CHI COMPRA IL MADE IN ITALY? CE LO STA INSEGNANDO LA CRISI
Chi compra il Made in Italy? Chi sostiene la produzione italiana della moda, della pelletteria e dei settori affini?
A queste domande ha risposto la Crisi che stiamo vivendo. O meglio, ha finito il quadro di cui già avevamo un disegno confuso. Adesso, limpido e preciso.
Intendo dire che quello che stiamo vivendo ci sta fornendo dati molto interessanti circa il Made in Italy e le vendite in generale. Dati che probabilmente non avresti immaginato.
Perchè sei allo scuro di tutto ciò che riguarda la produzione. Ma non è colpa tua; la maggior parte di noi vive con questo grande demerito: non ci INFORMIAMO.
Tutti colpevoli, quindi tutti innocenti.
In tempi ordinari, senza alcuna emergenza nazionale o virus letali, siamo legati ad alcune abitudini di consumo automatiche, quanto cieche. Facciamo i nostri acquisti ad occhi semi-chiusi: guardiamo attentamente il design, tocchiamo il materiale di una borsa, scrutiamo il prezzo sul cartellino. Ma nient’altro.
Le nostre domande non sono quasi mai direzionate alla produzione: dove è stata fabbricata la borsa che ho scelto di comprare? Da chi? La produzione è sostenibile a livello ambientale?
Viviamo in una scatola in cui risuonano molte voci; voci che ci suggeriscono cosa sia “meglio” per noi: spot pubblicitari, banner colorati, influencer e video virali che ci parlano dei marchi prestigiosi e dei loro “meriti”. Delle tendenze, dell’audacia e della convenienza.l
E siamo così assorbiti dalla nostra scatola quotidiana che ci dimentichiamo di aprirne altre.
Fin quando non accade qualcosa. Qualcosa di serio e preoccupante.
Fin quando un’emergenza nazionale non ci chiude in casa, bloccando merce che entra e merce che cerca di uscire.
COSA È EMERSO DALLA “QUARANTENA” DEI MERCATI?
La produzione Made in Italy è crollata.
Dal settore eno-gastronomico a quello siderurgico, le aziende temono per il loro futuro.
Ma tralasciando i settori che non mi competono, parliamo della pelletteria.
La moda è ferma. Immobile. Oserei dire, spacciata.
Perché? La risposta ci riconduce alla domanda che ci siamo posti all’inizio, ossia:
CHI COMPRA IL MADE IN ITALY?
Gli stranieri. I turisti. I forestieri.
Il Made in Italy risente dei suoi sostenitori, cioè dei “clienti” esteri.
Già eravamo a conoscenza del fatto che le esportazioni rappresentassero una grande fetta delle nostre vendite:
“I dati sulle esportazioni sono impressionanti: il Made in Italy viaggia all’estero, con la velocità di un marito che cerca vie di fuga nei corridoi di Zara. Nel 2017 le Esportazioni hanno raggiunto i 6,1 miliardi di euro.
Poco tempo fa, ho scritto in merito alla vendita estera della Pelletteria italiana, informando i miei amici lettori che il paese più “vorace” è la Svizzera. La crescita della Swiss Fashion Valley del Canton Ticino, ha favorito, in quel territorio, l’incremento delle attività dei Brand del Lusso.
Accanto alla capolista, molti altri paesi sono in crescita, per quanto riguarda l’importazione della pelletteria italiana, come la Francia, Hong Kong, Giappone, Usa e Sud Corea (…)”. (fonte:blog.ornellaauzino)
Questo è ciò che ho scritto qualche tempo fa in merito alle esportazioni.
Ma, forse, non immaginavamo che, accanto al potere delle esportazioni, ci fosse quello dei… turisti.
Visitatori da tutto il mondo che, nelle strade delle nostre città, amano comprare prodotti Made in Italy, fatti dai nostri artigiani o da marchi minori che tanto si affidano alla qualità della nostra manodopera.
Il Sole24Ore ci informa che Confcommercio stima una perdita di 5-7 miliardi di euro, nel caso in cui la crisi si prolunghi fino a maggio, mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha stimato una riduzione del Pil dello 0,2% nell’arco di un anno.
Queste cifre sono, senza dubbio, la diretta conseguenza del drastico calo delle esportazioni, visto che regioni come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna, da sole, incidono su circa il 40% del Pil.
Ma non solo.
I forti cali sono anche il risultato della mancanza dell’affluenza turistica nelle nostre principali città: Napoli ha perso 15 mila visitatori e si stima che nei prossimi giorni sarà cancellato il 30% delle prenotazioni circa le vacanze di Pasqua.
Cinesi, Russi, Statunitensi, Arabi… sono i veri amanti dei prodotti Made in Italy.
MADE IN ITALY: COSA COMPRANO GLI ITALIANI?
Se fino ad oggi, i nostri prodotti quotidiani erano scontati e garantiti, adesso non è più così.
Con l’avvento del Corona-virus e il nuovo clima di “guerra”, ci siamo resi conto che alcuni prodotti non ci sono più. Prodotti di uso quotidiano, o magari prodotti legati al settore farmacologico o sanitario. Come le mascherine protettive, ad esempio.
Ma, oltre ai prodotti necessari per la salute, anche quelli di uso abitudinario vengono a mancare.
Si tratta di merce che veniva dall’estero e adesso non può più arrivare.
Stiamo sentendo fortemente la mancanza dei prodotti a cui eravamo abituati.
Sì perchè gli italiani non comprano Made in Italy.
O spesso, pensano di comprarlo ma non è così.
Come mai?
Per capire questo meccanismo, bisogna tornare al punto precedente: la mancanza di informazione.
Tendiamo a scegliere alcuni marchi, piuttosto che altri, per la popolarità, l’avvenenza o forse i messaggi che ci inviano.
Magari si tratta di marchi italiani. Magari si tratta di marchi storici.
Tuttavia, non è detto che un marchio italiano produca necessariamente in Italia.
E la nostra “poca” curiosità per la produzione e tutto quello che c’è dietro, non ci permette di saperlo.
Al contrario, esistono moltissimi brand Made in Italy che, a prezzi modici, seguono la tradizione della nostra pelletteria e producono borse di qualità.
Ne ho esplorati molti grazie alle mie Recensioni e ho raccontato le loro storie: sul mio blog puoi trovare molti marchi interessanti per il tuo “guardaroba consapevole”.
ATTENZIONE: Non ti sto dicendo che abbiamo l’obbligo di scegliere il MADE IN ITALY perchè la nostra produzione è migliore della altre!
Ti sto dicendo che scegliere un prodotto MADE IN CASA significa sostenere Chi lavora per la nostra Comunità, Chi la sostiene e Chi un giorno ne farà parte attivamente, i nostri figli.
Adesso, scegliere i “nostri” prodotti è considerato un DOVERE. Ma non deve essere così.
In molti ci suggeriscono di ri-tornare al Made in Italy perché la crisi economica che sta arrivando ha bisogno di Noi.
In realtà, siamo Noi che abbiamo avuto il bisogno di un episodio così violento per prendere alcune consapevolezze. Come la “bellezza” delle nostre aziende.
Abbiamo smarrito la bussola perchè alcuni valori sono stati fraintesi. Come quello dell’Originalità: Quando una borsa si può considerare originale?
MADE IN ITALY: QUANDO UNA BORSA È ORIGINALE?
Durante questi giorni di rara solitudine, ho potuto riflettere su alcuni aspetti che tengo a cuore. Pelletteria, produzione, borse Made in Italy sono gli argomenti attorno a cui sto costruendo parte della mia vita. La parte che tenta di essere coraggiosa.
Mi sono dunque soffermata sul concetto di “originale” nell’immaginario collettivo.
Sebbene sia un tassello di cui abbiamo già parlato diverse volte, voglio ancora una volta, capirne di più, assieme a te.
Per BORSA ORIGINALE, spesso, si intende la borsa griffata, cioè una borsa di lusso, tra i tanti marchi famosi che esistono. Questi sono come i pilastri del mondo della moda e, da soli, sono capaci di esprimere la storia dello stile.
Assodato che si tratta di firme prestigiose e di grande qualità… è fondamentale ANDARE OLTRE ciò che appare, per arrivare a ciò che è.
Quando una borsa è originale?
- Quando è autentica.
- Quando è studiata.
- Quando la sua produzione è legale.
- Quando il suo produttore è onesto.
- Quando te ne innamori, a discapito di ciò che pensa il mondo.
Per cui, una borsa originale può essere figlia di un grande brand, ma anche di un marchio di nicchia e poco conosciuto. O, ancora, una borsa originale può essere la meravigliosa creazione di un artigiano di quartiere, abitante di una piccola bottega e custode di grandi sogni.
Io sono cresciuta in fabbrica, tra gli odori della pelle grezza e le spiegazioni di mia madre sulla cucitura, mai perfetta perchè artigianale.
Attualmente mi occupo di produzione conto terzi di borse Made in Italy, seguendo le impronte dei miei genitori e gli insegnamenti dei maestri artigiani che hanno vissuto la mia fabbrica.
Conosco bene la produzione, ma solo perché la vivo.
Io, come te, sono pigra su tutto il resto. Non mi informo abbastanza e lascio scorrere il fiume delle mie cattive abitudini.
È per questo che ho scelto di creare una RETE che possa parlarti della produzione, delle Borse che compro e di QUALI STORIE CI SONO DIETRO.
Le storie valgono più delle borse. Ne rappresentano l’anima.
FACCIO LE RECENSIONI ALLE BORSE CHE COMPRO per parlarti della loro qualità e delle tecniche produttive. Ma non solo.
Le mie recensioni cercano di raccontarti la storia che c’è dietro ogni marchio: esistono grandi uomini e grandi donne che, con sacrifici e un po’ di pazzia, hanno creato progetti straordinari. Persone sconosciute, ma piene di potere. Il potere della creatività e della legalità.
Nessuno mi paga per le mie Recensioni: è il mio modo personale di contribuire al mondo della produzione legale e fargli “pubblicità” in un coro che non gli lascia molto spazio.
TI SFIDO A FARE UN GIOCO!
– Apri il tuo guardaroba e leggi i marchi delle tue borse:
- Di quanti ne conosci la storia? Cosa sai su quelle borse?
Io l’ho fatto.
Ma facendo parte del settore – borse, ho preferito farlo con l’abbigliamento.
E ti assicuro che il risultato mi ha sconvolto!
Provaci anche tu e fammi sapere cosa succede!
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GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.
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