Borsa Bruno Rossi, dal ventre della pelletteria toscana. La recensione
Non solo marchi emergenti! Oggi il viaggio è nel tempo, e ci porterà ad un Made in Italy adulto e oltremodo speciale: vedremo insieme la borsa Bruno Rossi, la mia nuova scoperta.
Non conoscevo questo brand, nonostante sia una realtà molto affermata negli scenari della pelletteria italiana; ma grazie a te e ai tuoi vivaci suggerimenti, ho dato un occhio alle vetrine Bruno Rossi e ho trovato un micro-mondo davvero interessante.
Anzi due!
Sì, perché ho acquistato la mia nuova borsa presso la Pelletteria Francescato, un negozio che già conoscevo e che ha aperto la sua vendita anche su instagram.
La pelletteria di Silvia Francescato, situata in via Lucrezio Caro, al centro di Roma, è un punto di riferimento nella Capitale per l’acquisto di accessori e borse di pelle.
… E ha saputo unire la sua lunga storia all’innovativo linguaggio social, così da non perdersi niente circa il futuro e tutte le sue promesse.
Prima di entrare nel vivo nella storia di Bruno Rossi e nella recensione tecnica della mia nuova borsa, devo ricordarti un cosa fondamentale:
Non ti trovi in un blog che fa pubblicità a pagamento.
Nessuno mi paga per parlare di borse o di storie aziendali.
È importante che tu lo sappia, dal momento che viviamo in un’era caratterizzata da fashion blogger, influencer e youtuber che fanno questo per lavoro.
E non è affatto un male! Sono le nuove professioni del web…
Ma non la mia.
Io faccio le recensioni alle borse per portarti nel mondo della produzione legale, delle borse originali e dell’acquisto consapevole.
Ornella, se non per soldi, perché lo fai?
Per una lotta personale, iniziata molti anni fa. Quella che si oppone radicalmente alla contraffazione, cioè al mercato del falso.
Non tutti conoscono realmente le conseguenze di un acquisto fake:
“È solo una borsa tarocca, a chi faccio il danno?! Non sto comprando di certo una dose di droga!”
Ma non è così. I danni collaterali sono molti ed estremamente pericolosi: approfondisci l’argomento nel mio articolo dedicato alla contraffazione.
Sono sempre più convinta che non siamo noi a scegliere le nostre battaglie, in questa vita. Ma sono loro a manifestarsi.
Io sono un’imprenditrice napoletana che lavora nel distretto della pelletteria: mi occupo di produzione di borse Made in Italy conto terzi, cioè produco borse per diversi brand famosi.
Per cui, conosco bene tutto il marcio che c’è dietro al mercato del falso, la sua corruzione morale e le piaghe sociali che ha creato nei decenni.
È una storia vecchia quella della contraffazione e te l’ho raccontata in un articolo dedicato, partendo dalle origini.
Ma, adesso, occupiamoci di una bella storia italiana, quella di Bruno Rossi.
Mi piace la mia nuova borsa?
Borsa Bruno Rossi: storia e pelle
La Toscana, si sa, è il distretto di pelletteria più famoso al mondo; all’estero quando si pensa al genuine leather Made in Italy, si pensa alla Toscana.
Se da un lato, questo mi fa un po’ male al cuore poiché l’Italia è piena di comparti specializzati (Campania, Veneto, Marche), da un altro lato riconosco l’autorevolezza della pelletteria Toscana e il sistema organizzativo che la sostiene.
Bruno Rossi nasce nel ventre di questa regione, a Fucecchio, nel 1973.
Da oltre quarant’anni si occupa della progettazione, della produzione e della vendita di accessori di pelle, con una particolare dedizione per la pelle di cervo e di vitello.
L’animo è fortemente legato all’artigianato Made in Italy, ma il progetto ha scavalcato tutti i confini territoriali per arrivare ai mercati internazionali, con una marcata presenza in Giappone, in Francia e in Spagna.
Le scelte circa i canali di vendita sono state vincenti, perché le borse Bruno Rossi sono presenti in moltissimi retail italiani, sia negozi fisici che virtuali.
Sono moltissimi i negozi di pelletteria che espongono il marchio Bruno Rossi, e si tratta di shop affermati e specializzati, proprio come la Pelletteria Francescato, presso la quale ho acquistato la mia borsa.
Oggi, l’azienda Rossi continua la sua strada seguendo la scia della conduzione familiare: i due figli del fondatore, Emilio e Giovanni, gestiscono il marchio toscano portandolo verso il futuro del retail.
Del resto, le generazioni che arrivano dopo hanno sempre l’arduo compito di creare un canale, forte e coerente, tra ciò che è stato e tutto il resto.
E non è sempre facile.
Sul sito ufficiale del brand, potrai trovare le otto collezioni disponibili, ma sarà importante effettuare la registrazione per visionare i prezzi dei prodotti; questa scelta, credo, abbia la funzione di agevolare i diversi rivenditori, i quali saranno liberi di creare rapporti esclusivi e liberi con i propri clienti.
Per cui il sito appare come una vetrina del marchio, più che come piattaforma veloce di vendita.
Forse la velocità non interessa affatto a Bruno Rossi, e al suo legame storico con l’artigianato del Made in Italy.
Rispetto molto queste scelte aziendali.
Inoltre, ogni collezione presente è stata creata secondo specifiche caratteristiche di progettazione, sia per quanto riguarda la pelle e la concia, sia per il design e la struttura del prodotto.
Davvero molto figo!
Adesso, è giunto il momento di vedere da vicino la mia borsa Bruno Rossi!
Curiosa?
Borsa Bruno Rossi: ecco il modello che ho scelto!
Come ti ho anticipato, ho comprato la mia borsa Bruno Rossi tramite l’account instagram della Pelletteria Francescato, gestita da Silvia e sua sorella Maura.
Tra i diversi modelli disponibili, ho scelto la borsa Bruno Rossi linea Dolly, modello mlx14.
La collezione Dolly è realizzata con pelle di vitello conciata al cromo e grana stampo cervo; è disponibile in diversi colori, io ho scelto il color ruggine con profili caffè; è una sacca che si trasforma in zaino e l’ho pagata 165,00 euro.
Ti dirò la verità: non è stato semplice scegliere!
Le due donne della pelletteria Francescato, gentili e super preparate, mi hanno “fatto entrare” in negozio tramite un video, in cui mi hanno mostrato tutti i modelli disponibili.
È stata davvero interessante questa piccola esplorazione!
E, inoltre, dimostra che non c’è bisogno di strategie sofisticate per essere efficienti e incisivi: basta un video artigianale fatto dal proprio smartphone e inviato su whatsapp!
La Pelletteria Francescato, infatti, mi ricorda molto il tipo di comunicazione della Valigeria Ambrosetti: ricordi la mia recensione?
Inoltre, sbirciando un po’ le vetrine Francescato, ho visto che i marchi trattati non sono molti, ma tutti legati all’eccellenza.
Ho trovato, ad esempio, brand che ho recensito qualche tempo fa: Gabs e Plinio Visonà. Hai già letto le recensioni?
Inoltre, realtà consolidate come Samsonite, American Tourister, Kipling e molte altre.
Si tratta, per lo più, di brand autorevoli e di qualità, ma al contempo accessibili rispetto ai marchi che definiamo di lusso.
Vediamo i dettagli della mia borsa Bruno Rossi:
- La borsa mi è arrivata avvolta nel cellofan e con una flanellina logata.
- Il profumo è molto intenso: sento tutto l’odore della pelle di qualità.
- La particolarità della mia borsa Dolly, e di altri modelli Bruno Rossi, è la presenza di un grande comparto centrale più due tasche laterali: questi spazi corrispondono alle tre chiusure lampo che vediamo in capo alla borsa.
- La tintura è ben fatta e non gratta sotto mano, soprattutto in prossimità dei manici e degli spallacci. Ma io preferisco, di solito, una tintura più compatta. Tuttavia, si tratta di scelte stilistiche e del fatto che in questo caso la borsa è quasi del tutto rimboccata.
- Le rifiniture sono molto curate: il bordo a contrasto che vedi nelle parti esterne delle mia borsa è fatto con pezzi di pelle assemblati, ma la percezione è di un corpo unico. I punti di unione sono ben lavorati!
- La mia borsa si può indossare in modi diversi: a mano, a tracolla e in spalla, diventando un comodo zaino. E non c’è bisogno di azioni complicate: la trasformazione da borsa a zaino è molto semplice!
- All’esterno trovo ancora tasche: una piccola, sulla parte laterale, con una chiusura a bottone incorniciata da una R dorata; un’altra con cerniera, abbastanza profonda.
- All’interno della borsa trovo una fodera molto carina: con una fantasia rigata e i colori a contrasto con la borsa. Ancora all’interno, trovo altre piccole tasche, utili per gli oggetti meno ingombranti come il cellulare e i documenti.
- Il fondo esterno della borsa è liscio: ottima scelta, dal momento che è la parte d’appoggio.
Userò la mia borsa e ti farò sapere com’è andata!
Senza dubbio, non potrò metterci il mio inseparabile portatile, ma credo sia molto spaziosa, per cui perfetta per diverse occasioni, oltre a quelle lavorative.
Valutando il progetto della borsa, l’ideazione e soprattutto la selezione dei materiali, emerge chiaramente che è un prodotto di qualità e di lunga durata. In sostanza, tutto ciò che ci aspettiamo da una borsa Made in Italy!
Sono molti i prodotti fatti in Italia, ma siamo sicuri che tutti rispondano agli standard qualitativi della manifattura Made in Italy? (Domanda retorica!)
La verità è che bisogna far attenzione prima di un acquisto e cercare quante più informazioni sul brand, sui valori che si porta dietro e sulla produzione.
Ogni volta che hai qualche dubbio, esplora le mie recensioni!
Oppure scrivimi sui miei canali: sarò super contenta di conoscerti e di rispondere alle tue preziose domande!
Ah, dimenticavo…
La mia borsa Bruno Rossi è senza dubbio promossa!
Voti (0/5)
Cuciture | 4 1/2 |
Tintura | 3 |
Rifiniture | 4 1/2 |
Rapporto qualità/prezzo | 5 |
Utilità | 5 |
Guarda il video della mia recensione alla borsa Bruno Rossi!
Consigliami un’altra borsa da raccontare: scrivi qui sotto!
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
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