BORSA FIGUS: ARTIGIANATO NEL CUORE DI MILANO. LA MIA RECENSIONE
La borsa Figus è l’ultima arrivata nella mia collezione: una pochette in vera pelle, arancione, dalla forma molto particolare.
Mi piace?
Lo scoprirai tra pochissimo!
Devo ammettere che condividere con te le mie nuove borse e tutti i loro dettagli diventa ogni giorno più emozionante.
In molte mi scrivete, dandomi la vostra opinione sui miei acquisti, oppure consigliandomene altri. Abbiamo creato un gruppo che funziona!
Per questo, faccio di tutto per non mollare.
In molti mi chiedono perché, da anni, porto avanti la mia attività sul web, cioè quale sia il mio tornaconto, dal momento che nessuno mi paga per “parlare di borse”; compro tutti i prodotti con i miei soldi e non accetto regali da alcun marchio.
Le persone, però, spesso sono cieche.
Sì, perché non vedono oltre i numeri e i loro “bilanci”.
Il mio tornaconto, infatti, non è economico. Ma molto più prezioso.
Sostenere i marchi legali che producono il Made in Italy e lo difendono dal caos globale a basso costo, significa supportare la mia Terra. E viverla con nuove speranze.
Informare sui danni collaterali della contraffazione e sul lavoro a nero che minaccia la nostra manifattura, significa accendere una piccola luce nelle coscienze.
Sono certa che sei d’accordo con me, perché in fondo questa guerra appartiene a tutti noi.
Sognare un “mondo migliore” è fin troppo utopico e distante. Lavorare per un mondo migliore, invece, può essere una cosa reale. Così vicina da poterla toccare.
Proprio come quando tocco una nuova borsa, con l’eccitazione di una bambina nel giorno di Natale.
.. Perché non è solo una nuova creazione del Made in Italy.
Ma è storia, insegnamento, radici.
BORSA FIGUS: LA STORIA CHE HA UN COGNOME…
Al principio, ero un po’ confusa sul nome del brand.
Pensavo, in effetti, che fosse un naming studiato per chiamare il marchio; una mossa di marketing, insomma.
Ma mi sbagliavo.
Figus è il cognome del fondatore del brand, che ha dato vita ai suoi laboratori nel 1979.
Siamo nel cuore di Milano, in Corso Garibaldi, e Giorgio Figus apre le porte del suo laboratorio artigianale; il posto che, ancora oggi, vede nascere le creazioni dei fratelli Figus.
Nello stesso anno nasce Figus Cuoio, un’impresa artigiana che produce borse e accessori di pelletteria, vendendoli in diversi negozi al centro di Milano.
Siamo in una Milano diversa da quella che conosciamo oggi.
Il capoluogo lombardo per molto tempo è stato un importante polo produttivo della filiera Made in Italy; compreso il settore della pelletteria.
Tuttavia, con il tempo e l’avvento di nuovi processi economici, le piccole attività artigianali e familiari sono quasi sparite dalla Milano super-fashion e super-veloce che adesso percepiamo.
Anche qui, in Campania, abbiamo assistito a questi cambiamenti. Ma i ritmi sono stati diversi.
Milano, del resto, è un polo industriale e finanziario più soggetto alle correnti globali.
Ma in questo turbine di evoluzioni e metamorfosi, qualcuno è rimasto. Radicato nell’eccellenza del Made in Italy e nel suo artigianato.
Il marchio che oggi conosceremo da vicino, Figus, è un disegno passato da padre in figlia, senza perdere alcuna traccia di sé.
Il progetto mi è piaciuto molto, dal design delle borse fino alla struttura del sito, ben curato e abbastanza dettagliato anche sulla storia dei suoi fondatori.
Uno degli aspetti più interessanti del brand riguarda la sua capacità di coniugare scenari apparentemente lontani:
- la passione per il mood vintage, per esempio, è unita a spinte innovative, come la borsa Wi Figus Bag, la borsa ricarica smartphone;
- o ancora, la possibilità di scegliere la vera pelle Made in Italy, centro dell’artigianato di Figus, oppure i nuovi tessuti coagulati animal free, prevalentemente di cotone resistente.
La volontà di mettere in comunicazione il vecchio e il nuovo, senza trascurare le tendenze della moda e le personalizzazioni per i clienti, senza dubbio, derivano dall’entrata in campo di Eleonora Figus, figlia d’arte e parte dell’azienda dal 2012.
Laureata in Comunicazione e Marketing, dopo diversi lavori, si è ritrovata dove il sangue l’ha richiamata: nei laboratori di famiglia.
Questa storia è un po’ anche la mia, dal momento che la mia azienda è stata creata dai miei genitori e loro sono stati i miei primi maestri. Di vita, oltre che professionali.
Ma anche io, come Eleonora, ho fatto “vari giri” prima di ascoltare le mie radici.
In fondo, le evoluzioni provengono anche da questo; Eleonora, appassionata di viaggi e di colori, ha cercato di creare design decisi e di tendenza, senza tralasciare la vena vintage che da sempre appartiene al marchio.
Disegni minimali, ma al contempo estrosi, grazie ai nuovi colori e ai materiali che ha messo in campo.
Da piccola, guardava la madre alle prese con i gioielli e le loro forme affascinanti. Viveva in un laboratorio ricco di profumi e artigianato.
Da grande, ha fatto tesoro del suo passato, cercando di legarlo all’imminente futuro.
I prodotti Figus, dalle borse in pelle o simil-pelle, fino all’assortimento di gioielli, sono tutti creati in Italia, con accessori e materiali che vengono dalla nostra filiera.
Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante conoscere la provenienza dei prodotti che compriamo, quindi l’intera filiera.
Dai fornitori, ai produttori conto terzi come me, fino alle aziende di marketing, ogni prodotto ha una vita tracciabile in grado di comunicare la sua autenticità.
Forse un giorno, non così lontano, il mio sogno di una filiera certificata per tutti i prodotti tessili e della pelletteria sarà una realtà possibile.
Questo permetterà, ancor di più, un flusso economico sano, a beneficio di chi lavora onestamente, mettendoci la faccia.
Adesso, andiamo a vedere tutti i dettagli della mia borsa Figus!
BORSA FIGUS: ECCO IL MODELLO CHE HO SCELTO!
Ho comprato la mia borsa on-line, sul sito ufficiale del brand e mi è arrivata in qualche giorno.
Ho scelto la Pochette OneZip, in pelle di vitello arancione, taglia small.
L’ho pagata 48,00 euro, dal momento che il negozio offre uno sconto del 15% sul primo acquisto. Non male!
Le prime sensazioni positive, appena ho aperto la borsa, sono arrivate dal colore e dal profumo: il colore arancione mi piace molto, e ho avvertito subito l’odore della pelle (che adoro!).
Inoltre, ti dico subito che il rapporto qualità/ prezzo della mia borsa è piuttosto conveniente, visto che siamo di fronte ad una borsa in vera pelle italiana.
DETTAGLI:
- La forma della mia borsa è molto particolare, nonostante sia un modello small, poiché il disegno tende ad essere svasato, cioè si allarga verso il fondo. Un po’ a campana, per intenderci.
- Anche le dimensioni sono quelle giuste: negli ultimi tempi, mi sto appassionando molto alle pochette, perché le trovo molto utili se indossate sotto i cappotti invernali, oppure all’interno di una borsa più grande quando si va in ufficio.
- La tracolla è fatta con una catena dorata molto carina, ma non è rimovibile, quindi diventa un po’ scomoda.
- Vicino la lampo principale, trovo una nappa, un accessorio che compare spesso negli ultimi tempi affianco alle chiusure, sebbene con diverse rivisitazioni.
- Trovo molto interessante la doppia cucitura superiore che trovo ai bordi della borsa. Come fosse una decorazione! Forse non l’ho mai trovata in altre borse, ma controllerò!
- Un difetto evidente è dato dalle due cuciture centrali alla borsa, messe in verticale, sulle due facce della borsa: alla base, non combaciano. Cioè non sono allineate tra loro. E si nota abbastanza.
- All’interno trovo una fodera molto carina, l’etichetta del brand e il logo: mi ricorda la mini-borsa che mi è arrivata assieme a quella Longchamp. Te la ricordi?
- La tintura non c’è: sulle parti non rimboccate, quindi con i bordi in vista, la tintura è assente. Per cui, la pelle è nuda.
BORSA FIGUS: È PROMOSSA?
L’artigianato italiano è come quei palazzi antichi del centro storico che hanno incontrato molte guerre e molte tempeste. Sopravvive.
Le fondamenta sono così forti e maestose che non cedono agli eventi; senza dubbio, la produzione seriale, soprattutto quella estera caratterizzata dalla manodopera a basso costo, ha messo in discussione molte cose.
Il lavoro artigianale ha incassato i suoi colpi: molte botteghe hanno chiuso, così come molte fabbriche a conduzione familiare.
Ma questo non ha significato morire.
Perché?
Perché il lavoro che c’è dietro al Made in Italy, quello vero, ha dei valori aggiunti che vincono di fronte alle dinamiche del prezzo basso: manifattura specializzata – materiali pregiati – dimensione umana del lavoro.
Si dice che si torna sempre dove si è stati bene.
A mio parere, questo vale anche per gli acquisti.
Se provi una borsa artigianale Made in Italy, dopo è difficile cambiare “posto”.
Questa premessa mi è servita per dire che il brand di oggi, come molti altri che abbiamo visto insieme, porta avanti un’eccellenza importante.
In questo caso, lo fa, proponendo un prezzo abbastanza accessibile. Per cui, qualche dettaglio “sfuggito” nella creazione, è piuttosto accettabile.
La mia borsa è promossa!
VOTI (0/5)
CUCITURE | 4 |
TINTURA | ASSENTE |
RIFINITURE | 4 |
RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO | 5 |
UTILITÀ | 3 |
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GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.
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