ASSOPELLETTIERI: COME NASCE E IN CHE DIREZIONE VA

Cos’è Assopellettieri? E che ruolo ha nel settore della moda e della pelletteria, in Italia e nel mondo?

Chi lavora nello scenario della pelletteria, come produttore, terzista, designer o altro ancora, conoscerà senza dubbio Assopellettieri, l’associazione dei Pellettieri Italiani che rappresenta la categoria del settore.

Mentre per i non addetti ai lavori, probabilmente, si tratta di qualcosa di sconosciuto.

Ebbene, oggi esploreremo assieme diversi aspetti dell’Associazione, cercando di capire Perché esiste, Quali sono le sue funzioni e In che modo protegge il nostro Made in Italy.

Pertanto, quest’articolo sarà prezioso non solo per chi è nuovo dell’argomento e non ha mai sentito parlare di Assopellettieri, ma anche per chi è del settore e ha domande e curiosità da soddisfare.

Innanzitutto, identifichiamo il settore di cui stiamo parlando: si tratta delle imprese italiane della pelletteria, il cui fatturato gira attorno ai 9 miliardi  di euro, cioè i brand del lusso e le piccole o medie imprese altamente qualificate.

Aziende che sostengono una grossa fetta del mercato italiano all’estero, con un export che vale 10,3 miliardi di euro.

È importante sapere che quando si parla di pelletteria, si parla prevalentemente dell’Italia e della sua storica manifattura.

Assopellettieri non ha solo la funzione di mettere assieme e coordinare i membri della categoria, ma si propone di  preservare e accrescere il Made in Italy nel mondo:

  • Rappresenta gli interessi della categoria presso gli organi governativi e della pubblica amministrazione, lavorando con i principali organismi internazionali al fine di promuovere iniziative a sostegno dello sviluppo settoriale.
  • Aderisce a Confindustria Moda, contribuendo all’affermazione di un nuovo sistema imprenditoriale.
  • Stipula il CCNL con le organizzazioni sindacali settoriali, per le imprese industriali.
  • Fornisce periodicamente indicazioni sulle tendenze della moda di settore.
  • Sul fronte internazionale, Assopellettieri ha aderito in qualità di socio costituente alla Federazione Europea delle Associazioni di Pelletteria: ELGA (European Alliance for the Leather Goods Industry); gli altri soci fondatori sono la Spagna, la Francia e l’Inghilterra.
  • Organizza MIPEL, la fiera internazionale di pelletteria e accessori moda che si svolge a FieraMilano-Rho, a febbraio e settembre. MIPEL copre una superficie espositiva di 10.000 mq, ospita 300 brand ed è visitata da circa 24.000 visitatori ogni anno.

All’Associazione possono iscriversi tutte le imprese che operano in Italia, che siano produttrici di articoli di pelletteria (e accessori moda in pelle), oppure succedanei, un termine che è stato introdotto nell’organizzazione per indicare le nuove aziende che si occupano della nuova pelletteria che non usa la pelle, pur mantenendo alta la qualità del prodotto, sebbene ad un prezzo più vantaggioso.

La storia di Assopellettieri ha visto, fin dal 1946, numerosi cambiamenti durante gli anni, in evoluzione con il sistema produttivo e le logiche del mercato: andiamo a vedere le tappe principali che hanno portato alla creazione dell’organismo che conosciamo oggi.

ASSOPELLETTIERI: UN PO’ DI STORIA

ASSOPELLETTIERI

Nel 1946 nasce la prima attività associativa di categoria che intende rappresentare i pellettieri italiani: ANIMPEC (Associazione Nazionale Industriali Manifatturieri Pelli e Cuoio), che contava circa dieci aziende.

Solo nel 2018 si arriverà al nome di Assopellettieri, dopo differenti fasi di vita:

  • Nel 1962 i soci dell’associazione diventano 15, di cui sette si fanno promotori di Mipel, la prima fiera di pelletteria italiana.

 

  • Nel 1963 ANIMPEC sottolinea la sua spinta internazionale e, assieme ad altre associazioni europee,  da vita al CEDIM (Comité Européen des Industries de la Maroquinerie), che ha lo scopo di coordinare le associazioni degli industriali della pelletteria dei diversi paesi Europei, per rappresentarne gli interessi in sede comunitaria.

 

  • Nel 1966  ANIMPEC viene sostituito con AIMPES, Associazione Italiana Manifatturieri Pelli-Cuoio e succedanei. Si introduce così la parola “succedaneo” che abbiamo visto in precedenza e che rappresenta le imprese che usano materiali alternativi alla pelle, ma simili.

 

  • Nel 1973 AIMPES aderisce a Confindustria; inoltre, costituisce una Società di Servizi, la AIMPES Servizi srl, per dare maggiore impulso alle iniziative promozionali a favore delle esportazioni della pelletteria italiana, in collaborazione con ICE (Istituto per il Commercio Estero).

 

  • Gli anni ’80 e ’90 vedono le imprese italiane della pelletteria atterrare con successo nei nuovi mercati internazionali, quali il Giappone, gli Stati Uniti, la Francia e la Germania.

 

  • A gennaio 2017, AIMPES entra a far parte di Confindustria Moda di cui segue i principi organizzativi.

 

  • Nell’ aprile 2017 AIMPES è diventato socio costituente della Federazione Europea delle Associazioni di Pelletteria: ELGA.

 

  • il 19 maggio 2018 si abbandona la denominazione di AIMPES a favore di Assopellettieri – Associazione Pellettieri Italiani,  con la  volontà di uniformarsi alle associazioni parte di Confindustria Moda.

Oggi Assopellettieri rappresenta le imprese principali dei distretti italiani più importanti: Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Campania.

E non lo fa solo a livello locale, ma organizzando eventi significativi soprattutto all’estero, in cui il Made in Itlay profuma di artigianato e qualità; eventi come il LEATHERGOODS SHOWROOM a Seul (Corea), il #MIPELGOESTOJAPAN, e il ROADSHOW DI PRESENTAZIONE DI MIPEL.

Tuttavia, uno degli eventi più significativi di quest’anno, a mio parere, sono stati gli STATI GENERALI della pelletteria, a cui ho preso parte come membro della categoria pellettieri.

All’interno dei comparti della Pelletteria, esistono numerose tipologie di produzione.

Personalmente, mi dedico alla produzione conto terzi di borse in pelle, ossia sono un terzista che produce per i brand del lusso.

Il mio Made in Italy è riconducibile alla storia e alla tradizione che segna non solo la pelletteria napoletana, ma la mia famiglia.

Tuttavia, durante gli Stati Generali è emersa una significativa necessità: adesso, più che mai, bisogna attingere da quel glorioso passato, per rinnovarlo e rigenerarlo alla luce dei nuovi assetti del mercato.

Digitalizzazione, Vicinanza, Cooperazione.

ASSOPELLETTIERI: IL 2020 E GLI STATI GENERALI DELLA PELLETTERIA

ASSOPELLETTIERI

Nessuno poteva prevedere una pandemia globale, né il blocco totale della produzione; nessuna previsione economica poteva minimamente avvicinarsi alla situazione che viviamo oggi. Precaria e preoccupante.

In questo tumulto di eventi, in cui le fabbriche italiane stanno guardando l’incertezza negli occhi, Assopellettieri ha riunito gli Stati Generali della Pelletteria, affinché ci fosse un momento di confronto.

Il 23 luglio 2020, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, si è parlato così di pelletteria e della necessità di essere #unitiperlapelle, il claim dell’evento.

Sono intervenute diverse personalità del settore, tra cui il presidente di Assopellettieri Franco Gabbrielli e il vicepresidente Andrea Calistri, il quale ha menzionato anche la pelletteria campana. E di questo lo ringrazio.

COSA È EMERSO IN QUELLE ORE?

Sono uscite fuori alcune verità che hanno riguardato le fabbriche italiane e i limiti che hanno conosciuto durante il lockdown; principalmente, la mancanza della dimensione digitale.

Alcune aziende sono state costrette a chiudere le porte e anche le vendite, poiché non sono presenti on-line e non dispongono di piattaforme e-commerce.

Per cui, la domanda è stata: cambiare o no?

La nostra tradizione artigianale e il nostro modus operandi ci hanno recintato in un circuito piuttosto chiuso, che fa fatica ad affacciarsi sui nuovi linguaggi telematici.

Ma è il momento di cambiare rotta e rinnovarci, portando in alto il know how che la nostra storia ci ha affidato.

È  da molto tempo che su questo blog parliamo dell’importanza di essere social e digitalizzati in un mondo che richiede la costante presenza accanto al tuo pubblico. Ma non solo.

La comunicazione che abbiamo a disposizione ha il potere di farci conoscere nel mondo e di parlare del nostro lavoro. Non c’è tempo da perdere: la pelletteria deve emanciparsi alle nuove facce dell’acquisto.

La motivazione, in quelle ore, era forte. E si respirava nell’aria una sete di nuova progettualità.

Un altro punto focale della discussione ha riguardato i produttori, nello specifico i terzisti della pelletteria, i quali stanno vedendo diminuire i numeri del loro lavoro, poiché alcuni brand del lusso hanno tagliato i volumi.

Si è parlato di creare nuove opportunità per i nostri terzisti, affinché non solo resistano alla crisi, ma acquisiscano una nuova “visibilità” sul mercato.

Il progetto proposto ruota attorno al know how settoriale e parte dalla disomogeneità dei nostri comparti: ogni azienda ha una forza differente e si distingue per quella o per l’altra competenza.

E questa conoscenza verrà sottolineata, attraverso un progetto, identitario del Made in Italy, che verrà messo in piedi da Assopellettieri.

Da qui, una certificazione della filiera e di tutti gli attori che ne fanno parte.

Raccontare gli artigiani del Made in Italy significa firmare con l’umanità i nostri prodotti; significa proteggere la nostra arte dall’incombenza delle produzioni seriali provenienti dall’estero.

Ed è per questo che, da molto tempo, sui miei canali web puoi trovare le RECENSIONI ALLE BORSE CHE COMPRO: attraverso le borse, ti racconto storie di uomini e di aziende che fanno grande la nostra filiera, quella onesta e creativa.

Sono uscita dagli Stati Generali piuttosto euforica e piena di speranza. Soprattutto per la mia pelletteria, quella napoletana.

Se la Toscana è la regione-simbolo della pelletteria è perché l’organizzazione del lavoro è eccellente, le aziende sono censite e ben gestite; i produttori sono uniti e cooperano per gli obiettivi comuni.

Tutt’altro accade qui, in Campania. I distretti sono lontani e senza alcuna comunicazione tra loro; non esiste un censimento serio dei siti produttivi; gli imprenditori non sono ancora pronti al nuovo passo, cioè agire nella stessa direzione e #unitiperlapelle. (Per approfondire l’argomento, clicca qui).

La terra sotto ai nostri piedi sta girando, si sta mescolando ed io sono pronta al nuovo che ci attende!

Sei con me?

Se appartieni anche tu alla pelletteria napoletana prendi in mano il presente e portiamolo assieme altrove, con la passione che ci fa sentire partenopei! Scrivimi!

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