Il valore del fashion design nella pelletteria: i consigli di Marina Lorenzi

Il fashion design è una componente che non si può trascurare se si pensa di creare una collezione di borse o una linea di abbigliamento.

Ma, pare, che il nostro Made in Italy, negli ultimi anni, abbia dimenticato il valore del design, per far posto ad altro.

Parleremo di questo e di molto altro con Marina Lorenzi, la fashion designer freelance italiana che ha collaborato con i più grandi marchi di moda del nostro scenario.

Perché “non si disegna più” e si ricalcano modelli già esistenti?

Quali sono i consigli di Marina per chi vuole avviare una produzione?

Tra pochissimo entreremo a fondo nella discussione!

Prima, è importante ricordarti dove ti trovi.

Se non sei mai passato di qui, sono contenta che tu l’abbia fatto e ti do il benvenuto nel mio blog, il mio spazio libero e indipendente.

Sono Ornella Auzino e mi piace definirmi una pellettiera digitale: produco borse di pelle Made in Italy nel ventre di Napoli e, tramite i miei canali digitali, cerco di portarti nei retroscena della pelletteria, della produzione e dei brand che fanno parte della nostra filiera.

Mi dedico all’attività in rete da molti anni, e lo faccio perché credo che il Made in Italy abbia bisogno di un sostegno reale, cioè di essere raccontato e valorizzato.

Nello stesso tempo, combatto una battaglia. Quella alla contraffazione, il virus più insidioso per i nostri comparti produttivi.

Si parla poco del mercato del falso e del fatto che è uno dei giri d’affari più pericolosi del mondo.

Sul mio blog, potrai approfondire questo ed altri temi che riguardano la produzione del Made in Itlay.

Adesso, tuffiamoci  nella mia intervista a Marina Lorenzi, una donna forte e creativa che ci parlerà dell’importanza del fashion design nelle collezioni di moda.

Fashion design, la vocazione di Marina…

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Marina Lorenzi è cresciuta nella moda. Figlia di un importante imprenditore del settore, ha presto conosciuto le stoffe e i disegni che l’hanno fatta innamorare.

La sua passione per il fashion design non è tardata ad esplodere: la sua innata creatività l’ha portata al liceo artistico e, dopo gli anni della maturità, a frequentare l’Istituto Marangoni di Milano, dedicato ai corsi di studio in Moda, Arte e Design.

A soli 24 anni, Marina, riesce ad avere un colloquio di lavoro da Trussardi.

Dopo qualche ora dall’incontro, la giovane designer lavorava in uno dei brand di moda più importanti d’Italia.

Rimase dieci anni in casa Trussardi, imparando in quelle stanze tutto ciò che c’è da sapere sul processo creativo alla base della produzione.

Poi, arrivò il momento di camminare da sola. Così aprì il suo studio privato di fashion design, lavorando come stilista freelance per diversi marchi di moda.

I nomi per cui Marina Lorenzi ha creato linee e collezioni sono moltissimi; tra questi, troviamo molti brand prestigiosi come Zippo, Gattinoni, Tosca Blu, Liu Jo e molte altre firme della pelletteria italiana.

Marina Lorenzi è una designer che lascia il segno e che riesce ad analizzare i problemi attuali con molto senso critico, quando si tratta di design, stile e produzioni.

NESSUNO INVENTA PIÚ NIENTE. PERCHÈ?

La tendenza, secondo Marina Lorenzi, è quella di replicare modelli simili a quelli già esistenti.

Quando un modello di borsa ha molto seguito, allora il cliente di turno chiederà al designer di creare qualcosa di simile, per seguire la scia e non rischiare.

Questo succede perché, oggi, c’è molta paura in giro, soprattutto se si tratta di investire sul nuovo; pertanto, si preferisce ricalcare le tracce di prodotti già collaudati e quindi poco rischiosi.

Si potrebbe pensare che tale dinamica sia riconducibile al fatto di seguire le tendenze di passerella. Ma non è così.

Studiare i trends del momento e fare ricerca su quelli futuri sono elementi importantissimi nel fashion design, ma il punto focale del design resta la “creazione”. Guardare al futuro e creare il nuovo. Esprimere la tua arte in tutte le forme possibili.

Purtroppo, l’abitudine di riproporre qualcosa di già visto e appartenente ad altri brand (normalmente, quelli di lusso) fa perdere qualcosa di fondamentale: l’autenticità.

Un marchio che non crea, è privo di identità.

Poi, oltre a questo, c’è la questione della produzione seriale da fabbrica, in cui lo “scopiazzamento” è l’unica attività consentita perché si tratta di produzioni a bassissimo costo, quindi senza un progetto alla base.

Ne sono un esempio le fabbriche invisibili, a cui questo blog ha dedicato un articolo.

Tuttavia, ad essere copiati non solo (soltanto) i grandi brand della moda.

A questo proposito, Marina Lorenzi ci ha confidato che lei stessa è stata vittima di “plagio” nel 2005, quando a Milano presentò il suo progetto Borsa Rara, assieme ad una sua amica; c’era la stampa, il pubblico, molti esponenti del fashion system italiano.

Si trattava di una linea di borse vintage, create con pellami molto particolari e dettagli autentici.

Ogni pezzo era unico, e questo era un valore aggiunto in quegli anni, in cui non si parlava ancora di “pezzi unici”.

Ebbene, un po’ di tempo dopo, Marina trovò due delle sue borse su una rivista di moda, firmate da un importante marchio italiano.

SE VOGLIO CREARE UNA LINEA DI BORSE, COME MI APPROCCIO AD UN DESIGNER?

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Anche a Marina Lorenzi è stato chiesto di “copiare”.

Per etica e per indole personale, lei ha declinato l’invito. Ma sono tanti i brand che arrivano dai fashion designer con questa richiesta.

Si è perso il valore dello stile e dell’originalità, e questo è un gran peccato!

Quando si pensa di avviare una linea di borse, il contatto con il desinger è di primaria importanza.

Perché sarà proprio il professionista dello stile a metterti sulla strada giusta per la tua collezione.

Marina Lorenzi mi ha spiegato come il designer supporta il brand nella fase di ideazione, rendendo molto più fluido, poi, il rapporto con il terzista di moda, ossia la fabbrica che dovrà produrre l’intera linea.

Una volta conosciuto il target, il budget, il materiale a disposizione e il tipo di lavorazione, il fashion designer ha il compito di consigliare e indirizzare il marchio, grazie alla sua visione del futuro e alle conoscenze settoriali.

Intuito, creatività e lungimiranza sono alla base del lavoro illustrato da Marina, una professionista che ama profondamente ciò che fa.

QUANTI PEZZI SONO NECESSARI IN UNA COLLEZIONE?

Dipende. Secondo la Lorenzi non esiste una regola ferrea.

Se si tratta di un piccolo brand, è improbabile che possa produrre 50 pezzi per ogni collezione; magari il fashion designer gli consiglierà di proporre 5 modelli, replicati in diversi colori e differenti tipi di pelle, così da avere varietà, ma con spese moderate.

In ogni caso, non esistono numeri fissi a cui fare riferimento.

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QUALI SONO I TEMPI PER LO SVILUPPO DI UNA COLLEZIONE?

“Io non faccio testo. Sono velocissima” ci dice Marina, sorridendo.

Esistono designer che non impiegano mai meno di tre mesi per realizzare una collezione, ma non è escluso che i tempi possano essere accorciati di molto.

Come ci racconta, Marina riesce a sviluppare le sue collezioni in pochissimo tempo, grazie alla continua spinta creativa che non le da tregua.

Recentemente, è riuscita a disegnare 195 pezzi, tra borse e piccola pelletteria, in circa un mese.

L’ideazione, assieme all’intuizione, arrivano da molti canali oltre che dalle attitudini personali. È importante, infatti, viaggiare e assistere alle fiere, studiare e interessarsi a 360°dell’universo arte e moda.

SENTI VALORIZZATO IL TUO LAVORO?

A volte, molto poco.

Come già detto, i marchi in Italia hanno timore di cimentarsi in nuovi disegni e nuovi modelli.

Per cui, spesso, il fashion designer non può esprimere come vorrebbe tutta la sua arte. E questo, secondo Marina Lorenzi, è controproducente.

Non solo per il lavoro creativo del singolo designer, ma per le grandi potenzialità del Made in Italy, ricco di talenti che vogliono esplodere.

Lo stile italiano è ricercato e amato in tutto il mondo e non si dovrebbe aver paura di proporlo al mercato, poiché non sarebbe un azzardo ma sicuramente un successo.

COME IMPOSTIAMO IL FASHION DESIGN IN BASE AL MERCATO GEOGRAFICO DI RIFERIMENTO?

Conoscere il mercato di destinazione è molto importante, conferma Marina.

Anche all’interno di un singolo paese come la Cina, ogni città può avere gusti e tendenze differenti. Per questo è fondamentale la ricerca continua e il viaggio esplorativo.

Pertanto, il designer di moda deve essere preparato sul pubblico estero, anche quando il brand chiede lo stile Made in Italy.

Il Made in Italy, in effetti, è il più richiesto.

Per questo, Marina afferma che siamo “cervelli in fuga” anche sotto l’ottica creativa. Paradossalmente, i fashion designer italiani sono più liberi di creare per le aziende estere, che per i nostri brand Made in Italy.

TENDENZE PER IL 2021/2022?

Sicuramente (ancora) la borsa piccola, ci suggerisce Marina Lorenzi. Ma non mancherà l’ingresso di altre dimensioni.

Grazie alla ciclicità della moda, infatti, torneranno in voga volumi e forme che richiameranno gli anni ’80.

 

È stata molto piacevole la chiacchierata con Marina Lorenzi.

Personalmente, in quanto terzista della pelletteria, ritengo sia necessaria una ri-valorizzazione dello stile e del design all’interno del processo creativo, affinché migliori anche quello produttivo.

Spesso, arrivano in azienda persone che vogliono dar vita ad una nuova linea di borse, interessate al prezzo di produzione.

E il disegno, dov’è?

A questa domanda mi rispondono con frasi approssimative, come ad intendere che quello è “un dettaglio”.

Ma non lo è affatto.

Per cui, se stai leggendo quest’articolo perché nei tuoi progetti c’è una nuova linea di borse, non sottovalutare il fashion design e l’originalità del tuo marchio!

Guarda subito il video dell’intervista a Marina Lorenzi!

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