Concia delle pelli: la rivoluzione ecologica è campana. E si chiama Be Green Tannery

In che modo Be Green Tannery ha rivoluzionato l’industria della concia campana?

Ce lo spiega il suo fondatore Felice De Piano, che ha creato l’azienda insieme alla sorella Annalisa. E ho avuto il piacere di incontrarli di persona. Tra pochissimo ci porteranno nel loro mondo!

Alcuni settori non godono di molta fama, nonostante rappresentino delle vere e proprie eccellenze storiche.

È il caso del nostro comparto conciario (quello italiano) che risulta essere tra i più antichi ed efficienti del mondo; ma la maggior parte delle persone ignora, addirittura, la sua esistenza.

Diciamo che il suo appeal non è quello dell’industria automobilistica, per fare un esempio.

Ma chi lavora nel settore della produzione e della pelletteria sa bene che Solofra, distretto in provincia di Avellino, è uno dei più importanti poli conciari d’Italia.

Il terzo per la precisione, mi suggerisce Felice De Piano. Prima di Solofra, troviamo Arzignano, in Veneto, e Santa Croce in Toscana.

Tuttavia il distretto avellinese resta il più importante del Mezzogiorno.

Abbiamo visto in passato, su questo blog, cos’è la concia delle pelli e quali tipi di concia esistono; abbiamo, soprattutto, analizzato la differenza tra la concia al cromo, la più usata, e quella al vegetale, la più naturale.

A questo proposito, ricordiamo che la concia al cromo, oltre ad essere la più praticata, è anche più inquinante rispetto ad altri tipi di concia, dal momento che nel processo conciario vengono adoperati molti metalli pesanti che si rovesciano nelle falde acquifere.

In risposta a questo tipo di concia, dal forte impatto ambientale, è nata verso gli anni ’70 la concia metal free, che attualmente vede ben 3016 brevetti attivi.

La direzione è quella della sostenibiltà, non c’è dubbio.

Le nuove generazioni sono molto più sensibili alle tematiche ambientali; e i loro acquisti, presenti e futuri, sono governati inesorabilmente dal fattore ecologico.

Felice e Annalisa De Piano hanno studiato a fondo lo scenario green, e hanno creato qualcosa che ha superato tutti i processi finora realizzati (anche) dalla concia metal free.

Il loro progetto, Be Green Tannery, nato nel 2018, non è proiettato al futuro. Ma già ne fa parte. Ed è una realtà che mi ha lasciata senza parole.

Sei pronta per scoprire di cosa sto parlando?

La concia: essere green è possibile, diventarlo è un dovere

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Be Green Tannery è nata nel 2018. Ma la famiglia De Piano lavora in questo settore da tre generazioni.

È un mondo che Felice ed Annalisa conoscono bene, fin dai primi insegnamenti del papà, il quale ha iniziato giovanissimo a lavorare in azienda, dopo la precoce perdita di suo padre.

Conoscenza ed esperienza sono state, così, trasmesse da padre in figlio, all’interno di un settore abbastanza complesso.

Felice, come mi racconta, nei suoi 26 anni di lavoro, ha vissuto moltissimi periodi diversi, in cui il lavoro cambiava e si trasformava, traducendo quelli che sono i temi e i modi della moda, delle tendenze, delle esportazioni.

Mi ha spiegato come, anni fa, l’entrata della Cina nel Wto, l’organizzazione internazionale del commercio, si presentava come una magica occasione di vendita agli occhi dei nostri produttori, comprese le industrie conciarie.

Ma si rivelò un’aspettativa a dir poco ingenua, visto ciò che realmente è accaduto. Di fatto, è stato il mercato asiatico ad irrompere sulle nostre scene, e non il contrario.

Come questo evento, tanti altri a livello globale possono intercedere nelle attività delle imprese conciarie, proprio perché la pelle italiana è la più richiesta al mondo. Nonostante “non ci sappiamo vendere”, come ben sottolinea Felice De Piano.

Le dinamiche di cui parla Felice le conosco bene. Gli stessi ritmi altalenanti e, a volte drammatici, li ho vissuti in fabbrica con la mia famiglia. L’ambito è diverso, il mercato lo stesso.

La mia azienda si occupa di produzione di borse Made in Italy, lavorando per alcuni brand della moda, famosi e non.

In che modo i fratelli De Piano hanno dato vita ad un sistema super-innovativo e capace di fare realmente la differenza?

  • Creando una concia sostenibile ed ecofriendly che, al contrario di quella metal free, non riguarda soltanto il singolo prodotto, ma l’intero processo industriale, tracciabile e certificabile; e, soprattutto, una concia applicabile a tutti i tipi di pelle, esaltandone la resa e la qualità finale.

In passato, infatti, solo la concia al cromo riusciva a conferire alla pelle una resa migliore, per compattezza, resistenza e lucentezza.

Ma, adesso, non è più così: il sistema brevettato Be Green Tannery riesce a donare alla pelle tutte le caratteristiche estetiche di cui ha bisogno.

Cosa si intende con “intero processo sostenibile”?

  • Si intende una filiera completamente controllata, fin dalla fornitura delle pelli, proveniente da animali cresciuti ed allevati secondo standard sostenibili, in armonia con la natura. Per cui, l’impatto ambientale non riguarda solo le tecniche di lavorazione interne all’azienda, ma l’intero iter del prodotto.

In che modo Be Green Tannery ha modificato la concia?

  • I consumi di acqua ed elettricità sono stati ridotti del 30% rispetto la concia tradizionale;
  • I tempi di lavorazione sono stati ridotti del 33%;
  • L’energia adoperata proviene al 100% da fonti rinnovabili;
  • I carichi inquinanti sono stati ridotti;
  • I metalli pesanti sono stati ridotti;
  • Sono stati creati nuovi sistemi di smaltimento dei carichi inquinanti.

I processi elencati sono, chiaramente, visibili in azienda, al di là dei numeri e dei possibili certificati.

“A noi non interessa essere gli unici”, mi dice Felice, “il nostro messaggio è far capire che un nuovo modo è possibile. Si può fare.”

Una sola voce non fa rumore, come ripete il patrono di Be Green Tannery, mentre l’intero comparto conciario potrebbe realmente segnare un cambiamento radicale e significativo.

Un cambiamento inevitabile in un settore che basa tutto il suo lavoro su un rifiuto.

Sì, proprio così: la materia prima dell’industria conciaria è la pelle, che risulta essere lo scarto principale dell’industria alimentare, interessata principalmente alla carne, alle interiora e al pelo.

La pelle degli animali, pertanto, sarebbe destinata alla pattumiera, se non fosse riciclata dalla pelletteria.

Un rifiuto, inoltre, che dovrebbe essere smaltito secondo metodologie specifiche e dispendiose.

Ne consegue che i comparti conciari svolgono un ruolo determinante all’interno dell’economia circolare basata sul riciclo.

Perché quindi non chiudere il cerchio e sposare un sistema totalmente amico alla natura e lontano dalla “pattumiera”?

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Questa è la direzione. Questo è ciò che serve al pianeta.

Concia della pelle: essere innovatori ha un prezzo

Felice ed Annalisa portano avanti un’azienda di 24 dipendenti, senza togliere spazio alla tradizione e all’artigianato, le radici indiscutibili di un settore divenuto eccellenza mondiale.

Tuttavia, oggi la Be Green è una Pmi innovativa:

“le PMI innovative rappresentano un importante nucleo di imprese che contribuiscono allo sviluppo innovativo del Paese. Queste, costituiscono il secondo stadio evolutivo delle startup innovative cd. mature e pronte alla fase di crescita consolidata” (Ministero dello Sviluppo Economico).

Ma essere stati innovatori ha avuto il suo prezzo.

Non solo il mondo esterno, ma anche gli addetti ai lavori, spesso, fanno fatica ad accettare i cambiamenti. Soprattutto quando si tratta di settori antichi e collaudati. la resistenza è molta, per cui la fatica è maggiore.

Felice Di Piano mi ha raccontato i momenti di incertezze, dubbi, sconforto. Quando per qualche istante arrivi a chiederti “mi è convenuto?”.

Ma la risposta è già lì, prima di finire la domanda.

E la risposta è sempre stata “Sì, questo è il futuro. Ed io riesco a vederlo chiaramente.”

In fondo, la famiglia De Piano poteva continuare sulla vecchia strada, quella che non toglieva e non aggiungeva nulla alla conceria, quella che comunque permetteva un alto fatturato e un lavoro costante.

Ma non avrebbero vissuto la loro grande rivoluzione.

Quella che, oggi, dopo momenti precari e notti insonni, raggiunge oltre 3 M € di fatturato, lavorando con i più grandi brand del lusso.

Be Green Tannery è inserita, inoltre, in Mamacrowd, la più importante piattaforma italiana per investimenti in equity crowdfunding “che permette di investire nelle migliori startup e PMI italiane”.

E le persone che stanno scegliendo di investire nel progetto sono numerose.

Lo scopo è quello di ampliare l’azienda e investire nei nuovi macchinari della filosofia industriale 4.0, più performanti anche circa la riduzione dell’impatto aziendale.

Tutto questo, senza mai disancorare lo sguardo e il cuore dall’artigianato storico.

Concia: il nuovo software che ti racconta la vita del prodotto

Come rendere reale il sogno di una filiera tracciabile?

Quest’aspetto mi avvicina molto al mio compagno di oggi, Felice De Piano, che come me da molta importanza a questo lato della produzione.

È da tempo che, in questo blog e sul mio canale youtube, parliamo della certificazione della filiera e del suo grande impatto sul mercato, a sfavore del commercio illegale e/o pseudolegale.

Ebbene, Felice De Piano mi ha parlato del suo recente progetto per la tracciabilità, grazie ad un software di ultima generazione che ti informa, tramite un codice, circa l’intero tragitto del prodotto, dall’allevamento (nel caso della pelle), fino alla vendita finale.

Uno strumento oltremodo valido non solo per il controllo ecologico e legale, ma volendo, anche per una “comunicazione” efficace da parte dei brand verso il pubblico finale. In pratica, si potrebbe ricavare un’ottima mossa di marketing, sebbene nasca per un altro scopo.

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Quando metto i piedi in realtà come quella di Be Green Tannery, allora mi rendo conto di quante possibilità abbiamo di andare avanti, con in mano i nostri sogni, liberi dalla polvere di quel cassetto sempre chiuso.

Spesso mi dicono che sono una sognatrice, una che vede oltre la realtà delle cose e che forse dovrebbe scendere un po’ a terra. Ma gli eventi continuano a dirmi altro:

  • Sto conoscendo persone fantastiche che, come me, non hanno mai smesso di lottare;
  • Grazie a te, la nostra rete sta crescendo e il mondo della pelletteria sta uscendo dalla sua zona d’ombra;
  • Stanno nascendo progetti e idee che prima apparivano impensabili, anche solo sulla carta.

E molto altro.

Faccio il mio più grande in bocca al lupo a Felice, Annalisa e tutto il team di Be Green Tannery, con la speranza di rivederli presto e con novità sempre più grandiose.

Nel frattempo, continua a seguirmi e ad esplorare il mondo della pelletteria.

Se ti va, condividi quest’articolo ed esportiamo le nostre eccellenze!

Guarda il video della mia intervista a Felice Di Piano!

Scrivi qui sotto per dirmi cosa ne pensi! Oppure se hai qualche domanda da fare!

Grazie del tempo che mi hai dedicato.

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