QUAL E’ IL PAESE EUROPEO CON PIU’ DONNE MANAGER ? MERAVIGLIATEVI!

…E se vi dicessi che le aziende gestite da Donne incassano di più, rispetto a quelle con  a capo un Manger? Se vi dicessi, poi, che, sotto stress, le donne prendono decisioni più intelligenti, rispetto a quelle maschili?

Ovviamente non si tratta di informazioni ricavate dai miei sogni notturni, ma da dati e da studi, concreti, che hanno analizzato il rapporto tra la presenza di figure femminili, a capo di un’azienda e la produttività dell’impresa, in termini economici; in particolare, ci si è soffermati sulle donne CEO (il famoso Amministratore Delegato).

Il portale di Businesscommunity, lo scorso marzo, ha messo insieme alcuni punti di vista e alcuni studi interessanti, circa le Donne al comando, le quali sono passate da 21 nel 2016 a 32 nel 2017, presentando un incremento del 50% (clicca qui, per leggere l’articolo).

General Motors, PepsiCo, Lockheed Martin…sono tutte aziende di successo, con a Capo Manager Donne; e c’è di più: secondo il Wall Street Journal, il fatturato delle aziende rosa ha superato quello delle compagnie gestite da uomini. In media, gli uomini hanno portato a casa 11,6 milioni di dollari, mentre le donne circa 13,8 milioni.

Questo è dovuto, principalmente, alle capacità organizzative del sesso femminile, che, oltre alla gestione del lavoro e della famiglia, ha dovuto anche affrontare  la presenza asfissiante del maschilismo sul posto di lavoro, talvolta mascherato, talvolta inconsapevole. Accanto a questo, emerge la forte passione delle donne e la loro cautela nella gestione del patrimonio aziendale.

La mia curiosità sull’argomento e sui numeri che lo riguardano, a volte mi sembra infinita. Senza dubbio, perché sono un’imprenditrice e vivo a Napoli, una città che fa parte di un paese ancora indietro coi numeri rosa…ma non è solo questo. Probabilmente, influisce in modo considerevole, il mondo in cui lavoro, quello della Pelletteria.

La pelletteria rappresenta, se vogliamo, tutta la mia vita. Sono nata tra gli odori della Pelle e cresciuta con gli insegnamenti circa la sua lavorazione. E’ il mio micro-cosmo e, oltre ad esserne legata, lo rispetto; poiché, possiede uno stile imperituro: i capi di pelle non passano di moda. Perché la Pelletteria si può considerare antica, ma mai vecchia.

E questo settore,  in un certo senso, è un po’ un crocevia dei sessi al potere, per quanto riguarda la storia del mio territorio.

Sì, perché la lavorazione delle Pelli è un mestiere antico, proveniente dalla storia dell’artigianato e, cresciuto poi, nelle piccole aziende a conduzione familiare. Si sa, la nostra cultura paternalistica non ha visto molte donne imprenditrici, né lavoratrici talvolta. Pertanto, le fabbriche erano “in mano” agli uomini, principalmente. Era l’uomo a “parlare di affari”, a presentare il marchio al mondo e via dicendo…

Ma il potere è qualcosa di più profondo e complicato. Il potere, a volte, si nasconde nell’ombra, fino a governare se stesso.

Infatti ad organizzare il lavoro in fabbrica, a gestire la manodopera e, perché no, l’intera produzione….erano, spesso, le donne.

Le donne, all’interno delle aziende familiari, erano pilastri imprescindibili. Erano l’energia vitale del lavoro, sebbene dietro le quinte di una società non ancora pronta.

La Pelletteria, probabilmente, è femmina: morbida e resistente come tutte le Madri.

Non a caso, dal mondo della Pelletteria mondiale, arrivano notizie importanti che riguardano proprio tre grandi donne.

 

Si tratta di Lana Marks, Marianne Romestain e Lisa Montague.

La prima, nata in Sud Africa ma, attualmente, cittadina americana e residente in Florida, è stata nominata da Donald Trump ambasciatrice in Sud Africa. La Marks è la Ceo del brand Lana Marks Collections, un’etichetta di borse di lusso, disegnate da lei.

Galeries Lafayette, invece, ha nominato Marianne Romestain Capo della nuova divisione forniture e acquisti dei grandi magazzini. La Romestain è stata il Ceo del brand Lancel (ex-Richmond), un marchio importante della pelletteria di lusso; e prima ancora, era direttrice marketing di Cartier Giappone.

Solo la terza donna in questione va via dalla poltrona, anziché occuparla: Lisa Montague, infatti, ha lasciato il suo posto di Ceo presso il marchio britannico Aspinal of London, uno dei brand di pelletteria più famosi al mondo. La sua permanenza nell’azienda non è stata lunga, ma in passato, già era stata Ceo di Loewe.

Si tratta di donne che stanno lasciando tracce importanti nell’evoluzione del ruolo femminile nella società; in un mondo che conta ancora cifre negative circa i compiti manageriali affidati al gentil sesso, si fanno largo altre prospettive e, dinamici punti di vista. Si sta raggiungendo un’importante consapevolezza: la madre, intesa come figura di accoglienza e tenerezza, non deve abbandonare la sua Curiosità e il suo Interesse per il mondo, affinché riesca ad essere madre attiva, energica e capace di trasmettere emozioni (clicca qui per leggere “La Cultura che uccide le Madri”)

Senza contare il movimento child-free, che in pochi anni ha raccolto innumerevoli consensi e che invoca il diritto di poter scegliere di non avere figli, senza essere, per questo, giudicate donne di un’altra categoria, inferiore e, magari, insana.

 

Per quanto riguarda il nostro paese, purtroppo, come anticipavo prima, i numeri circa il potere femminile nelle aziende, sono ancora bassi: solo il 21,6% dei manager italiani sono di sesso femminile, contro il 40% in Francia, il 36,5% in Spagna e il 35% nel Regno Unito. A stupirmi, tuttavia, sono stati i dati sui paesi del nord-est, i quali, risultano molto più intraprendenti in questo senso. In Lettonia le donne manager sono il 52,76% del totale, mentre in Estonia il 41,6% e in Lituania il 40,6% (clicca qui per visionare i dati).

La Lettonia, dunque, è il paese europeo che vanta il maggior numero di “capi” femmina.

La situazione italiana non è delle più floride, ma in continua crescita negli ultimi tre anni.

“Le donne CEO”, afferma Marina Osnaghi su Businesscommunity,

 “hanno una marcia in più: sono capaci di mantenere sia la propria femminilità ed identità personale, che assicurare risultati eccellenti ed una specifica cura per una serie di processi aziendali; caratteristiche che permettono di mantenere alto il livello di benessere dei collaboratori e nello stesso tempo portare avanti con forza il governo dell’azienda”.

La Professional Coach, inoltre, afferma che le donne hanno un’innata attitudine verso una capacità comunicativa, di gran lunga più potente di quella di un uomo.

Lo provano anche gli studi che hanno esplorato la grandezza dell’area del cervello dedicata alla comunicazione, che è molto più estesa di quella di un cervello maschile. Non a caso, molte delle professioni di supporto, come il Coaching, sono praticate nel mondo da un numero di donne maggiore rispetto agli uomini”.

Nessun evoluzione reale è veloce. I grandi cambiamenti hanno sempre richiesto molto tempo e molti sacrifici…tuttavia, dobbiamo continuare a lottare perché la direzione è quella giusta.

COSA PENSI DI QUESTO POST? IL TEMA CHE HO TRATTATO TI SEMBRA INTERESSANTE? HAI OPINIONI DIVERSE CIRCA IL RUOLO DELLA DONNA NELLA FAMIGLIA E NELLA SOCIETA’? COMMENTA QUI SOTTO E CONFRONTIAMOCI!

 

 

 

 

 

 

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