MADE IN ITALY: LA QUALITÀ È IN PERICOLO. COSA SERVE?

Il Made in Italy non è solo una questione di territorio.

Il fatto che la tua borsa sia stata prodotta in Italia non basta.

Oggi, più di prima, è fondamentale conoscere gli aspetti del Made in Italy che finora abbiamo dato per scontato, affidandoci ad un’etichetta o ad un messaggio pubblicitario piuttosto seducente.

Il Made in Italy rischia di sparire per sempre, sotto ai nostri occhi. Siamo di fronte ad un pericolo reale da cui bisogna difendersi. Come?

Con la conoscenza, l’approfondimento ed una iniziativa concreta che possa salvarlo dal qualunquismo della produzione.

Siamo appena usciti (o quasi) da un momento storico molto singolare:

Chi di noi avrebbe immaginato, qualche mese fa, di dover vivere una quarantena? Chi, tra noi, avrebbe mai osato pensare ad un black out totale della produzione e delle vendite?

Probabilmente, solo gli amanti del cinema apocalittico, in cui riecheggia costantemente una terra distrutta dall’uomo oppure colonizzata da un esercito alieno.

Gli alieni, però, adesso siamo noi: siamo tornati a camminare per le nostre strade, ma sembriamo come smarriti.

Non abbiamo ancora preso coscienza di ciò che è accaduto e di ciò che potrà accadere. Eppure, abbiamo avuto molto tempo per pensare e per analizzare. Tuttavia, forse non era il tempo giusto. Qualcosa di più spaventoso ci distraeva.

Durante le lunghe giornate di lockdown, passate a casa con la mia famiglia, mi sono dedicata alla pulizia del guardaroba: ho fatto il cambio di stagione, ho sistemato capi ed accessori, ho dato un ordine generale al mio caos in armadio.

Ma, soprattutto, ho rivisitato tutti i miei acquisti. Ho fatto caso a quante borse sono rimaste “inesplorate”, perché magari meno abbinabili ai miei outfit, oppure apparentemente meno comode; e ho visto i prodotti che ho uso continuamente, come hanno reagito all’usura.

Così sono andata a rileggermi alcune storie che ti ho raccontato in questo blog, legate ai marchi delle mie Borse Made in Italy e alle emozioni che mi hanno dato, fin dal primo momento. Quello dell’acquisto. Borse che ho scelto tra decine di modelli diversi e che si portano dietro una Storia vera, fatta di persone, progetti e tentativi coraggiosi.

Ebbene, questo piccolo viaggio nei miei acquisti (e nel mio guardaroba) mi ha fatto capire QUANTO SIA IMPORTANTE CHE, OGGI, TI SPIEGHI COSA MANCA AL MADE IN ITALY E PERCHÈ RISCHIA DI MORIRE.

MADE IN ITALY: LA LEGGE NON È DALLA NOSTRA PARTE

MADE IN ITALY

La questione “Made in Italy” è abbastanza controversa per quanto riguarda i termini legali, cioè la legge italiana.

I provvedimenti del nostro Paese per la salvaguardia del Made in Casa sono piuttosto lacunosi: questo permette, a livello produttivo, di trovare degli escamotage che possono “ingannare” il consumatore.

Di cosa sto parlando?

Secondo la legge attuale vigente in Italia, un prodotto può essere etichettato Made in Italy se la“trasformazione sostanziale” è stata fatta in Italia, anche se con materiali asiatici. 

Quindi se un’azienda vuole apporre l’etichetta Made in Italy, può produrre all’estero, e “ultimare” in Italia il suo prodotto.

La legge 55/2010 (italiana) prevede che “almeno due fasi della lavorazione” devono essere svolte in Italia, ma secondo la Comunità Europea questo non coincide necessariamente con la “trasformazione sostanziale” del prodotto, cioè quella che decreta la sua unicità.

Una borsa in pelle, assemblata e rifinita in Cina, con concia e taglio del pellame realizzato in Italia, secondo la legge 55/2010, potrebbe essere importata in Italia con il marchio “Made in Italy”.

Ma, secondo il CDU (Codice Doganale dell’Unione), deve essere importata in tutti gli altri Paesi Membri dell’UE con il marchio di origine “Made in Cina”.

È chiaro che la situazione attuale è molto pericolosa per i nostri comparti produttivi, poiché Chi lavora seguendo al 100% gli standard del Made in Italy sarà PENALIZZATO dai costi, senza alcun beneficio in termini di visibilità e autorevolezza, dal momento che la stessa etichetta sarà adoperata anche dai concorrenti più furbi, con parte della produzione ell’estero.

Già ho parlato, qualche tempo fa, delle fabbriche invisibili che minacciano il Made in Italy. E questo pericolo, adesso, è vicino più che mai.

Probabilmente, tra qualche anno, a nessuno interesserà se una borsa sia Made in Italy, o sia stata prodotta in Asia o in Francia, dal momento che molte multinazionali della moda hanno sede in quei paesi.

Il Made in Italy avrà perso appeal perché avrà perso la Sua Sostanza, ossia gli standard storici che lo definiscono un’ eccellenza.

MADE IN ITALY: LE LINEE GUIDA NECESSARIE

MADE IN ITALY

Il composto Made in Italy si sta sgretolando perché La Filiera italiana sta perdendo i pezzi:

Da dove provengono le pelli che vengono lavorate nelle nostre concerie?

Molte arrivano dagli altri Paesi europei e da quelli asiatici.

Da dove provengono i Filati che lavorano le nostre aziende?

Dall’estero, dal momento che in Italia abbiamo quasi smesso di produrli.

La Filiera italiana ha bisogno di ritrovarsi e di poter comunicare ai consumatori la sua provenienza: il primo passo importante è, dunque, la Certificazione della Filiera.

Ma esistono ulteriori parametri da seguire per mantenere in vita il Made in Italy.

ECCO I PARAMETRI NECESSARI PER SALVARE IL MADE IN ITALY:

  • CERTIFICAZIONE DELLA FILIERA: come abbiamo già detto, un prodotto Made in Italy deve essere tracciabile, cioè deve comunicare la sua provenienza, circa il materiale che lo compone, la sede produttiva, i fornitori collaterali, l’organizzazione, la logistica e via dicendo. Un pubblico informato è un pubblico consapevole ed esperto, capace di difendersi dalle produzioni illegali e/o profondamente scadenti.

 

  • COSTO ORARIO: un prodotto Made In It. deve possedere, necessariamente, un parametro circa il costo di produzione, cioè il prezzo con il quale esce dalla fabbrica; un costo molto basso rispetto la media, indica qualche “mancanza” nel sistema produttivo; si potrebbe trattare  della manodopera, oppure della qualità dei materiali, o ancora dell’assenza di certificazione circa lo smaltimento dei rifiuti, o altro ancora. Per intenderci: se una borsa esce dalla fabbrica al costo di 15 euro (cioè 0,15 al minuto) significa che gli standard produttivi non sono quelli del Made in Italy, ma più vicini ad una produzione seriale e approssimativa.

 

  • MANUALITÀ: un prodotto Made in It. è fatto per il 70-80% dal lavoro manuale, ossia dalla manodopera specializzata; si tratta di una componente imprescindibile e preziosa, che si collega storicamente al nostro artigianato e alle sue abili forme di esistere e persistere, nelle evoluzioni produttive. Le nostre aziende, seppur innovative e digitali, non hanno mai perso il contatto con il lavoro manuale, affidandosi agli artigiani esperti e al profondo  know how acquisito nei decenni. Delegare la maggior parte delle lavoro alle Macchine, significa snaturare definitivamente il Made in Italy e metterlo in serio pericolo.
  • SOSTENIBILITÀ : un prodotto Made in It. si basa sul rispetto della nostra terra, la quale è fonte di vita e benefici per la nostra produzione; i tempi moderni ci stanno guidando sempre di più verso una produzione sostenibile e il Made in Italy sta abbracciando, giorno dopo giorno, la possibilità di proteggere l’ambiente e tutte le sue risorse: le nostre concerie, ad esempio, sono tra le più ecologiche d’Europa, specializzate nella concia al vegetale (il metodo più antico) e sull’uso sempre più inferiore di acqua; le nostre aziende stanno adottando nuovi materiali e nuovi approcci di smaltimento, sostituendo i solventi e tutti gli elementi chimici dall’alto impatto ambientale.

Questi parametri che abbiamo visto sono qualcosa che GIÁ ESISTE NELLE NOSTRE AZIENDE ma che non viene valorizzato, perché Chi lavora seguendo tali linee guida non viene premiato, né avvantaggiato.

Al contrario, sopravvive a tutto il resto, lottando ogni giorno contro un mercato inquinato da merce scadente, senza garanzie, o peggio contraffatta.

Eppure, basterebbe davvero molto poco!

Basterebbe un decreto (o una legge) che stipulasse le LINEE GUIDA per la produzione del vero Made in Italy, con una sana SUPERVISIONE circa le aziende che ne farebbero parte.

Potremmo diventare un Polo Produttivo di successo, ai vertici della fama mondiale: un comparto altamente competitivo! Ma non sul prezzo, bensì sulla Qualità, la nostra competenza principale.

Il Made in Italy, così regolarizzato, non potrebbe essere tradotto in altri termini, né essere impoverito da etichette fasulle. Nessuna improvvisazione ai fini di marketing: solo garanzia di autenticità.

Sono moltissimi i brand Made in Italy che si preoccupano di raccontarsi, di comunicare la loro filiera produttiva e la natura della loro manodopera: sono i marchi che non hanno nulla da nascondere e che possono accendere un faro sulla loro produzione reale.

Ebbene, sono queste realtà aziendali che stanno ri-costruendo il prestigio del Made in Italy e che hanno bisogno di supporto!

A mio modo, tramite le Mie Recensioni alle borse che compro cerco di dare visibilità ad ogni storia e ad ogni azione di coraggio.

Ma, se avessi accanto le istituzioni e le associazioni di settore, allora le cose sarebbero diverse.

Ogni giorno, lotto in Rete per ribadire il mio messaggio contro la produzione sleale e contraffatta.

Allo stesso modo, lotto in fabbrica per mantenere alti i miei standard di qualità: produco borse Made in Italy secondo la tradizione e l’artigianato della Pelletteria Napoletana; potrei rinunciare a molte cose durante le mie giornate, ma mai alla qualità delle mie borse.

Ogni borsa che esce dalla mia fabbrica, si porta un po’ di me e della mia battaglia.09

MADE IN ITALY

Amo il mio lavoro e amo la nostra produzione , quella che parte dal cuore e arriva nelle mani di Chi sa amarla.

Salvare la nostra manodopera, la nostra storia e le nostre aziende, adesso, è un atto di fede, oltre che di sostegno alle generazioni che verranno.

COSA NE PENSI? SCRIVI QUI SOTTO PER RACCONTARMI IL TUO PUNTO DI VISTA!

GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.

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