Borse vegan: 5 consigli per una produzione di successo
Borse vegan, una tendenza destinata a crescere e a conquistare le vetrine del fashion system.
La richiesta dei prodotti vegan è sempre più massiccia da parte dei consumatori. Non solo a tavola, ma nelle diverse sfere di acquisto. In fondo, è la coerenza di chi ci crede davvero.
Ma cosa si intende per borsa vegan?
Siamo sicuri che i marchi che si professano tali producano realmente prodotti vegan?
Da produttrice e grande “consumatrice” di borse, ho conosciuto molti brand vegani.
E spesso ho trovato enormi distorsioni strutturali alla base del loro lavoro. Come se sostanza e filosofia facessero a botte dietro le quinte!
Per questo motivo, oggi, ho scelto di fare chiarezza su com’è fatta una borsa vegan, e di dare cinque consigli utili a chi ha intenzione di creare un marchio vegano.
Sei pronta?
Se sei interessata a produrre una linea di borse vegan, sei nel posto giusto!
Se sei un acquirente di prodotti vegan, sei nel posto giusto!
È fondamentale che ognuno di noi, consumatori e aspiranti imprenditori, conosca a fondo i retroscena della produzione, perché ogni singola azione, che sia di vendita o di acquisto, traccia la mappa di quello che sarà.
Ma prima di addentrarci nel nostro cammino vegan, voglio ricordarti dove ti trovi.
Io sono Ornella Auzino e sono un’imprenditrice napoletana: produco borse di pelle Made in Italy per alcuni marchi di moda.
Faccio parte del particolare micro-cosmo dei produttori conto terzi, e amo il mio lavoro. Tanto quanto amo le borse!
Per questo motivo, le recensisco per te su questo blog: qui puoi trovare circa 200 recensioni di brand, italiani e non.
Ma potrai trovare anche tutto quello che ti serve sapere sulla pelletteria, la produzione, la scuola del Made in Italy e le eccellenze del nostro territorio.
Informarti costantemente su ciò che compri è una delle mie passioni.
E nessuno mi paga per farlo.
Nessuno mi paga per recensire borse o per raccontare la realtà dei brand che incontro.
Nessuno mi paga per intervistare i professionisti del settore.
Sono una pellettiera digitale e apro finestre sulla pelletteria per fartela scoprire. Ma soprattutto per mostrarti l’importanza della produzione legale, colpita e compromessa da un altro tipo di mercato.
Quello del falso, quello che combatto da sempre.
La lotta alla contraffazione è un punto fermo della mia attività sul web.
Per questo, sogno che sia utile e divulgativa.
Ti starai chiedendo perché una pellettiera come me stia scrivendo un articolo su come creare un brand vegano.
E lo capisco.
Ma, come ti ho detto, sono anche una consumatrice. E sono molto curiosa.
Per cui, mi piace studiare.
Inoltre, sono una produttrice di borse e non metto limiti al mio lavoro: sono specializzata nella pelletteria Made in Italy, ma non è detto che un giorno non possa creare una collezione vegan.
I cambiamenti non mi spaventano, così come le sfide che ci riserva il futuro della moda.
Adesso, dedichiamoci alle borse vegan e ad un mondo innovativo, quanto caotico.
Borse vegan: da dove partire per creare la tua linea
Essendo una produttrice di borse e un’acquirente appassionata, mi ritrovo spesso a “studiare” i marchi che ho di fronte, andando ad esplorare la loro storia, la mission del brand e il prodotto che offrono.
Tra le mie recensioni, puoi trovare diversi marchi che parlano di “borse vegan”, intese come prodotti creati senza l’uso della pelle o derivati animali.
Ma il più delle volte, ho trovato molte contraddizioni nel prodotto stesso.
Mi spiego meglio.
Oltre al materiale principale, che può essere la simil-pelle oppure l’alcantara, esistono altre componenti della borsa che ne consacrano l’identità vegana o meno; come ad esempio, i collanti e le sostanze che servono a “costruirla”.
Ti sei mai chiesta di cosa si tratta?
E i marchi parlano di questo nei loro lunghi paragrafi sulla produzione?
Un marchio vegan deve essere necessariamente “eco-compatibile” oppure è irrisorio?
Quando usiamo i derivati della plastica per produrre una borsa, siamo consapevoli che si tratta di un materiale a grande impatto ambientale al momento dello smaltimento?
Pertanto, se vuoi creare una borsa vegan devi partire da premesse chiare, coerenti e reali.
Svilupperemo i temi più importanti all’interno dei punti che ti mostrerò.
I miei consigli per un marchio di successo:
- Elimina i materiali sintetici
La maggior parte dei marchi che non usano pelle animale, scelgono di produrre le loro borse in materiali sintetici; si tratta di pvc, di derivati del pvc, della gomma, del plexiglas o del più recente etilene vinil acetato.
Quando leggiamo simil-pelle o finta pelle, in sostanza, siamo di fronte a borse create con questo tipo di materiali, ossia con la…plastica.
Anche alcuni marchi che si professano vegan usano questi materiali per creare le loro linee di accessori.
Sebbene, dunque, si eviti di usare la pelle animale nella produzione della borsa, si pecca sotto un altro punto di vista, quello della sostenibilità.
La plastica, come sappiamo, non è affatto un materiale sostenibile, dal momento che quando diventa un “rifiuto” non può essere facilmente smaltito.
Al contrario della pelle, che fa un tragitto inverso, nascendo come “rifiuto”: la pelle che usiamo nell’abbigliamento proviene dagli scarti dell’industria alimentare, i quali sarebbero cestinati se non venissero usati nella produzione tessile o di accessori.
Paradossalmente, quindi, per adesso la vera pelle è uno dei materiali più sostenibili sul mercato. Almeno, fin quando la dieta globale prevede l’uso di carne animale.
Per cui, se decidi di creare una lineaa di borse vegan è importante che non perdi di vista la scelta del materiale principale: non basta che non sia pelle. C’è bisogno che sia in linea con le esigenze di eco-compatibilità.
È vero che potresti, in alternativa, creare un circuito di riciclo, per il quale la tua borsa non verrà buttata via a fine-vita, ma avrà l’opportunità di essere rigenerata. Tuttavia, questi “progetti” non sono semplici da portare avanti, poiché richiedono molte risorse economiche, fisiche e un impegno costante.
È piuttosto “roba” da grandi brand e da realtà già strutturate.
Per questo, ti consiglio di dedicare una parte del budget iniziale alla fase di ricerca e sviluppo, magari con il supporto di esperti: con un’analisi accurata e una decisa dose di curiosità, potrai trovare il materiale che stai cercando, attingendo proprio dalla natura.
Nei miei viaggi tra i brand, ho potuto meravigliami molte volte: ho scoperto bellissime borse in cotone, in canapa, in tela fatta con bucce di frutta essiccata, e altro ancora.
- Studia il collante giusto
Il pubblico vegan, in generale, è abbastanza pretenzioso. E fa bene.
Noto spesso che l’acquirente va al di là del cartellino del marchio o delle grafiche dei social: si informa, fa domande, cerca approfondimenti.
L’era capitalista, in fondo, non ci fa stare tranquilli; quando si tratta di “mercato”, le menzogne sono dietro l’angolo, secondo il pubblico.
Il rapporto di fiducia tra brand e utente è difficile da costruire. Ma non impossibile.
Per questo, se vuoi creare un brand vegano devi concentrarti su tutto ciò che riguarda il prodotto: la borsa, nella sua interezza, deve essere una borsa vegan.
Cosa significa?
Per costruire la borsa, ossia per dargli una struttura e una forma, c’è bisogno di adoperare i collanti.
Esistono diversi tipi di collanti; tra quelli più usati nella produzione troviamo il collante a base di solvente. Poi, ci sono quelli a base di acqua o di resina.
I primi, i collanti fatti con il solvente, hanno un grande impatto ambientale, poiché si tratta di sostanze chimiche e quindi non bio-degradabili.
I collanti con base di acqua, come puoi immaginare, sono piuttosto eco-compatibili, quindi potrebbero esse una valida alternativa.
Tuttavia, devi soffermarti sulla composizione, dal momento che esistono alcuni collanti a base di acqua che contengono gelatine animali.
In generale, negli ultimi anni sono per lo più naturali, quindi senza tracce animali.
Ma è opportuno prendere le dovute informazioni.
In fine, abbiamo i collanti a base di resina. Questi sono un’ottima scelta per la tua borsa, ma ci sarà bisogno di fare dei test: normalmente, la resina ha bisogno di attivatori di calore per “svolgere il suo compito” e non tutti i materiali reagiscono bene al calore.
Se la tua borsa, ad esempio, è fatta con una fibra vegetale, quest’ultima può reagire negativamente al calore. Per cui, quello a base resina non sarà il collante giusto.
Lo so, si tratta di un lavoro piuttosto approfondito, ma che potrà diventare il valore aggiunto del tuo brand.
Informare i tuoi clienti circa i materiali utilizzati, l’accortezza nella scelta dei collanti ed altro ancora, farà sì che si rafforzi quel rapporto di “fiducia” di cui parlavamo prima.
Perché le persone non compreranno solo la tua borsa.
Ma la tua idea, i tuoi valori e tutto ciò che rende il tuo marchio unico.
- Scegli il produttore adatto alla tua etica
Quando si parla di borse vegan, si parla anche di marchi cruelty free, cioè di scelte aziendali ben precise circa l’uso e la sofferenza degli animali.
I cosmetici “senza crudeltà”, ad esempio, sono quelli che sono stati concepiti senza fare test sugli animali.
È sottinteso, dunque, che tale etica sia estesa anche agli umani, cioè ai lavoratori.
Ma questo a volte sfugge all’attenzione del consumatore.
Quando compriamo una borsa non sempre conosciamo la fabbrica di provenienza; conosciamo, magari, il nome del marchio ma non sappiamo dove sia stata prodotta e da chi.
Magari la borsa proviene da una fabbrica in India in cui la situazione dei lavoratori è meno controllata, i contratti non sono rispettati, né gli orari lavorativi.
E forse non c’è bisogno di arrivare così lontano.
Anche in Italia esistono aziende border-line che non si fanno tanti problemi a soprassedere su “qualche diritto” dei lavoratori.
L’etica del lavoro a mio parere, è una cosa fondamentale. E va di pari passo con il sistema di valori del nostro brand.
Se pensi di creare un marchio vegan perché credi fortemente in un sistema solidale, sostenibile e “diverso” dalla produzione sfrenata degli ultimi decenni, allora l’etica del lavoro è una tua priorità.
Per questo, se hai in mente una borsa o un’intera collezione di borse è importante che tu ti rivolga ad un produttore che lavori nel rispetto dei dipendenti e della dimensione umana.
È impensabile che un brand equo solidale che vende cioccolato, ad esempio, si rivolga a fornitori che speculano sulla manodopera delle piantagioni dei paesi in via di sviluppo.
La scelta del produttore è un elemento di grande importanza, in ogni caso; sia che si tratti di una linea vegan, sia che si tratti di qualsiasi prodotto tu abbia in mente.
Perché è il rapporto che avrai con il tuo produttore che decreterà gran parte del tuo successo.
La certificazione della filiera, in questo caso, risolverebbe molti problemi: ne ho parlato in un articolo dedicato, in qui ti spiego cos’è e perché è un’emergenza per i nostri comparti produttivi.
- Dai un nome coerente alla tua idea
Hai creato un progetto. Hai in mente la tua borsa vegan. Hai tutto per costruire la tua identità.
Manca solo un nome che incarni la tua idea.
E non parlo del nome del tuo brand.
Ma di nuove definizioni che possano “raccontare” il mondo vegan.
In giro, si sentono tante cose.
Dal salame vegano, alla carne vegetale, fino alla vegan leather, cioè la pelle vegana con cui vengono create le borse.
E mi chiedo: perché utilizzare parole che vengono dal mondo onnivoro per definire quello vegano?
Perché non rendere autentico questo universo e trovare parole che lo identificano?
Creare un nuovo nome per il materiale che hai scelto, oppure per definire il tuo concetto di borsa significherà marcare la tua identità e distinguerti da tutto il resto.
Pensaci!
Siamo ricchi di suoni e parole da scomporre e ricucire, quindi diamoci da fare.
- Comunica che non “sei” una moda
È conosciuto come greenwashing, e i consumatori sono tutti con il piede di guerra.
Si parla di greenwashing quando la strategia di marketing perseguita da un’azienda punta sull’eco-sostenibilità, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.
In molti pensano che oggi il green sia una moda, e che i brand devono necessariamente soddisfare la richiesta ecologica, sebbene siano mossi in realtà da menefreghismo e noncuranza.
Certo, in alcuni casi è così.
Ma non nel tuo.
Perché se sei qui per informarti, significa che al centro del tuo interesse c’è una borsa realmente vegana e non una vuota campagna pubblicitaria.
Questo devi comunicarlo al tuo pubblico.
Devi trovare i canali e il linguaggio giusti per comunicare tutto il tuo lavoro, dal seme dell’idea fino alla scelta del produttore e la ricerca dei materiali.
Saranno dunque il tuo impegno e la tua ricerca a parlare per te. Senza reticenze, né bugie.
Quando si aprono i grandi calderoni delle mode e delle tendenze, la missione più difficile è tirartene fuori.
Anche se non hai fatto nulla per entrarci.
Non mi resta che augurarti buon lavoro.
Tienimi aggiornata sulle tutte le tue scelte!
Ti è stato utile quest’articolo?
Hai qualche domanda? Scrivi qui sotto e sarò contenta di risponderti!
Guarda subito il mio video su Youtube!
Vuoi sapere tutto sulla contraffazione e scoprire cosa ti nascondono?
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
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