Pelletteria e giovani talenti: Intervista a Roberto Pesce

Pelletteria e Made in Italy, un legame forte quanto la storia che hanno alle spalle. Ma non approfondito abbastanza.

La manifattura italiana è un’eccellenza mondiale per quanto riguarda i prodotti di pelle, sia artigianali che aziendali, purché rispondenti a standard di qualità precisi che non accettano compromessi, né false etichette.

Roberto Pesce è un esperto di pelletteria. Ma non uno qualunque; Roberto è giovanissimo è già conosce profondamente la produzione. Tanto da essere stato uno dei docenti, in Toscana, alla scuola di Alta Pelletteria.

I suoi sogni sono grandi, come quelli di tutti i ragazzi della sua età.

Ma lui ci lavora sodo; non solo è caparbio e determinato per indole. Ma è super innamorato di questo mondo complesso, fatto di tradizione ma anche di tanta esplorazione del nuovo.

Ho avuto il piacere di parlare con Roberto e, oggi, ti porto nella sua vita!

Conosceremo un giovane esperto di pelletteria e uno scenario, quello del Made in Italy, che si costruisce sull’attenzione e il dettaglio, in cui la più piccola cucitura fa la differenza tra una borsa e l’altra.

Sebbene tu non sia un addetto ai lavori, potresti trovare l’intervista molto interessante, perché Roberto, in modo piuttosto semplice e genuino, ci spiega piccole dinamiche decisive. Utilissime anche a chi acquista!

La sua borsa preferita, ad esempio, è la Birkin di Hermès. Vuoi sapere perché?

Continua a leggere e tuffati nei segreti del nostro Made in Italy!

Ma prima voglio ricordarti dove ti trovi.

Io sono Ornella Auzino e ho creato questo blog, come i miei altri canali digitali, per aprire una finestra sul mondo della pelletteria, della produzione e dei brand che i fanno spazio sul mercato.

Conosco bene il mondo della manifattura perché io stessa ne faccio parte: sono un’imprenditrice napoletana e produco borse in pelle conto terzi, collaborando con diversi marchi del fashion system.

PELLETTERIA
La mia azienda

Mi definisco una pellettiera digitale e sono qui per farti entrare nel mio mondo, che è anche un po’ il tuo.

Come scegli le borse da comprare?

Cosa devi sapere prima di fare i tuoi acquisti?

Nel mio blog potrai trovare molte informazioni utili.

Da molto tempo parlo delle borse originali e dei marchi onesti perché sostengo la filiera legale e combatto, con tutte le mie forze, la piaga della contraffazione.

I prodotti falsi sono una grande ferita nel cuore del nostro sistema economico e sono infimi insulti al nostro Made in Italy, bello e sconfinato.

Adesso, goditi la storia di Roberto Pesce e la sua arte pellettiera!

Pelletteria, una storia di famiglia…

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Roberto, come me, è cresciuto in fabbrica. E, come me, è una creatura del sud.

L’azienda dei suoi genitori è a Licata, in provincia di Agrigento, Sicilia.

Quando cresci nella pelle, inevitabilmente, impari a conoscerla e a maneggiarla, ancor prima di essere un adolescente.

Che ti piaccia o no, saprai qual è il processo per costruire una borsa, oppure un paio di sandali di cuoio, il primo “pezzo” creato da Roberto Pesce.

C’è chi sceglie di andare via, poi. E c’è chi resta.

Roberto ha scelto di restare e di ridisegnare quelle mura, ampliandone la visione.

Dopo il liceo scientifico, si è iscritto all’Università al corso di Fashion Design, ma quel piano di studi non faceva per lui.

Così sceglie di lasciarlo e di seguire altre strade.

Frequenterà, allora, diversi corsi di pelletteria e modelleria, fino al 2017, anno in cui si iscriverà all’ Alta Scuola di Pelletteria, in Toscana.

Roberto è figlio di due pellettieri esperti; il papà è un modellista e la mamma una tecnica macchinista. In famiglia, il know how certamente non manca.

Ma il giovane siciliano ha le idee ben chiare: andare sempre avanti, migliorarsi in qualunque modo e non smettere di studiare. Questo è anche uno dei principali consigli di suo padre, un uomo saggio e ancora oggi pieno di energie.

Roberto ha frequentato la scuola di Alta Pelletteria con molta passione e curiosità; tanto da diventare un insegnante.

Finito il suo corso di formazione, infatti, la scuola gli propose di lavorare come docente, dandogli l’opportunità di trasferire conoscenze ed entusiasmo ai giovani come lui.

Anche in quel periodo non smise di apprendere; e lo faceva dagli altri insegnanti, più anziani e con più esperienza.

La scuola di pelletteria è un limpido esempio di come tradizione e novità possano scontrarsi, proprio per la presenza di tecnici e artigiani che appartengono a generazioni diverse.

Ma, in fondo, questo è inevitabile. E, nel contesto pellettiero, diventa una potente risorsa.

“Io potrei passare intere giornate guardando mio padre lavorare” mi dice Roberto, che riesce sempre a ricavare nuove e preziose informazioni da chi è più grande e più vissuto di lui.

Ed è proprio assieme al padre che inizierà a frequentare, tra poco, un nuovo corso di formazione per imparare ulteriori tecniche di tintura e rifinitura. Strumenti che serviranno per il suo nuovo progetto!

Pelletteria: creazione e concezione di una borsa

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In Toscana il giovane tecnico ha passato quattro anni. Ed ha fatto ritorno nell’Isola con un grande bagaglio di nuove conoscenze.

Roberto Pesce è un esperto di Autocad, un programma di disegno tecnico assistito.

Chi lavora con il Cad, in gergo, è chiamato caddista e ha le competenze per creare rappresentazioni multimediali della progettazione.

Senza dubbio, è ancora molto importante saper progettare una borsa tramite il disegno manuale; ma conoscere l’Autocad è un requisito necessario per chi vuole fare questo lavoro.

Grazie al software, inoltre, è possibile apportare modifiche in pochi secondi, a differenza del lavoro manuale che richiede più tempo.

Ma partiamo dal principio.

Quali sono gli step per creare una borsa?

Si parte dal disegno dello stilista, afferma Roberto Pesce.

Ma il rapporto con il designer non è sempre fluido.

Può capitare che lo stilista non trovi la sintonia giusta con le scelte del brand, o ancora, che porti avanti un disegno irrealizzabile, cioè una borsa impossibile da produrre.

L’equilibrio tra le scelte stilistiche e la funzionalità dell’accessorio è fondamentale; come il rapporto che si instaura tra il designer, il patròn del brand e il produttore, qualora queste due figure non coincidessero. Ossia, quasi sempre!

Dal disegno dello stilista, si passa alla realizzazione della prima “bozza” della borsa, che non sarà, tuttavia, realizzata con materiali pensati per il progetto, ma con quelli di prova. Generalmente, in questa fase si usa la microfibra in sostituzione della pelle.

In questo modo si potrà dare forma a quella che era l’idea primordiale e capire in quale direzione andare, cioè le eventuali modifiche da apportare, oppure nuovi dettagli da aggiungere.

Questo è importante sia per il designer che per il produttore.

Lo step seguente sarà la realizzazione di un campione, quindi la borsa vera e propria.

Il più delle volte, al primo seguirà un secondo, un terzo e altri campioni, finché non si arriverà al prodotto finale, quello che soddisfa il progetto borsa, dal design fino la struttura e tutte le rifiniture necessarie.

Se vuoi approfondire nel dettaglio tutte le fasi delle creazione, puoi farlo del mio articolo dedicato.

Qual è la borsa che definiresti perfetta?

La Birkin di Hermès. 

Roberto mi risponde senza batter ciglio.

Le motivazioni sono diverse. Innanzitutto, il nostro giovane esperto predilige la concia al naturale, rispetto quella al cromo.

Poi, Hermès è senza dubbio una garanzia sotto diversi punti di vista.

Principalmente per la pelle usata nella produzione, che viene da allevamenti concepiti nel totale benessere dell’animale, curato in tutte le fasi di vita.

Si tratta di pelli di qualità che la maison conserva per anni, in modo che l’assistenza del brand possa intervenire sul prodotto, sostituendone un pezzo o riparando la borsa danneggiata.

Ma il vero punto di forza, secondo Roberto, risiede nel lavoro manuale.

Le birkin vengono cucite a mano, riducendo al minimo il lavoro delle macchine. Questo comporta una resistenza maggiore delle cuciture e una vita decisamente più lunga della borsa.

Cosa pensi del tema della sostenibilità nella pelletteria?

La pelle è già un prodotto estremamente sostenibile.

PELLE

La pelle che si usa per la produzione di borse e accessori viene dagli scarti dell’industria alimentare. Si tratta di un materiale che sarebbe destinato allo smaltimento dei rifiuti, se non venisse riciclato dalla pelletteria.

Per questo, secondo Roberto, il comparto della pelletteria non dovrebbe ricevere molte pressioni in questo senso.

Tuttavia, sarebbe necessario educare la vecchia scuola alle nuove politiche di eco-compatibilità, perché i produttori delle generazioni precedenti non ne sanno molto.

Qual è la realtà del sud Italia?

Al sud, per ragioni socio-politiche, la pelletteria non è stata valorizzata abbastanza, mi risponde Roberto.

Più volte il giovane siculo ha pensato di creare una Scuola di Pelletteria come quelle che si trovano in Toscana. Ma, ogni volta, era assalito da diversi dubbi.

Uno fra tanti, quale potrebbe essere la destinazione finale degli studenti?

In genere, dopo un percorso formativo, si prevedono stage e tirocini presso aziende del settore. Ma la realtà del mezzogiorno non offre un granché sotto questo punto di vista, soprattutto nella sua zona.

Il talento è tanto, come la creatività. Ma gli investimenti sono pochi e circoscritti.

Tuttavia, Roberto Pesce sta lavorando anche a questo nonostante i limiti riscontrati.

Proprio non riesce a stare fermo!

Hai mai pensato ad un marchio tuo?

Sì, ed è in fase di progettazione.

Roberto sta lavorando ad un progetto personale: un brand tutto suo.

I “lavori” sono iniziati nel 2020, impostando le basi del marchio, il mercato di riferimento e tutto ciò che concerne la nascita del brand.

Attualmente, sta lavorando per un sito web e per la creazione del concept, affidando il design ad un noto stilista italiano.

Ed è proprio in vista di questo progetto che Roberto frequenterà un nuovo corso di formazione assieme al suo papà.

L’idea è quella di partire con una concia al naturale, per poi lavorare sui pezzi con nuove tecniche di tintura e rifinitura.

Non vedo l’ora di vedere le borse di Roberto per poterne recensire una!

Consigli per i giovani che vogliono lavorare nella pelletteria?

Senza dubbio la formazione. È la componente principale per chi vuole imparare questo mondo. E deve essere continua.

La pelletteria, come molti altri settori, è fatta di step.

Si inizia con le piccole cose, per poi prendere confidenza con i vari macchinari, con il lavoro manuale avanzato e con l’uso di software specifici come l’Autocad.

Secondo Roberto un operaio della pelletteria deve essere capace di lavorare in tutte le postazioni, senza avere limiti di competenze.

Lui, ad esempio, ha imparato anche la riparazione delle macchine.

Un’altro aspetto che non può mancare è l’amore per ciò che si fa, ed è vitale per chi scegli di fare questo lavoro. Perché la vita da fabbrica è fatta di sacrifici e dedizione.

Del resto, l’amore per il proprio lavoro è qualcosa che dovrebbe appartenere a tutti. Ma, purtroppo, non è sempre così. Soprattutto nei momenti di crisi come questo.

Guarda subito la mia intervista completa a Roberto Pesce!

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