Pelle: consulenza e fornitura. La Garzarara parla agli artigiani

Pelle ed evoluzione. O se vogliamo, adattamenti creativi alla nostra epoca.

Questa è la premessa della storia di oggi, La Garzarara, un progetto che nasce per rifornire di pellami le grandi industrie, ma che prende un’altra direzione. Tutt’altro che aspettata.

Tra pochissimo scoprirai quale!

Conosce il mondo della pelle da molto tempo, Luca Pacini, fondatore de La Garzarara.

Luca è cresciuto nelle Marche, uno dei distretti italiani più importanti per la fabbricazione di calzature, e si è “formato” nell’azienda di famiglia, attiva nello scenario pellettiero fin dagli anni ’70.

Dal papà ha imparato la storia. E, adesso, ne sta scrivendo una nuova.

Ho avuto il piacere di conoscere Luca e di affacciarmi sul suo mondo, fatto di pelle e nuovi progetti. Di comunicazione digitale e artigianato.

Tra pochissimo conoscerai anche tu la sua storia e il modo in cui ha trasformato il suo lavoro. Parola d’ordine: reinventarsi. Il must have della nuova era.

Sei curios*?

Beh, anche a me ha incuriosito molto il suo lavoro quando l’ho “scoperto” tramite i social, uno spazio che Luca sa usare molto bene.

Ma, prima di entrare nel vivo del racconto, mi presento, nel caso tu non mi conoscessi ancora!

Mi chiamo Ornella Auzino e mi definisco una pellettiera digitale.

Cosa significa?

Mi occupo della produzione di borse di pelle conto terzi, rifornendo i brand della moda; la mia azienda è nel cuore di Napoli e la manifattura è quella del vero Made in Italy.

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Ho passato gli ultimi anni a battermi per la pelletteria napoletana, a raccontarne i retroscena e l’eccellenza; ho fatto “informazione” circa i comparti della nostra terra e le vie  possibili della produzione; ho viaggiato, documentato, denunciato.

Ma soprattutto, ho lottato contro la piaga più controversa del nostro sistema economico, la contraffazione.

E sai cosa è successo?

Ho scoperto la potenza della rete.

I miei canali digitali hanno amplificato il mio messaggio; lo hanno condotto nelle mani delle persone e nelle coscienze di chi compra.

Così l’efficacia della comunicazione digitale è entrata a far parte del mio quotidiano, e del mio lavoro. Ho costruito una solida rete di contatti, clienti, colleghi e appassionati.

A mio parere, usare il web in modo sano e funzionale significa raccontarmi, poter metterci la faccia.

Per cui benvenut* nel mio blog, il mio posto libero.

Libero da ogni tipo di “pubblicità”.

Nessun marchio e nessun imprenditore mi paga per avere il suo spazio nelle mie pagine.

Autonomamente e in base ai miei interessi, scelgo i marchi di cui parlare e le persone da intervistare.

Questo è molto importante per me.

Ora che sai dove ti trovi… goditi un nuovo viaggio: La Garzarara.

Pelle e dintorni: il cammino di Luca

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Come ti ho anticipato, Luca Pacini è figlio d’arte.

È cresciuto, come me, tra gli odori della pelle e le scelte governate da un mercato tutt’altro che in declino; a quei tempi, negli anni ’80, le produzioni erano floride.

La manifattura italiana viveva anni felici e le fabbriche popolavano le province delle aree in cui la produzione non solo alimentava un sistema economico collaudato, ma tracciava il legame con la storia manifatturiera.

Un know how che, con il tempo, ha perso colpi.

Proprio questo è stato uno degli argomenti che ho affrontato con Luca Pacini: il mancato accrescimento di tecniche e competenze nelle nostre fabbriche.

Di fatto, con l’entrata in gioco, negli anni ’90, delle aziende asiatiche sul territorio, i nostri comparti produttivi hanno sofferto moltissimo.

Tuttavia, non si è trattato solo dell’ingresso di prezzi competitivi, ma di un nuovo modello organizzativo, più veloce e più impattante nei flussi di vendita.

Luca mi ha raccontato, infatti, come l’organismo asiatico riusciva, nelle Marche (e suppongo ovunque) a prendere il lavoro destinato, ad esempio, alle orlatrici italiane. Le nostre esperte artigiane, che lavoravano nelle case tra il lavoro domestico e i figli da crescere, non avrebbero potuto sostenere la “gara” con i ritmi dei tomaifici asiatici o comunque delle grandi fabbriche che si facevano spazio nella produzione seriale.

Così quell’arte casalinga sarebbe restata in quelle mura. Senza un tempo e uno spazio per continuare ad evolversi. Ecco un ulteriore gap della nostra manifattura: la scarsa trasmissione del saper fare.

Luca ha lavorato nell’azienda di famiglia per molti anni, occupandosi della rappresentanza commerciale e della vendita. I suoi interlocutori erano le grandi aziende dell’abbigliamento e delle calzature, alle quali riforniva importanti quantitativi di pelle. Si tratta del commercio conosciuto come B2B, ossia business to business.

E La Garzarara nasce proprio per rifornire industrie e grandi brand, con i suoi ampi magazzini dedicati allo stoccaggio e alla vendita.

La location, molto presente nella comunicazione social, è molto accattivante ed eclettica; colori e angoli d’arte contraddistinguono il laboratorio de La Garzarara, in cui possiamo trovare uno showroom, un magazzino rifornito di molteplici varietà di pellami e un ulteriore shop dedicato ai prodotti in vendita on line.

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Mi piace molto il modo in cui Luca Pacini adopera le sue pagine social, perché riesco a sentire l’autenticità del suo messaggio e della sua passione per la pelletteria.

E non è piaciuto solo a me!

Man mano che La Garzarara ha mostrato al mondo la sua attività e i suoi prodotti, sono arrivate sempre di più richieste da parte dei piccoli brand e dagli artigiani che lavorano la pelle nei loro laboratori individuali.

Così Luca si è trovato di fronte ad un nuovo tipo di pubblico.

Non più grandi aziende e industrie della moda, ma lavoratori privati alla ricerca di pelle di qualità.

Per chi lavora in quest’ambito saprà, indubbiamente, che la differenza è sostanziale: mentre le grandi fabbriche sono interessate all’acquisto di migliaia di pellami, in un’ unica manovra, il piccolo artigiano tende a comprare un unico pezzo di pelle, o anche la metà di esso.

Come affrontare il nuovo segmento di mercato?

Reinventandosi. Trovare nuovi modi e parole per plasmarsi con il neonato mood.

La nuova pelle de La Garzarara

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Luca Pacini, abituato a vendere grandi quantitativi di pelle, si ritrova così a dialogare con il piccolo artigiano. Si trova di fronte ad esigenze e budget molto diversi, oltre che a un nuovo modo di pensare all’acquisto.

Tuttavia, non si perde d’animo. Mette in moto la macchina della ricerca e inizia ad esplorare il nuovo sentiero che gli si è aperto dinnanzi.

Così partecipa alle fiere di settore dedicate ai piccoli brand e all’artigianato. Si tratta di eventi molto diversi rispetto quelli a cui era abituato, quali il Mipel e Linea Pelle, due tra le fiere della pelletteria più importanti in Italia.

Adesso, i toni erano cambiati. Così come il pubblico e il modo di fare esposizione.

Mi ha raccontato, infatti, che il primo “problema” furono i suoi stand espositivi: erano ordinati e impeccabili, come sempre.

Ma si rivelarono assolutamente fuori luogo in quel contesto.

Lì, le persone adoravano scavare nella pelle, trovare lembi particolari e cercarne altri ancora, vedere le pelli sovrapposte nei loro colori dissonanti

Luca non si perse d’animo: creò il caos creativo che il pubblico voleva. E fu un successo!

Oltre alle fiere di settore e alla ricerca continua, La Garzarara ha trovato, negli anni di “formazione”, un’ottima figura di supporto: Gaia Segattini.

La Segattini è una fashion designer, blogger e consulente italiana, ed è considerata un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato italiano e la micro-imprenditoria , temi che ha trattato in diversi libri e manuali.

Luca Pacini si è avvalso della sua consulenza per circa un anno e mezzo, entrando così nel cuore delle dinamiche della pelletteria e dell’abbigliamento artigianali italiani.

Ed è con la formazione continua e la ricerca di conoscenze che, oggi, La Garzarara riesce a rifornire ed accontentare le eccellenti micro-realtà delle nostre terre, così capaci, ma spesso così “lente”.

Non mancano critiche, in effetti, da parte di Luca Pacini.

Secondo Luca, spesso, gli artigiani mostrano grandi limiti nei confronti dell’innovazione e delle tecniche di lavorazione; tanto che evitano di comprare pelli particolari, magari più lavorate e con nuove peculiarità. Non saprebbero come lavorarle, o forse non ci hanno mai provato.

Senza dubbio, le nostre eccellenze, comprese quelle manifatturiere, non riescono sempre a stare a passo coi tempi e con le nuove tecnologie. E questo è qualcosa a cui porre rimedio, tramite la formazione e i percorsi professionali.

Consigli per chi vuole creare un brand?

Ho chiesto a Luca Pacini come bisogna affrontare la creazione di un nuovo brand; secondo il suo parere esiste una verità semplice, quanto scomoda:

“O sei piccolo e lavori da solo. O sei grande e metti in piedi una grande azienda.”

Per Luca, in Italia, è molto complicato creare un brand di mezza misura, ossia un marchio che prevede poche assunzioni e un ciclo minimo di vendita. Molto meglio il lavoro individuale, come artigiano di settore. Oppure pensare in grande.

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La chiacchierata con Luca Pacini è stata molto stimolante, dal momento che sono protagonista e, allo stesso tempo, spettatrice della pelletteria Made in Italy.

Mi dedico alla produzione di borse, ma sono anche una gran compratrice. Mi piace scovare prodotti particolari e analizzarne la “sostanza”.

La mia collezione di borse, di pelle e non, ha raggiunto, ormai, numeri davvero considerevoli!

Puoi trovare su questo blog tutte le recensioni ai brand che ho incontrato sul mio cammino.

 

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Hai mai comprato una borsa artigianale?

Scrivi qui sotto e fammi sapere la tua esperienza!

Guarda subito la mia intervista a Luca Pacini su youtube!

Grazie per il tempo che mi hai dedicato.

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