Borsa Mandarina Duck: storia del brand e recensione alla linea Md20
La Borsa Mandarina Duck è un accessorio che ha segnato gli anni ’90, diventando uno status symbol tra i giovani, soprattutto milanesi. Ancora oggi, in una piccola via nei pressi di Piazza San Babila c’è un murale che rappresenta lo zaino Mandarina Duck.
Ho comprato una borsa Mandarina Duck e, oggi, la recensisco per te!
Le mie recensioni non sono pubblicità alle borse.
Nessun marchio mi paga per presentarti un prodotto o l’altro: non sei in un articolo di marketing!
Quello che faccio è raccontare le borse che compro, fornendoti informazioni non solo sulla storia del brand ma sugli aspetti tecnici della borsa: questo è il mio sostegno per i tuoi acquisti!
In cambio, chiedo solo una cosa: compra sempre e solo borse originali!
Sono un’imprenditrice della pelletteria e produco borse Made in Italy conto terzi, per alcuni brand della moda.
Se ho scelto di recensire le borse che compro è, soprattutto, per mostrarti quante realtà valorose esistono come alternativa al mercato del falso.
La contraffazione è l’anima buia del nostro commercio:
- uccide le aziende oneste
- produce prodotti scadenti e pericolosi
- sfrutta la manodopera specializzata e non si fa troppi problemi a creare disastri ambientali.
La contraffazione è il male.
La produzione onesta e certificata è l’arma migliore che abbiamo per contrastarla.
Le tue scelte d’acquisto sono determinanti per il futuro della nostra economia: non dimenticare che il tuo portafogli è un’arma potente, perché può decidere Chi sostenere e Chi far cadere.
Io scelgo, ogni giorno, di sostenere i marchi originali e gli artigiani onesti.
E tu?
Tuffiamoci nella storia Mandarina Duck, un marchio nato dall’inventiva di due cugini.
Borsa Mandarina Duck: la rivoluzione in viaggio…
Siamo nel 1968. Paolo Trento e Pietro Mannato fondano, nell’interland bolognese, la Plastimoda, una fabbrica specializzata nella produzione di materie plastiche e prodotti industriali termo-saldati.
Nessuno immaginava che quest’azienda, e la conoscenza accurata delle materie plastiche, fossero le radici di un progetto più grande. Un brand di moda.
Paolo e Pietro, cugini e fondatori della società, viaggiavano molto per lavoro; durante una delle loro trasferte si trovarono in una fiera in Germania, in cui videro per la prima volta alcune borse realizzate in plastica, un materiale che conoscevano molto bene.
Le borse della fiera tedesca, più la profonda esperienza nei viaggi e l’osservazione dei viaggiatori, portarono i due uomini a “pensare” ad un nuovo accessorio femminile: un beauty case fatto in tessuto.
Un prodotto che si presentava pratico, resistente e colorato.
La loro prima linea si chiamò Utility, una serie di accessori in tessuto con caratteristiche specifiche e la capacità di distinguersi dalle borse che andavano di moda a quei tempi, per lo più in pelle dai colori basic, come il nero e il cuoio.
Nasce così Mandarina Duck, il brand che portò in viaggio i colori accesi e una nuova leggerezza. Siamo nel 1977.
Il nome del marchio si ispira all’anatra mandarina, una specie che vive ai confini tra la Russia e la Cina; pare che l’anatra esotica rispetti a pieno i valori del marchio, essendo un’instancabile viaggiatrice, dai colori sgargianti e le piume impermeabili. E, inoltre, un partner fedele per tutta la vita.
Il marchio ebbe un enorme successo durante gli anni ’90, fino ad avere 800 dipendenti e aprire un monomarca al department store Gum di Mosca.
Infatti, nel 1996 rileverà Lamarthe, un brand storico della pelletteria femminile francese, nato nel 1930 e con tre boutique monomarca a Parigi, due in Spagna, una ad Hong Kong e una a Shanghai.
Una delle peculiarità di Mandarina Duck è proprio la scelta dei materiali, che hanno segnato un punto di svolta negli accessori da viaggio e giornalieri, i quali hanno la necessità di essere funzionali, comodi e facili da lavare.
La linea più rappresentativa, infatti, del marchio è la Md20, fatta con il Mitrix, una miscela di filati diversi ad alta resa di colore, con fili riflettenti ed impermeabili.
E la borsa che ho comprato fa parte proprio di questa linea!
Tra pochissimo la vedrai!
In nome dell’utilità e dell’efficienza, tutti i prodotti Mandarina Duck presentano molte tasche e comparti, sia interni che esterni, e diversi modi di “vestibilità“, grazie a borse che si trasformano in comodi zaini.
la produzione del marchio, inoltre, non si è fermata ai beauty-case, alle valigie e alle borse: sono state create linee di accessori maschili, anche di piccola pelletteria, e in seguito l’offerta si è ampliata fino agli occhiali da sole, gli orologi e un telefono cellulare nel 2007.
La ricerca dei materiali resistenti e duraturi ha saputo unirsi facilmente ad un design che ha conquistato diverse generazioni, grazie anche al supporto creativo di architetti famosi come De Lucchi e Angelo Micheli.
Nel corso degli anni, tuttavia, moltissimi avvenimenti hanno segnato la storia e la gestione di Mandarina Duck.
Una delle crisi economiche interne più forti ha portato alla vendita di Lamarthe da parte del marchio italiano, e non solo.
Lo stesso brand Mandarina Duck è stato acquistato, nel 2011, da una società estera, la E-land, di nazionalità coreana.
I coreani, in quell’anno, acquisiranno anche un altro marchio italiano: Coccinelle. Ricordi la mia recensione alla borsa Coccinelle?
Il passaggio di proprietà di Mandarina Duck, tuttavia, porterà ad una nuova espansione del brand: nel 2016 la società apre un flagship store a Milano, in via Brera; e fa ritorno nei mercati europei che un tempo furono abbandonati: Spagna, Germania, Austria, Francia e Benelux.
Nel corso degli anni, la sede del marchio è passata da Bologna a Milano e anche la produzione ha subìto importanti cambiamenti: è stata esternalizzata e, come vedremo con la mia borsa, molti prodotti vengono fatti all’estero.
Attualmente la distribuzione del brand è molto ampia: oltre alla rete internazionale di monomarca presente in molte città di punta, come Barcellona, Berlino, Bologna, Dubai, Firenze, Milano, Roma, Seoul e Shanghai, c’è un’altra rete, di oltre 500 negozi multimarca.
Inoltre Mandarina Duck vende anche attraverso i canali del travel retail e dei duty free. È presente negli aeroporti di Roma Fiumicino, di Milano Linate e Milano Malpensa, di Bologna, di Monaco e molti altri.
La rete di distribuzione, in sostanza, arriva quasi in tutti i paesi del mondo.
Io ho fatto il mio acquisto in una pelletteria italiana, e sono molto fiera della mia scelta!
Sei curiosa di scoprire tutti i dettagli della mia borsa Mandarina Duck?
Eccoli!
Borsa Mandarina Duck: ecco il modello che ho scelto!
Ho scelto il modello a spalla della linea Md20, in Mitrix (una fibra che viene dal poliestere), colore bordò/grigio, prezzo 125 euro.
Ho potuto fare la mia scelta grazie soprattutto alle donne della Pelletteria Francescato, Silvia e sua sorella Maura.
Abbiamo già visto questo splendido negozio al centro di Roma, dal momento che ho acquistato lì anche la borsa Bruno Rossi.
Silvia è riuscita a portarmi nelle vetrine e nelle sfumature della sua pelletteria grazie ad alcuni video che mi ha inviato su whatsapp.
Questo è ciò che io chiamo tecnologia umana; quella che ci supporta nei momenti di lontananza.
Tuttavia, ora che le cose stanno cambiando, e che le restrizioni dovute alla pandemia causata dal Covid-19 stanno diminuendo, non vedo l’ora di andare di persona allo shop di Silvia e sentire addosso tutto l’odore e l’intensità della nostra pelle.
Sì, perché la Pelletteria Francescato sceglie di trattare prevalentemente i prodotti della pelletteria Made in Italy, con l’esposizione di alcuni marchi-simbolo, quali Gabs, Plinio Visonà e molti altri.
Per questa ragione, le borse Mandarina Duck esposte in negozio sono esclusivamente quelle della linea Md20, cioè quella creata con materiali sintetici, dal momento che si tratta di un marchio che produce all’estero da diversi anni.
Vediamo tutti i dettagli della borsa che ho scelto:
- Il design della mia borsa è già visto: è stato ripetuto da diversi brand negli ultimi anni; da questo punto di vista, mi ricorda molto la borsa Tuscany Leather!
- La borsa Mandarina Duck è estremamente leggera e comoda da indossare: posso portarla in spalla, oppure trasformarla in zaino con un semplice gesto.
- All’esterno, trovo subito la prima tasca utile: è rivestita di fodera, all’interno, ed è abbastanza profonda; si apre grazie ad un tiralampo che richiama il nome del brand e può diventare un comodo portachiavi. Molto figo!
- Anche il tiralampo principale è molto carino e utile: è caratterizzato da un ampio foro che posso usare per agganciare gadgets personali o chiavi.
- All’interno, trovo ancora la fodera e altre tasche utili: sul lato anteriore, trovo due taschini, mentre sull’altro lato trovo una tasca grande con zip, in cui c’è un cartellino. Quest’ultimo mi informa sulla sede di produzione: Made in Vietnam.
- La mia borsa è molto profonda e spaziosa, credo che potrò usarla per lavoro senza problemi, dal momento che riuscirò a farci entrare il mio portatile!
- La tintura è assente, dal momento che è in tessuto.
- La cuciture non sono in vista, perché la borsa è cucita e poi risvoltata.
- Trovo interessante il tessuto usato per le maniglie/spallacci della mia borsa-zaino: penso proprio che sia un accessorio molto semplice da lavare!
Il rapporto qualità/prezzo della mia borsa Mandarina Duck è abbastanza soddisfacente, visto che è una borsa funzionale e capiente, dal design pratico e adattabile a diverse occasioni.
Potrò portare la mia borsa in ufficio, senza preoccuparmi di doverla “cambiare” per un’improvvisa uscita pomeridiana; inoltre, è un accessorio studiato per il viaggio e io, normalmente, mi sposto molto per lavoro; non vedo l’ora di ricominciare a farlo!
La mia borsa è senz’altro promossa!
Ci tengo a soffermarmi un attimo sulla questione “made in vietnam” poiché, come sai, ho un debole per il nostro Made in Italy e spero sempre che i nostri marchi ritornino a produrre a casa.
Sia perché la nostra è una manifattura storica e di qualità, sia perché i comparti italiani e i terzisti come me hanno estremamente bisogno del prestigio del nostri brand di moda.
Tuttavia, siamo comunque di fronte ad una realtà che si basa su una filiera onesta e corposa, capace di dare lavoro a molte persone: dai lavoratori in fabbrica, fino agli addetti commerciali e ai punti di vendita finali, in Italia e all’estero.
… E quando si tratta di un processo intenso e certificato, allora va sempre bene!
A favore di un’economia sana. Sempre e comunque.
E tu, hai mai comprato una borsa Mandarina Duck?
Fammelo sapere nei commenti!
Voti (0/5)
Cuciture | 3 1/2 |
Tintura | assente |
Rifiniture | 4 |
Rapporto qualità/prezzo | 4 1/2 |
Utilità | 5 |
Guarda subito il mio video della recensione alla borsa Mandarina Duck!
Consigliami un’altra borsa: scrivi qui sotto!
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
Leggi anche:
Borsa Filly Biz: arte e tessuto in un’opera familiare. La recensione
Borsa Alivernini: il valore dei giovani che scelgono l’artigianato. La recensione
Ciao,
Alcune tue info sono corrette, altre assolutamente errate.
Interessante l’articolo ma in futuro informarsi meglio sarebbe opportuno prima di pubblicare.
Ciao Sara a cosa ti riferisci?
Un abbraccio e grazie del commento
Ciao.
Prima di tutto ti ringrazio per i tutti i consigli così competenti e attenti.
Ho scoperto i tuoi contributi su YouTube, trovo che siano molto interessanti, con la tua conoscenza mi hai aiutato a fare scelte consapevoli sui miei acquisti.
Ho acquistato diverse borse in base alle tue recensioni, devo dire puntuali e veritiere nei pro e nei contro.
Ho comprato la linea Mandarina Duck hunter, borsa a spalla/zaino, beige.
La trovo molto comoda e utile, forse il colore chiaro è un po’ più delicato, ma resistenze anche nel lavaggio.
Buona giornata.
Ciao Roberta grazie mille dei feedback e contenta di esserti utile.
Un abbraccio