SARTORIA NAPOLETANA. PIROZZI: “IL VERO MADE IN ITALY LO CERCANO ALL’ESTERO”
La Sartoria napoletana è una storia che non conosce epiloghi: ha radici antiche, che risalgono al 1351, quando nacque La Confraternita dei Sartori, nella chiesa di S.Eligio al Mercato, nel cuore della Napoli capitale del Regno.
Ma è una narrazione ultra-moderna, grazie ai nomi che l’hanno resa celebre e che continuano a scriverne l’Eccellenza.
Ho avuto il piacere di parlare con uno dei nomi – simbolo della nostra sartoria, così delicata e così coraggiosa.
Domenico Pirozzi è, attualmente, il più giovane sarto e tagliatore della sartoria napoletana; cresciuto al fianco del padre Nunzio, non ha solo appreso e coltivato le tecniche familiari, ma le ha unite all’esperienza professionale presso l’azienda Kiton, una delle sartorie che ha fatto la storia del nostro prestigio oltreoceano.
Kiton, assieme a Marinella, ad Attolini e ad altre eccellenze partenopee, ha saputo affiancare la maestria artigianale ad una visione innovativa e globale del cucito.
Ebbene, Nunzio Pirozzi è un ulteriore pezzo di questo disegno: il giovane napoletano, nel 1950, decise di voler apprendere l’arte della sartoria. E scelse di farlo presso la sartoria del Maestro Sorrentino, a Casalnuovo di Napoli.
Poco dopo, dovrà partire per il servizio militare, ma al suo ritorno il cammino che aveva tracciato era ancora lì, assieme ai suoi sogni.
Così, decise di seguire l’apprendistato alla sartoria De Bellis, nel centro di Napoli; nel 1964 nasce la sartoria Pirozzi, il luogo dove l’arte di Nunzio prende vita, grazie al personalissimo taglio che diventerà portavoce di uno stile esclusivo.
Oggi, al civico 23 di Viale Gramsci, vicino al mare di Napoli, possiamo trovare l’atelier Pirozzi, il posto che continua a portare avanti il tesoro di famiglia.
Oltre Domenico, infatti, la sorella Giovanna è parte integrante dell’attività, grazie al rapporto che mantiene con i fornitori e i clienti.
Insomma, una Bella Storia di Talento Napoletano…
SARTORIA NAPOLETANA: INTERVISTA A DOMENICO PIROZZI
1. La sartoria napoletana è tra le più famose al mondo, grazie ad un artigianato che ha resistito, soprattutto quello di Ago e Filo.
Ma come tutte le cose, è soggetta al “divenire”. Qual è secondo te la reale evoluzione che ha subito negli ultimi 50 anni?
Senza dubbio, la sua evoluzione è rappresentata dagli stessi Sarti, i quali sono usciti dalla “bottega” e hanno saputo rapportarsi ad un mondo vasto e diversificato. Il raggio d’azione della Sartoria è stato, così, ampliato.
2. Centinaia di anni fa (1400) esisteva a Napoli una Scuola Sartoriale molto prestigiosa. Oggi, esiste ancora una formazione completa ed efficiente nella nostra terra circa l’artigianato della Sartoria?
In passato, era una consueta abitudine “formare” un ragazzo in bottega; forse oggi è un po’ meno frequente. Ma, nonostante tutti i cambiamenti, ci sono molti
maestri sarti che, con la loro saggezza e la conoscenza del mestiere,
cercano di educare i nuovi artigiani. E lo fanno con molto impegno, affinché possano trasmettere loro i valori e le competenze di questo mestiere.
3. La nostra arte sartoriale è molto apprezzata soprattutto all’estero: per quale motivo? E in che modo potrebbe ri-conquistare il mercato interno?
La nostra arte è apprezzata soprattutto all’estero, perché è all’estero che si cerca il vero “MADE IN ITALY” artigianale, quello che si tramanda da generazione a generazione.
E credo che proprio questo sia il segreto per riconquistare il nostro mercato interno, perchè negli ultimi anni la direzione sembra proprio il ritorno all’artigianato.
4. A tuo avviso, cosa manca di concreto al distretto della sartoria napoletana? Cosa potrebbe migliorare?
Senza dubbio, la cosa fondamentale è l’insegnamento. Bisogna continuare a trasmettere le competenze alle nuove leve di artigiani. E molte di queste si apprendono in “bottega”.
5. Quali sono le caratteristiche principali che ci confermano come settore di Eccellenza e che non possiamo rischiare di perdere?
La caratteristica principale che ci conferma un’eccellenza è
sicuramente il “FATTO A MANO”, che porta alto il nome della storia della nostra sartoria.
Come afferma Domenico Pirozzi, che ringrazio enormemente per il suo contributo, il “Fatto a Mano” è una peculiarità che non abbiamo perso, ma al contrario, ci contraddistingue in un sistema produttivo fatto da modelli seriali e replicati.
Tuttavia, allo stesso tempo, i nostri artigiani hanno saputo uscire dalle loro botteghe ed emanciparsi alla domanda internazionale, grazie anche alla spinta dei nuovi imprenditori.
Io sono un’imprenditrice napoletana e mi occupo di produzione, portando avanti l’azienda di famiglia che si occupa di produzione conto terzi di Borse Made in Italy, secondo la scuola della pelletteria napoletana.
A mio avviso, è fondamentale che ognuno di noi sappia cosa c’è dietro le nostre fabbriche e alla radice del nostro sistema economico: artigianato e trasmissione della conoscenza sono alla base dei nostri comparti produttivi, spesso trascurati.
Trascurati dai mass-media, dagli addetti al settore e non ultimo, dai consumatori stessi.
Io stessa sono una consumatrice che si informa poco, circa le cose che compra.
Per questo motivo ho scelto di creare una Rete che ci aiuti a conoscere meglio Chi Siamo: pelletteria, calzature, sartoria, arte dei guanti e molto altro, fanno parte non solo del nostro tessuto economico, ma di quello culturale.
Tramite il mio blog, il mio canale Youtube e le pagine social ho scelto di parlarti della nostra produzione, del nostro Made in Italy e della nostra storia artigianale.
E, grazie a questo, anche io sto imparando molto. Soprattutto, Cosa voglio dal futuro.
Voglio essere un “consumatore” consapevole e conoscere la storia degli oggetti che compro, cioè la filiera produttiva: dalle borse che entrano a far parte della mia collezione, fino ai cosmetici per il Make Up e gli abiti per mia figlia.
Voglio essere un’imprenditrice capace e coraggiosa, riconoscente alla nostra storia e ai suoi maestri.
Voglio che le nostre Eccellenze non siano più solo fiabe da raccontare ai nostri nipoti, ma Realtà energiche per cui lavorare.
COME SI PUÒ FARE?
Si deve attingere dalle due risorse che abbiamo: da un lato, i giovani talenti e le loro idee poderose. Dall’altro, la saggezza dei maestri artigiani e le loro competenze settoriali.
Insieme, il vecchio e il nuovo, per tessere un filo che non vedrà mai la fine. Solo prosperità. Questo è uno dei miei sogni.
SE VUOI CONOSCERE ED ESPLORARE LE NOSTRE ECCELLENZE >> CONTINUA A SEGUIRMI!
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GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.
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Grazie. In questo articolo ho trovato quello che penso della sartorialità. Al momento sto completando il mio studio sulla modellistica moderna (il modello come architettura in movimento) e le basi del fatto a mano, sperando quanto prima di approdare in una “bottega” per completare la mia formazione.
Ancora grazie
Grazie a te Daniela e aspetto le tue creazioni. Un abbraccio <3
Ho una merceria classica da 30 anni a Fuorigrotta. Mia madre è una sarta che ha 72 anni e lavora che ne aveva 10. Sono nata nel settore ed apprezzo tutti i tipi di artigianato. Dimenticavo mio padre è un ebanista quasi ottantenne oramai in pensione. Il Fatto a Mano per me è familiare e lo adoro
Ciao Rita, che meraviglia. Spero di conoscerti un giorno.
Un abbraccio <3