PRODUZIONE BORSE A NAPOLI: PERCHÈ CONVIENE?

Napoli non è sempre un racconto possibile.

Qui si intersecano mondi diversi e riescono a convivere senza troppi drammi, a discapito di quel che si pensa.

Da un lato, città metropolitana e centro nevralgico del sud Italia; dall’altro, una sorta di presepe vivente, che ha lo stesso odore del tempo che non scorre.

Sono napoletana e, al di là, di tutti gli intoppi della mia città, ho il compito (quasi civico) di esplorare oltre.

E oggi ti porterò con me, in una camminata poco conosciuta al turista. Oggi entreremo dentro le fabbriche di chi produce a Napoli, da decenni.

Non tutti sanno che la Campania ha una grande tradizione artigianale: le diverse zone delle province, nei secoli, si sono specializzate in prodotti diversi. Dalla Pelletteria, alla produzione tessile, fino alla lavorazione dei Coralli.

Questa storia ha inizio molto tempo fa, e si è nutrita delle idee illuministe dei sovrani borbonici, grazie ad esempio al progetto formativo del Real Albergo dei Poveri, una struttura ancora esistente a piazza Carlo III.

Il palazzo, nel XIX secolo, raccolse tutte le conoscenze artigianali e manifatturiere della città per istruire i giovani che non avevano un mestiere: una vera e propria scuola di formazione con risultati, talvolta, anche superiori alla media (>> leggi il mio articolo sull’artigianato a Napoli).

E si sa, le radici restano ben ancorate alla Terra, seppur essa sia costantemente in evoluzione.

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Perchè conviene produrre a Napoli?

Per il basso costo, qualcuno potrebbe rispondere. Ma non è così.

La produzione a Napoli è “conveniente” per diversi motivi, tra cui proprio la manodopera legata alla storia artigianale.

Napoli resta uno dei simboli mondiali dell’artigianato. Alcune botteghe esistono ancora, nelle vie storiche. Altre hanno dato spazio al nuovo, come giusto che sia in una città metropolitana.

Ma le conoscenze tecniche e il know how della manifattura, come creature che crescono, hanno conquistato altri spazi, che oggi si identificano nelle nostre aziende manifatturiere. I nostri luoghi della produzione.

IL SISTEMA “CHIUSO” CI HA PROTETTI

La produzione di accessori di pelle, di abbigliamento, o ancora dei cammei è diventata un caposaldo dell’economia campana, soprattutto dagli anni che vanno dal dopoguerra fino i primi anni ’90, i quali vedevano (ancora) l’esplosione positiva dei mercati e delle richieste dall’estero.

In seguito, l’apertura allo scenario globale e la rapida crescita del mercato asiatico cambieranno totalmente gli assetti produttivi. E anche le sorti delle fabbriche.

Tuttavia, una delle caratteristiche principali delle nostre aziende, piccole o grandi che siano (o siano state), è la presenza della Famiglia.

Il nucleo familiare ha sempre rappresentato un punto focale delle nostre fabbriche, le quali potevano contare sulla formazione dei più piccoli e la conoscenza degli anziani, i nostri maestri artigiani.

Le aziende, pertanto, erano per lo più a conduzione familiare. E molte lo sono ancora oggi.

Io, personalmente, sono cresciuta in fabbrica, tra gli odori della pelle e i richiami di mia madre, quando mi nascondevo negli enormi rotoloni di tessuto.

Mia madre da più di trent ‘anni, ogni mattina, siede al suo banco da lavoro.

E toglierglielo significherebbe allontanarla dalla sua più grande passione, la Pelletteria. Quella vera, storica. Quella che oggi è il Mio Lavoro.

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Mia madre ed Io

Da noi le famiglie sono numerose, contando le estensioni di parentela e di vicinato, o di conoscenza. Per cui, quello che è accaduto è che la produzione, quindi la manifattura, è stata insegnata e affidata ai membri della propria comunità, generando coesione e dottrina.

Senza dubbio questo tipo di Chiusura non è sempre un aspetto positivo, poiché implica una mentalizzazione troppo rigida sul metodo.

Ma, allo stesso tempo, ha significato PROTEZIONE.

DA CHI CI SIAMO PROTETTI?

Se ci facciamo un giro nella provincia napoletana, entrando nelle fabbriche oneste della produzione, troviamo soprattutto manovalanza napoletana, compresi gli artigiani e la manodopera specializzata.

Troviamo quelle generazioni che sono cresciute nell’artigianato, tramandato da padre in figlio, o comunque all’interno del gruppo familiare, inteso nella massima estensione, cioè quella fetta di comunità che condivide lo stesso lavoro, le stesse regole e le medesime passioni. Una famiglia allargata, insomma.

CHI NON TROVERAI?

Non troverai l’ondata di manodopera asiatica, assoldata ormai anche dall’industria italiana. Forse perché più produttiva. Forse perché più redditizia. Ma senza dubbio, con un’intera cultura da dover apprendere.

Pertanto, il sistema – famiglia e la chiusura che ne deriva ci ha in qualche modo “protetto” dall’incursione cinese, garantendo il lavoro ai nostri artigiani.

*** ATTENZIONE ***

Sarà meglio puntualizzare alcune cose.

  1.  I cinesi sono lavoratori efficienti, organizzati e spesso ben formati.
  2. Non ho nulla contro chi assume lavoratori asiatici nella propria azienda.
  3. Non ho nulla contro chi decide di affidare la produzione interamente a fabbriche di proprietà cinese.

MA IL PUNTO SALIENTE DI UNA PRODUZIONE DI QUALITÀ è il Made in Italy e i suoi specifici standard.

Soprattutto se si parla di Artigianato.

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Quando si tratta di Produzione, si tratta di:

  •  Selezione accurata dei materiali;
  • Manodopera specializzata;
  • Studio del prodotto;
  • Conoscenza approfondita delle tecniche di lavoro, sia manuali che strumentali;
  • Conoscenza profonda del settore in cui si lavora, come quello della pelletteria (quindi tutte le materie correlate, come ad esempio la sartoria e le nozioni sui tipi di concia);
  • Controllo qualità.

Se il tuo intento è produrre il vero Made in Italy, allora il tuo prodotto dovrà rispondere ai più alti standard di qualità.

E per questo dovrai affidarti ad un produttore serio che conosce bene l’ambito in cui si muove, e potrà garantirti il massimo risultato.

Un produttore che CI METTE LA FACCIA, ti lascia entrare in azienda, ti racconti di sè e del suo lavoro.

Un produttore che non ha ragioni per restare nell’ombra, ma, al contrario, ha solo buoni motivi per farsi conoscere.

(leggi il mio articolo su Come Scegliere il produttore giusto)

Il tuo produttore ideale è cresciuto nella culla dell’artigianato, ma ha esplorato il nuovo, perfezionando il suo lavoro e la resa del nostro Made in Italy.

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Ho parlato degli asiatici, per soffermarmi sulla questione della nostra manodopera e spiegare così il nostro profondo legame con l’artigianato; ma non significa che una produzione asiatica non sia “buona”, mentre una napoletana sì.

Tutto dipende, come ti ho anticipato, dalla qualità del lavoro svolto e dalle regole seguite: FATTO IN ITALIA non significa Made in Italy.

Esistono fabbriche in Campania, come nelle altre regioni italiane, che si limitano a produrre… senza dare peso (e sostanza) al know-how, alla formazione professionale o ai materiali adoperati nella produzione. Da qui, non potrà nascere un vero Made in Italy.

GUARDA IL VIDEO – MADE IN ITALY, FATTO IN ITALIA? NE SEI PROPRIO SICURA?

A NAPOLI I COSTI SONO PIÚ BASSI?

Molte volte ho sentito dire che i grandi marchi vengono a produrre a Napoli grazie al basso prezzo che riescono ad ottenere, rispetto ad altri poli della pelletteria.

È vero che molti brand del lusso producono in Campania. Ma non per i costi bassi.

Recentemente ho pubblicato un articolo in cui raccontavo dell’azione della Guardia di Finanza di Firenze nei confronti di 9 fabbriche nella provincia di Prato. Un’ispezione in piena notte seguita dal Sole24Ore che ha riportato i fatti.

Si trattava di capannoni a gestione asiatica, alcuni dei quali terzisti di noti marchi del lusso.

Ebbene, 6 fabbriche su 9 hanno visto la totale sospensione delle loro attività. Per motivi che andavano dal lavoro clandestino, fino alla violazione delle norme igienico-sanitarie e via dicendo.

(Trovi tutti i dettagli nel mio articolo >> clicca qui.)

Pertanto, la produzione conto terzi ha i suoi rischi.

E i brand autorevoli che non vogliono rischiare scelgono molte volte di produrre a Napoli. Selezionando accuratamente il produttore.

Io lavoro come terzista nel settore delle borse di pelle: quando un potenziale cliente mi chiede, magari in chat, il prezzo finale di una borsa, prima ancora di spiegarmi cosa intende produrre… gli rispondo che NON POSSO DIRGLIELO. Non perché è un segreto, ma perché non lo conosco.

La Produzione è una cosa seria.

Diffida da chi pubblica sul proprio sito il Listino Prezzi della produzione di borse, a mo’ di pizzeria del centro!

Ogni linea di borse è una creazione unica ed esige:

  • lo studio strutturale
  • l’analisi dei materiali
  • la produzione di un prototipo
  • la produzione di un campione

Dopo di che si passa alla fase della produzione vera e propria: la tua idea sta per prendere vita e diventare la borsa che avevi immaginato e studiato.

Per cui, come puoi capire, possedere un volantino aziendale con i prezzi standardizzati significa informare su…nulla.

I materiali che sceglierai, come gli accessori e il tipo di tintura andranno a definire la tua borsa, e quindi anche il prezzo che essa avrà.

Per molti anni, Napoli ha avuto la fama di essere un mercatino rionale, in cui la merce a basso costo veniva prodotta da operai sottopagati.

Ma ti assicuro che non è così.

Per la produzione delle mie borse, io scelgo solo il meglio della manodopera specializzata. Perchè questo so fare: so riconoscere dove risiede il Made in Italy.

Senza dubbio, il mercato della contraffazione ci ha profanati e ci ha svenduti agli occhi dell’opinione pubblica…si tratta di una piaga lenta a morire, ma che, oggi per fortuna, vede la ri-nascita di numerosi brand onesti che si mettono in discussione, partendo dalle basi: dall’artigianato napoletano.

Molti li conosco. E si tratta di pelletteria di qualità.

PRODUZIONE DI BORSE CONTO TERZI: QUELLO CHE DEVI SAPERE!

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