MADE IN ITALY. INTERVISTA A RIVOLTA: ORA, MASSIMA ATTENZIONE PER IL PERSONALE

Il Made in Italy è un’arte che sa uscire dalla bottega per diventare altro. Oggi conosceremo un imprenditore italiano che esporta il suo Made in Italy in tutto il globo “arredando” i sogni delle persone, oltre alle case.

Le sue Cucine e bagni di lusso seguono l’impronta dell’artigianato che fu, di quel fare con le mani che adesso ha lasciato il posto alle nuove macchine a 5 assi e ad un know how altamente sofisticato.

Il Made in Italy si evolve assieme al tempo, come una creatura che si nutre di curiosità. Ma non perde mai nulla. Al contrario, addiziona il nuovo alla storia.

Come sai, parlo spesso delle nostre eccellenze e della storia artigianale che è parte integrante del nostro sviluppo economico.

Ho parlato della calzature campane, dei guantai di Napoli e della prestigiosa sartoria che ci appartiene come il sangue; ho parlato dell’industria conciaria, degli ombrellai e della Pelletteria, il mio mondo.

Ma, soprattutto, ti ho parlato delle differenze sostanziali tra il Made in Italy  e il “Fatto in Italia”: ognuno di noi, prima di ogni cosa, è consumatore. E Chi compra ha il dovere, oltre che il diritto, di conoscere il prodotto che sta acquistando. Chi compra deve esigere di avere tutte le informazioni a riguardo, perché il nostro Made in Italy porta con sé una profonda qualità e non può essere messa in discussione, né la si può barattare con una manifattura scadente e approssimativa.

Ebbene, incuriosendomi e appassionandomi, ho conosciuto Matteo Rivolta, con cui ho avuto il piacere di confrontarmi. Rivolta, oltre ad essere  imprenditore della propria azienda (Rifra), è anche un ottimo comunicatore, pronto a confrontarsi con il contesto epocale e tutte le sue risorse.

Anche lui è “figlio” di un’azienda che nasce dalla famiglia e che ha cavalcato i decenni fino a diventare un brand del lusso nel settore degli arredi.

La conduzione familiare è un aspetto che ritroviamo quasi sempre nel Made in Italy e che vivo in prima persona: sono un’imprenditrice e produco borse conto terzi per alcuni brand del lusso, seguendo gli insegnamenti della Pelletteria napoletana.

La famiglia ti insegna che diventa “famiglia” tutto ciò che hai attorno, ogni giorno, tra gli odori forti della fabbrica: sarai, pertanto, parte di una famiglia allargata, in cui i vecchi artigiani insegnano ai ragazzi appena arrivati.

Matteo mi spiega che anche Rifra ha lavorato nella produzione conto terzi e quali sono gli aspetti che hanno reso il marchio di famiglia tra i più eccelsi del settore. Buona Lettura!

MADE IN ITALY: INTERVISTA A MATTEO RIVOLTA

made in italy

 

  • Rifra ha una lunga storia, iniziata nel 1930: lavoro in bottega, poi produzione conto terzi, per arrivare, in seguito, alla creazione di un brand di alta qualità. Quali sono, a suo parere, gli aspetti che hanno favorito una crescita tale?

Nel 1930 mio nonno ha iniziato a lavorare in bottega, producendo mobili di beni durevoli. E, dopo la seconda guerra mondiale, ha creato un’altra società, anch’essa correlata alla produzione di mobili, secondo l’artigianato da bottega.

Poi, nel 1970 ha aperto un’azienda vera e propria, con produzione conto terzi per grandi marchi italiani. Dagli anni ’80 in poi, abbiamo iniziato a sviluppare il nostro marchio Rifra, soprattutto attraverso le Fiere di settore e i cataloghi dei nostri prodotti.

Anno dopo anno, abbiamo ampliato sia l’offerta di  prodotti che i canali di vendita, fino ad arrivare al brand di oggi, che offre cucine e bagni di alta gamma in tutto il mondo.

Gli aspetti che hanno favorito tale espansione sono principalmente: la qualità del prodotto finale – gli investimenti nella comunicazione e nel marketing, dagli anni ’80 ad oggi – il fatto di avere una produzione propria che garantisce più flessibilità nella realizzazione del prodotto, e la possibilità di personalizzare il design, che diviene unico e contemporaneo.

  • Produzione e Made in Italy: la filiera italiana è ricca di risorse e di ricerca della qualità. Cosa manca, a suo parere, al Made in Italy e ai suoi imprenditori per ritrovare prestigio nel mercato interno, oltre che all’estero?

Tutto parte tutto dalla creazione di un brand: si crea il marchio, a quel marchio si legano i prodotti; i prodotti si organizzano in determinate collezioni, scegliendo la fascia nella quale collocarti, se premium (prodotto aspirazionale) o lusso (quando si vende un sogno).

Queste sono le regole basilari per vendere sia all’estero che in Italia.

Inoltre, come gli ultimi tempi ci hanno suggerito a causa delle restrizioni per covid-19, è importante creare una piattaforma di marketing on-line che possa attrarre i clienti in target, e organizzare una vendita telefonica che possa interagire  con i clienti e concretizzare gli acquisti.

Ultima cosa: è necessario avviare un sistema che monitori i feedback del mercato e la delivery del prodotto.

  • Il successo di un brand come Rifra, senza dubbio, è stato dato anche da una efficace strategia di comunicazione che ha supportato la brand identity. È necessario che un buon imprenditore sappia anche comunicare e pianificare la strategia, oppure è sufficiente saper scegliere un team qualificato?

Un imprenditore deve saper comunicare sì, ma deve principalmente saper creare una strategia, per poi implementarla.

Questo gli permette, innanzitutto, di fare esperienza, e poi tramite i feedback ricevuti dal mercato e gli errori commessi, può capire qual è il meccanismo adatto e trasmetterlo al team che avrà assunto, così da poter delegare.

Nella delega ciò che conta è l’insegnamento: se non sai Fare Qualcosa, non puoi delegarla.

Dopo questi step, l’imprenditore deve saper stabilire i diversi ruoli all’interno del Team e guidarlo in qualità di team leader, sopratutto a livello strategico; è importante che l’imprenditore sappia apportare i cambiamenti necessari, in base ai feedback del mercato.

  • Lei è un ottimo comunicatore ed è riuscito a diventare il frontman della sua azienda, incarnandone i valori. Quali consigli si sente di dare alla classe dei Nuovi Imprenditori? Quali sono i valori da non lasciare indietro?

I valori che i nuovi imprenditori dovrebbero avere, soprattutto in questo periodo che stiamo vivendo, è la massima attenzione alle risorse umane interne, quindi al personale: non bisogna lasciarlo solo.

Inoltre, è importante saper creare un team ben affiatato, che lavori bene assieme per gli interessi dell’azienda.

Se tutti vanno nella stessa direzione, raggiungere gli obiettivi diventa molto più facile.

Se, al contrario, ognuno va per la sua strada, è molto difficile raggiungere l’obiettivo prefissato, indipendentemente dalle condizioni del mercato. 

Ringrazio enormemente Matteo Rivolta e il suo contributo alla mia piccola mission, quella che non vuole mostrare il Made in Italy da cartolina oppure da spot pubblicitario. Ma vuole raccontarne la storia, la realtà produttiva, i drammi e i progetti futuri.

Inoltre, ringrazio Te caro amico e lettore, che mi stimoli nella lotta e nella ricerca.

E ricorda: compra sempre originale, boicotta il mercato illegale!

Che sia l’artigiano sotto casa tua, o un brand poco conosciuto, o ancora, un marchio di lusso… fai la tua scelta premiando Chi lavora nell’onestà!

SCRIVI QUI SOTTO E DAMMI LA TUA OPINIONE!

MADE IN ITALY

GRAZIE PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO.

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2 pensieri riguardo “MADE IN ITALY. INTERVISTA A RIVOLTA: ORA, MASSIMA ATTENZIONE PER IL PERSONALE

  • 29/05/2020 in 21:09
    Permalink

    Siete entrambi due grandi imprenditori, anch’io sogno davanti alle cucine rifra peccato non poterla avere.

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    • 06/06/2020 in 15:24
      Permalink

      Sognare non costa nulla e grazie per il complimento <3

      Risposta

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