.
Il nostro portafogli è, da sempre, uno strumento di democrazia oltremodo potente; ma l’abbiamo dimenticato.
Decidere di acquistare una borsa originale, di un laboratorio artigianale, o di una piccola azienda Made in Italy, o ancora di un marchio onesto già famoso, significa dare i tuoi soldi alla Filiera legale.
A chi lavora duramente tutti i giorni, con sacrificio ed energia, proprio come te. E come me.
Io mi occupo di produzione conto terzi di borse Made in Italy, seguendo le impronte storiche della pelletteria napoletana; la mia azienda fa parte di quel comparto produttivo che mantiene fede alla manodopera accurata.
La mia azienda, oltre tutto, è anche la mia famiglia allargata; con i miei collaboratori condivido i momenti di successo, e anche quelli di crisi. Proprio come la crisi che stiamo vivendo in questo momento storico, dopo il lungo lockdown che ha riguardato la produzione.
Per tutti questi motivi, io ho scelto di sostenere i piccoli marchi del Made in Italy.
E te li racconto in questo blog!
Adesso, vediamo da vicino la mia nuova borsa, la Cactus bag.
CACTUS BAG: ECCO IL MODELLO CHE HO SCELTO!
Ho incontrato on-line il giovane marchio di Lucrezia, dopo i numerosi suggerimenti che mi sono arrivati da tutte voi!
I tuoi consigli sono sempre molto preziosi per la mia ricerca: continua a segnalarmi le borse che hai provato, oppure quelle che vorresti conoscere più da vicino prima di fare l’acquisto!
Ho comprato la mia Cactus bag direttamente sul sito ufficiale, scegliendo una Stapelia damascata, in bronzo e nero, con pelle e tessuto del Marocco.
L’ho pagata 75,00 euro più 6,00 di spedizione.
Mi è arrivata con un po’ di ritardo, ma sono gli imprevisti del momento.
La mia borsa è una sorta di maxi-pochette, che si piega su se stessa, per cui molto profonda, anche se apparentemente piccina.
Si può indossare su entrambi i lati, prediligendo quello in pelle o quello in tessuto, in base al momento. Quest’aspetto è molto carino!
Ha una tracolla rimovibile che si sgancia grazie a dei moschettoni, per cui posso scegliere di indossarla, o meno.
Vediamo tutti i DETTAGLI:
- La mia Cactus bag è arrivata in un packaging molto accurato, e sostenibile! Sono sempre di più i marchi che scelgono di sostituire la plastica con la carta, in modo da avere un impatto ambientale minore. Con la borsa, mi è arrivato anche un carinissimo portachiavi e una flanellina ben fatta!
- Subito mi sono saltate all’occhio le cuciture, a contrasto. Molte volte ho raccontato del lavoro di mio padre, quando aveva un marchio tutto suo e produceva borse di pelle Made in Italy: lui adorava le cuciture fortemente a contrasto, che diventavano quasi nuovi accessori della borsa.
- All’esterno, il lato in pelle è fatto con tre tipi di pellami diversi, sia per quanto riguarda la grana, sia per i colori: questa scelta stilistica è decisamente accattivante! Dall’altro lato, c’è il tessuto, in una fantasia che mi piace molto!
- All’interno, troviamo una tasca con zip in metallo e una fodera in tessuto molto particolare: mi piace molto la fantasia floreale in contrasto con tutto il resto.
- La tintura non è molto presente: la trovo, soprattutto, in prossimità dei bordi, affinché siano puliti e compatti. Per il resto, non vedo tintura.
- Porterò la mia borsa a mano, proprio come una pochette. Potrei pensare di portarla “intera”, cioè non piegata su se stessa, usando la tracolla: ma non vi sono i ganci superiori per mettere la tracolla, la quale invece resta agganciata a metà borsa, risultando un po’ scomoda.
- Uno dei piccoli difetti che trovo è legato alle cuciture, o piuttosto al modo di cucire su materiali dal grosso spessore: un piccolo accorgimento tecnico poteva evitare cuciture così marcate. Ma è davvero un dettaglio trascurabile, a cui fa caso solo un addetto ai lavori.
CACTUS BAG: LA MIA BORSA È PROMOSSA?
Lucrezia Orsini ha creato un progetto partendo dalle sue competenze e dal suo talento. Oltre a questo, ci ha messo un ingrediente fondamentale: i sentimenti. Quelli legati ad un sogno che è cresciuto insieme a lei.
Questo è quello che ho percepito dalla mia borsa, da come Lucrezia parla sui social e dai piccoli dettagli di ogni foto postata. A volte, intimi. E sempre accurati.
La mia borsa Cactus bag è decisamente promossa.
Sostenere i piccoli brand è quasi un dovere per ognuno di noi, abitanti di una stessa comunità; quella che ci nutre e che dovremo lasciare ai nostri figli. Si spera, migliorata.
Anche solo la condivisione di un post, un like ad una foto, un suggerimento ad un’amica sono modi concreti per contribuire alla crescita delle giovani realtà produttive.
Ed anche per me vale lo stesso: la mia battaglia contro la contraffazione e per la difesa della pelletteria Made in Italy ha bisogno del tuo supporto!
Insieme, possiamo cambiare le cose che non ci piacciono. Perché non provarci?
Condividi quest’articolo e continua il racconto delle storie Made in Italy!
VOTI (0/5)
CUCITURE | 4 |
TINTURA | 3 |
RIFINITURE | 4 |
RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO | 4 1/2 |
UTILITÀ | VEDIAMO! |
GUARDA IL MIO VIDEO DELLA RECENSIONE ALLA CACTUS BAG!
SCRIVI QUI SOTTO PER SUGGERIRMI UN’ALTRA BORSA DA ESPLORARE!
GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.
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