Borsa Vans: storia del brand e recensione alla borsa
Oggi, cara amica e viaggiatrice appassionata, vedremo assieme la mia nuova borsa Vans creata in collaborazione con Sandy Liang, una giovane stilista newyorkese.
È una mini bag a tracolla inserita in una collezione che si ispira agli anni ’90 – 2000, con un tocco di nostalgia creativa messo a punto dalla designer.
Ma prima di entrare nei dettagli della mia nuova borsa Vans è importante ricordarti un aspetto importantissimo delle mie recensioni: nessuno mi paga per parlare di borse.
Per cui le mie recensioni non sono sponsorizzate perché questa non è una vetrina pubblicitaria, ma il mio spazio libero.
Qui sei al sicuro dalla velata minaccia “ecco, ora ti vendo qualcosa!”.
Compro le borse di tasca mia e le recensisco su questo blog per informarti su tutti gli aspetti più importanti, dalla manifattura, alla provenienza fino alla storia dei marchi.
Allora qual è il tuo tornaconto, Ornella?
Non è economico, questo è chiaro. Ma molto più prezioso.
Sono un’imprenditrice napoletana e mi occupo di produzione conto terzi di borse in pelle , secondo la scuola della manifattura Made in Italy.
E da molti anni porto avanti una lotta molto difficile, quella alla contraffazione.
Anche se non se parla spesso, il mercato del falso è una profonda ferita che logora il nostro sistema economico:
- reclutamento e sfruttamento della manodopera specializzata
- produzione scadente e priva di controlli
- danni collaterali all’ambiente e all’economia sostenibile.
Insomma, un nemico che direttamente o indirettamente colpisce tutti, a partire dalle aziende oneste come la mia, finendo ai nuclei familiari che decidono di lavorare per le fabbriche illegali.
Per questo, ho deciso di parlarne su questo blog e sui miei canali digitali: non solo per divulgare l’importanza dell’acquisto originale, cioè legale e certificato, ma per mostrare che esistono numerose alternative di valore rispetto all’acquisto fake.
Qui troverai oltre trecento recensioni di borse.
Ho parlato di marchi emergenti, di borse artigianali, di borse vegan e molto altro…
Una persona informata è una nuova arma contro la contraffazione.
Ed è questo il senso della mia comunicazione.
Inoltre, ogni acquisto che faccio è un sostegno reale all’economia sana; personalmente, preferisco dare i soldi a chi lavora sodo piuttosto che al mercato criminale che gestisce la contraffazione.
Sei con me?
Penso proprio di sì!
Adesso andiamo a vedere qual è la storia di Vans e come è diventato un’icona di stile.
Borsa Vans: Due fratelli, in California…
La California, si sa, è la patria dei surfisti.
Ma, nel corso degli anni, è diventata anche quella degli skaters, essendo questo sport un’estensione “terrena” del surf.
Il marchio che conosceremo oggi, Vans, è nato ispirandosi al mondo skating, fino a diventarne il marchio simbolo.
Intere generazioni di skaters hanno indossato le scarpe Vans e tutti gli accessori che sono venuti dopo, creando attorno al brand americano una narrativa specifica e immortale.
Cosa c’era prima di Vans per gli skaters?
I piedi nudi.
Sì, esatto.
Non esistevano scarpe in grado di garantire aderenza sugli skateboard, per cui se ne faceva a meno, proprio come i cugini surfisti.
Fin quando nel 1966 i fratelli Paul Van Doren e Jim Van Doren, assieme ai soci Gordon Lee e Serge Delia, aprono ad Anaheim La Van Doren Rubber Company.
Uno dei fratelli, Paul, aveva già esperienza nel settore calzature, avendo lasciato la scuola a 14 anni per lavorare come apprendista artigiano per un marchio di scarpe.
Tuttavia, a distanza di anni, sentì l’esigenza di creare un brand tutto suo, con l’idea di realizzare scarpe comode e leggere per tutta la famiglia.
Si trattava dell’unico marchio presente in città che produceva e vendeva scarpe in giornata: se al mattino si faceva l’ordine, nel pomeriggio si poteva ritirare il paio di scarpe desiderato.
Il primo modello creato dai Vans fu il #44 Deck, oggi conosciuto come Authentic.
I materiali che componevano la scarpa, leggera e traspirante, unitamente alla suola anti-scivolo e ultra aderente, permisero al prodotto di diventare in poco tempo un must have per gli skaters californiani.
Nel 1976 nascerà il famoso logo Vans, con lo slogan “Off the wall”; per capire il senso dell’espressione bisogna rifarsi al film Dogtown and Z-Boys, ambientato a Venice e ispirato ai giovani californiani che eseguivano il trick con lo skate nelle piscine vuote della città: i ragazzi arrivavano fino al bordo delle piscine per poi lanciarsi letteralmente off the wall, cioè giù dal muro.
Nel 1977 uscirà il famosissimo modello #36, attualmente conosciuto come le Old Skool, con la banda laterale che contraddistingue il brand.
In pochi anni, Vans diventa la scarpa ufficiale degli skaters americani, proponendo modelli di scarpa che diventeranno intramontabili, perché saranno ripresi e stilizzati nel corso degli anni.
Nel 1995 Vans organizza la prima edizione del Warped Tour, una tournèe di musica e sport estremi, che continuerà con molto successo fino al 2019.
Mentre nel 1998 il marchio aprirà uno spazio unico nel suo genere, uno skatepark sia indoor che outdoor, di 4 mila metri quadrati, nel centro commerciale Block at Orange, nella contea di Orange.
Vans è un marchio carico di identità che ha saputo creare e sostenere un sistema di valori inerente ad una nicchia ben precisa.
Ma, allo stesso tempo, ha saputo guardare oltre, ampliando il suo pubblico grazie alle numerose collaborazioni che ha portato avanti negli anni.
Ha lavorato in partnership con il gruppo musicale I Metallica, in cui ciascun membro della band ha progettato la propria scarpa, in collaborazione con atleti Vans; inoltre ha lavorato con i grafici dei The Simpsons e con la Disney.
Nella primavera del 2014 il marchio Vans ha collaborato con il franchise dei Beatles, per creare la collezione The Beatles Yellow Submarine by Vans.
E le collaborazioni hanno riguardato anche numerosi stilisti e brand di moda, come Gucci, Napapijri, Karl Lagerfeld e Sarah Andelman.
Si può dire che Vans è sempre andato oltre le sue barriere, proprio come gli skaters più temerari.
Questo ha permesso al brand di arrivare trasversalmente a diversi tipi di pubblico, compreso quello del “lusso”, come si deduce dalla collaborazione con Gucci.
Senza dubbio, la connotazione è chiara ed è quella sportiva. Per cui una persona che preferisce uno stile classico e sobrio non cercherà un prodotto Vans; tuttavia, la moda ci ha insegnato che l’ibrido è una scelta sempre vincente, così da non restare imprigionati in uno schema o in un outift.
E Vans è riuscito a proporre ibridi molto interessanti.
Anche io ho scelto una borsa creata in sodalizio con un altro nome della moda, e tra pochissimo la vedremo!
È importante sapere che Vans, dal 2004, è di proprietà della Vf Coportation, l’azienda che produce i jeans Lee e che ha acquistato il brand di scarpe per 396 milioni di dollari.
Adesso, esploriamo insieme la mia nuova borsa Vans!
Borsa vans: dettagli e voti
Ho scelto la borsa a tracolla Vans per Sandy Liang, colore nero, in nylon con fodera in poliestere, accessori in silicone.
L’ho comprata direttamente sul sito ufficiale e l’ho pagata 45,00 euro.
In effetti la mia borsa Vans è un porta-borraccia, infatti le sue dimensioni sono abbastanza ridotte. Ma è una mini bag piuttosto organizzata, dal momento che possiede diversi spazi utili.
Sandy Liang è una designer molto legata alla sua città, New York; e in questa collaborazione con Vans si è ispirata molto al lato eclettico ed umoristico della Grande Mela.
È una donna appassionata di moda, cinema, architettura e concept design, quindi in piena sintonia con l’espressione creativa di Vans, che ha scelto con la nuova linea di riproporre modelli iconici in chiave vintage.
Vediamo i dettagli:
- La borsa è arrivata in una busta abbastanza anonima, per cui il packaging non è molto curato. Questo influirà sul voto della “prima impressione”.
- Il vano principale è quello creato per contenere la borraccia, ma come ti ho anticipato, ci sono altri spazi utili: c’è un mini astuccio agganciato all’esterno che può fungere da porta-monete o porta-cards.
- Trovo inoltre una tasca frontale con zip che sembra molto comoda perché profonda.
- Tutti gli accessori sono in silicone, ossia una specie di plastica: il connubio nylon/plastica mi permetterà di lavare la mia borsa senza particolari accorgimenti: per quanto riguarda la pulizia, è senz’altro un accessorio molto pratico.
- La tracolla è regolabile: questo mi permetterà di indossare la mia mini borsa come voglio, anche a mo’ di marsupio se sarà il caso. Inoltre, potrò agganciarla ad altre borse più grandi, potendo usufruire della sua funzione di porta-borraccia.
- Mi piace molto il rosa dei lacci esterni, in contrasto con il nero della borsa.
- All’interno trovo l’etichetta di provenienza: Made in Indonesia.
Come mi capita spesso, anche questa volta si tratta di una produzione off-shore.
In effetti, i marchi più grandi e strutturati scelgono sempre più frequentemente di produrre all’estero. Senza dubbio le motivazioni sono riconducibili ai costi della manodopera e ad altri tipi di vantaggi economici.
Non ho nulla in contrario a questo tipo di decisioni, ma come ben sai io faccio il tifo per il Made in Italy e le produzioni locali.
Sia perché le grandi aziende potrebbero portare un importante indotto in termini di occupazione lavorativa, sia perché la manifattura della nostra parte di mondo ha bisogno di essere sostenuta e alimentata per non perdere la sua storia.
Tuttavia mi rendo conto, da produttrice Made in Italy, che la borsa Vans avrebbe avuto un prezzo più alto se fosse stata prodotta in Italia o negli Stati Uniti.
Qual è il mio voto per la First Impression?
First Impression | 3 |
Questo “3 politico” è dovuto principalmente alla presentazione del prodotto, arrivato in una busta di plastica priva di identità e senza materiale aggiuntivo.
Ma in generale non sono scontenta della mia borsa in relazione alla funzione che andrà a svolgere.
La mia borsa Vans quindi è promossa senza infamia e senza lode, come si dice di qualcosa che va bene ma non ti entusiasma particolarmente.
Voti
Tintura | Assente |
Cuciture | 4 |
Rifiniture | 3 |
Rapporto qualità/prezzo | 4 1/2 |
Utilità | 4 |
Guarda subito il video della mia recensione alla borsa Vans!
Hai un’altra borsa da consigliarmi? Scrivi qui sotto!
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#fakenograzie
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
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